Cosa posso dire... Di noi stessi possiamo dire tanto, poco forse nulla perché infondo chi ci conosce meno siamo noi stessi... Se davvero ci conoscessimo forse non commetteremo quei banali errori che corrompono noi e la nostra dannata memoria che non dorme mai. 
Ho un animo contraddittorio e forse questa tensione, questa mia incapacità di darmi un nome mi porta a viaggiare con la mente. Preferisco inventarmi azzurre distese oceaniche piuttosto che impelagarmi in mari le cui correnti a me saranno sempre ignote. 
Non so qual'è il nome della mia anima così preferiscono inventare nel mio unico porto sicuro: la mia mente. 
Come un fabbro amo inventare, partire dal nulla e creare qualcosa che ha vaghe sembianze reali. Sento di voler creare un mondo fantastico da capo a piedi, dal cielo azzurro sino al ruscello che bagna le colline e così via... Voglio almeno essere  una povera nera parvenza della grandezza del mio unico grande mentore: Tolkien. 
Ecco ho condiviso parte di me stesso, con voi condivido l'unico certezza che ho di me. Con questa povera inutile biografia vi ho fornito l'unico stracciato foglio di me stesso che riesco a decifrare. Tutto ciò che rimane di me, tanto o poco che sia è un capitolo a me ignoto e indecifrabile, agognato e mirato quasi fossi un marinaio stanco che cerca con lo sguardo ubriaco della mente di inventarsi un faro, un vero porto sicuro.