Lei lo sapeva, l'avevo avvertita...lei lo sapeva che ero pazzo, che ero pazzo da legare, pazzo di tutto, lo sapeva perché l'avevo avvertita.
Sapeva che non ero uguale a tutti gli altri, amavo più la diversità, non mi piacevano le cose dolci, la cioccolata, i film o i viaggi, lei sapeva bene che ero problematico, pieno di dubbi, domande e pregiudizi, lo sapeva perché l'avevo avvertita.
Lei lo sapeva che non avevo tanto, che questa vita si mostrò così crudele con me ma quelle poche qualità che mi erano rimaste erano le palle, la parola e la sincerità.
Lei sapeva anche dei miei difetti e...uno dopo l'altro li coprì tutti e ci formò un puzzle, quella era la parte peggiore di me ma...lei non si lamentò, non fece nulla perché l'altra parte del puzzle là completò con i suoi e venne fuori una vera e propria opera d'arte.
Lei sapeva tutto di me, qualsiasi cosa e piano piano diventò la mia guarigione, trovò la giusta cura che faceva al caso mio.
Lei non era stupida ma in quel momento... non si ricordò, ebbe un vuoto di memoria...non si ricordò che quando se ne andò, quando decise di chiudere quella porta, insieme a lei si portò via anche la mia cura.
-Florian Iberhasaj-