HALLOWEEN pt1

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Mi ero ripromessa di non pensarti eppure sembra che tu non voglia uscire dalla mia testa.

HALLOWEEN.

Era arrivata la grande sera che aspettavo con un'ansia incredibile.

Non avrei mai pensato che la mia prima festa sarebbe stata così, avere come accompagnatore Arebel, la mia migliore amica che si fidanzasse con il ragazzo più desiderato di tutti e che Cameron non sarebbe stato in mezzo come sempre a rovinarmi la serata.

Ma come già si può capire non c'è storia così bella che può riguardare me, la solita ragazza perseguitata dalla sfiga.

<<Quel piatto appoggialo lì.>> seguì l'ordine di mia mamma in silenzio preparando la cena dove persino Arebel avrebbe partecipato.

Mi chiedevo se davvero sarebbe venuto con me alla festa, in fin dei conti lui odiava soddisfare le mie richieste, era più un tipo dall'anima crudele che mi avrebbe rovinato la serata con la sua umile presenza.

<<Non c'è il vino?>> chiesi finendo di distribuire i bicchieri.

<<Dovrebbe essere in cantina.>> mi spiegò mio padre alzando il volume della Tv.

Ogni volta che ospitavamo la famiglia di Arebel ero agitata, non solo perchè odiavo quella famiglia ma anche perchè erano bravi a metterti a disagio.

Presi il vino dalla cantina sbuffando e cercando di non spaventarmi, i miei vicini già alle 21:00 si divertivano a guardare i film horror ad alto volume, mi vennero i brividi non appena sentì l'urlo della vicina.

Sarei potuta intervenire ma ho visto un film horror che iniziava così, e per quanto odiassi vivere serate come questa ero pur sempre convinta che non volevo morire così giovane, o meglio non prima del bacio tra me e Cameron, e non dopo aver scoperto il costume di Cameron.

Mentre salivo le scale la luce nel condominio si spense e il buio totale mi circondò.

Andai alla cieca e riuscì a non inciampare per le scale ma al ultimo scalino qualcuno mi prese per il braccio e mi tappò la bocca.
Volevo urlare ma mi sembrò difficile visto la posizione.
Poi la luce di accese e Arebel iniziò a ridere.

<<Tu hai dei seri problemi.>> lo guardai male e iniziai a salire le scale.

<<Sei una fifona.>>

<<E tu un'idiota.>>
Bussai alla porta di casa mia maledicendomi per non aver preso le chiavi e smisi di respirare quando sentì la sua mano sfiorare la mia.

<<Ciao, vi stavamo aspettando.>> ad aprire la porta fu proprio mia madre che mi prese dalle mani il vino che solo ora mi accorsi che tenevo stretto a me.

<<Sono dovuto andare a cercarla perchè sennò veniva qui domani mattina.>> mi finsi divertita quando di divertente nella battuta di Arebel non c'era un bel niente.

<<Ecco dov'è il mio ometto.>>presi in braccio il fratellino di Arebel baciandogli la guancia.

<<Lisaa>>

<<Amore mio, com'è andata la vacanza in Albania eh Jasper?>> lo presi per mano e ci accomodammo a tavola.

<<Bene ho preso dei nuovi giocattoli dopo ti faccio vedere.>> entusiasto come non mai il piccolino di casa si sedette vicino a me e come se non bastasse alla mia sinistra quel idiota di Arebel.

<<Buona sera tutto bene?>> chiesi e i genitori di Arebel annuirono.

<<E comunque sarei uscita fuori dalla cantina prima della festa.>> gli feci l'occhiolino mentre lui prese a mangiare la sfoglia, mia mamma era una brava cuoca e la sfoglia era la sua qualità.
In Albania chiamato anche byrek è un tipico piatto che viene fatto più spesso.

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