A Yor Briar è stato insegnato che le signorine non dicono le cattive parole. È marzo, Milano è inquieta: la temperatura oscilla fra un caldo cocente e un vento freddo che taglia le caviglie come una lametta, cielo uggioso che sembra stia per crollare sulla testa degli abitanti. Inquieta e angosciata come Yor: ventotto anni, single, il suo datore di lavoro la massacra con una costanza che neppure lei ha mai avuto, sicuramente non per completare l'iter universitario. Dunque, che gratitudine dovrebbe mai provare nel macinare i giorni? La risposta c'è, ed è Loid Forger. Ma questa non è una storia d'amore. Dal testo: Lo riteneva insopportabile, quell'atteggiamento che tutti avevano nei suoi confronti le stuzzicava la rabbia di cui ingoiava galloni ogni giorno, e puntualmente c'era sempre qualcuno che minimizzava la sua condizione, che dall'alto di un equilibrio che lei non avrebbe mai raggiunto le accarezzava bonariamente la testa mentre la schiaffeggiava con una compassione non richiesta. Come a dire "Povera, piccola te, che proprio non sai come si fa a stare al mondo". Ma lei questo lo sapeva già. Voleva solo che la gente lo accettasse come aveva fatto lei.
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