Tutti noi siamo convinti di essere straordinari, e forse a modo nostro è anche così, ma credo che in realtà siamo solo insiemi di elementi banali, che solo noi possiamo rendere speciali.
Non ho niente che tu non abbia, ho lo stesso viso di altre mille persone, gli stessi capelli castani che aveva la mia vicina di casa da giovane. La mia camera è un disastro, non ci troveresti qualcosa nemmeno se quella ti facesse i segnali di fumo, eppure la mia libreria è ordinata, al millimetro, proprio come la tua. Ho uno o due o tre o forse di più sogni nel cassetto; la metà del tempo la passo a piangermi addosso, dicendo che non si avvereranno mai, ma l'altra metà del tempo, oh, l'altra metà del tempo sono certa di poter conquistare il mondo, proprio come te. Non sono più una bambina ma, proprio come fa mia sorella, tengo ancora i miei peluche preferiti in camera. Sono l'unica persona al mondo davvero capace di leggere la mia calligrafia, e me ne vanto pure, ma quando premo con i polpastrelli sulla tastiera del mio computer, voglio che ciò che scrivo sia per tutti. 
Scrivere, in fondo, che cos'è, se non inventare, fantasticare e sognare? E queste sono cose per tutte, sensazioni che ognuno si merita di provare. Io, tu, noi, il mondo. Mi immagino spesso, l'inchiostro che mi sporca le mani e le dita e si insinua sotto la mia pelle, fin nelle vene, come un abbraccio che stringe l'ossigeno nel mio sangue, la mia vita.

Ehw, quest'ultima frase era davvero inquietante.

Forse, la verità, è che in fondo sono solo una lettrice che ogni tanto pasticcia sul computer.