Melodie Contrapposte

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... Melodie contrapposte...

Alessandro pov

Mi beai di quei ultimi momenti di pace e serenità prima di avviarmi verso l'aereporto e con Aurora ci saremo visti direttamente lì.

Per quanto mi sforzarsi di apparire sereno e tranquillo dentro ero in sobbuglio; un tornando; una singolarità pronto a devastare tutto, ma la compostezza prima di tutto.

Pensavo e ripensavo al mio futuro, un futuro che prevedeva la chitarra non solo il pianoforte, e dovevo trovare quel coraggio represso e affrontare la dura realtà.

Poco dopo il mio arrivo sopraggiunse anche Aurora in un outifit comodo e al contempo elegante. Mi venne a salutare con un bacio a fior di labbra e dopo aver salutato tutti abbiamo preso finalmente posto in aereo.

Notando il suo tremolio gli strinsi la mano e gli chiesi "tutto apposto?".
"Non mi sento molto bene, ma si grazie amore. Stai tranquillo". E mi sorrise.

Sono sempre stato iperprotettivo perciò mi apprestai a chiederle se volesse che rimandassimo il viaggio affinché potesse riprendersi, ma lei disapprovò affermando di stare bene. Annuì debolmente per poi rivolgere lo sguardo verso il finestrino.

****

Il viaggio durò all'incirca una mezzoretta scarsa. Si intravedeva, dal lungo percorso che ci separava dall'Accademia, la Tour Eiffel alta e imperiosa.

L'auto si fermò dinnanzi ad un edificio maestoso contornato da statuette dorate su uno sfondo bianco cereo con marmi preziosi tipici dell'Oriente. La hall principale aveva dei sofà appartati con dei tavolini e aree ricreative.

"buongiorno noi dovremmo parlare con il direttore". Chiese gentilmente rivolgendosi al segretario in smoking nero.

Dopo averli scrutato attentamente e appurato che fossero di buona famiglia chiese "i signori...?".

"Schuster". A quel cognome divenne pallido, sicuramente per il suo atteggiamento precedente, e senza dire nulla ci condusse nell'ufficio di madame Elìzabeth Platel.

"bonjour Madame Platel. Je suis Alessandro Schuster et elle est Aurora". Rivolse a lei un francese condono.

"assieds-vous". (accomodatevi).

"Lei deve essere il suonatore e compositore prodigio di cui si parla tanto nelle strade parigine e viennesi mentre lei la signorina che ha fatto richiesta nella nostra accademia. A quanto denoto dal tuo curriculum hai molta esperienza perciò affronterai delle prove e se le supererai entrerai sennò no. Lei invece farà delle prove musicali perché voglio essere certa del suo talento smanioso".

Annuirono e dopo qualche convenevole risalirono sull'auto, che antecedentemente lì aveva portati lì, per condurli da sua nonna.

Alessandro aveva sempre avuto un buon rapporto con lei ed era felice di trascorrere questa "esperienza" con lei al suo fianco, l'unica ad averlo capito realmente e ascoltato senza giudicare.

Dal finestrino calato si vedevano le milady camminare spensierate con i loro garcons.
Elle erano esuberanti e sfscciate e questo piaceva ad Alessandro.

Tre corde e tre tasti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora