Tu mi hai ridato speranza. Io me ne sto qui come un entomologo a studiare questo nuovo mondo di giovani, li adoro, con la paura però che non possano ricevere l'incantamento, quello vero, la trasfigurazione divina che si prova quando leggi qualcuno che sia capace di arrivare veramente al fondo, con proustiana ineluttabile efficacia. Tu mi hai ridato speranza che non si dimentichi il senso vero delle parole, che non si perda la perfetta simmetria della sintassi, quella musica divina che è la lingua italiana. Tu mi hai ridato speranza è non solo, ho scoperto che si formano dei circoli virtuali e virtuosi in cui chi ti legge mi "consiglia" altri libri buoni, perché chi ti legge mi ha fatto scoprire altri titoli, altri profili, oddio allora non sono sola. Grazie Manuela, per esserti messa in gioco - e hai fatto bene - per avermi insegnato che guardare senza diffidenza la disabilità e insegnarlo ai miei figli non basta, bisogna fare qualcosa, qualsiasi, alzarsi in piedi e dire - ora basta - per un secondo mi hai fatto indulgere nel pensiero che forse questo circoli virtuali e virtuosi possono fare qualcosa, alla faccia di chi, potentissimo, fa il verso ad un disabile davanti al mondo: possiamo farlo vergognare. Continua Manuela, abbi coraggio. E scrivi. Non smettere mai. Il talento è un diritto e un dovere. C'è chi sale i piani di un grattacielo a salvare la gente sapendo che non tornerà a casa, c'è chi scrive per innalzare le coscienze e le conoscenze. Servono entrambi. Continua a scrivere. Io sarò con te!