3.

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Il telefono di Magnus squillo un paio di volte.
Era pronto a partire.
Si era appena finito di preparare. La valigia pronta sul letto.
-Magnus Bane, sommo stregone di Brooklyn. Se non è niente di importante vi conviene riattaccare subito.- rispose con tono piatto e fermo.
Dall'altro capo non rispose nessuno per parecchi momenti. Poi la voce di Isabelle risuonò nell'apparecchio.
-Cosa hai fatto a mio fratello?- domandò secca. -Non tocca cibo e non parla da quando siamo arrivati. Stupido stregone cosa hai fatto?- stranamente non stava urlando. Lo aveva chiesto quasi gentilmente.
-Non ho fatto niente..- rispose piano lo stregone. -Devo andare. Ho una cosa importante da fare- aggiunse ma la voce della ragazza squillò ancora nella cornetta
-No! Tu adesso vieni qui e sistemi il macello!! Ti giuro che ti ucciderò Magnus! Mio fratello si sta lasciando morire per causa tua!-

Isabelle non sapeva niente.
Non sapeva di ciò che era successo e del motivo per cui il fratello aveva acconsentito a partire.
Magnus rimase in silenzio. Avrebbe dovuto dirle che stava arrivando? Che aveva già programmato il viaggio?
-Isabelle ascolta..- ma ancora una volta venne interrotto.
-con chi parli al telefono?- la voce di Jace
-Con Magnus-
-dammi il telefono Izzy-
-No! È colpa sua!-
-Fammi parlare con lui!-
-No! STAMMI LONTANO JACE!-
È così lo stregone finì per ascoltare una litigata tra fratelli.
Senza capo ne coda. Perché continuarono per parecchio. È tutto mentre Magnus prendeva il baule e si spostava verso la porta di casa. Sistemava le ultime cose.
Ma proprio nel momento in cui era intento a chiudere la chiamata sentì Jace urlare qualcosa che lo fece rabbrividire.
-Alec! Metti giù il pugnale! ALEXANDER-
anche la sorella iniziò ad urlare e la chiamata si interruppe di colpo.
Magnus si fermò a guardare la porta con aria sconvolta. Sperava di aver sentito male.
Lo sperava con tutto il cuore.
Ma nel momento in cui uscì correndo dalla porta, non gli importava del baule o di aver chiuso casa.
Di aver dato da mangiare al gatto e di aver preso il caricatore del telefono.
Gli importava solamente di arrivare da Alec.
Perché nonostante tutto.
Lo stregone amava il Nephlim più della sua stessa vita.

Ovunque tu vada io ci sarò.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora