Ero in libreria.
Ad un certo punto, vedo una serie di copertine dai colori accesi, che risaltano con tonalità fluo mescolate in modo indistinto.
"After" è ovunque, penso.
Leggo i titoli dei libri.
"Cime tempestose"
"Orgoglio e pregiudizio"
"Anna Karenina"
Inizia a salirmi la bile.
Sopra i titoli, in alto, in bella mostra quasi si trattasse degli autori indiscussi, leggo la seguente etichetta: "I classici di After. I libri amati da Tessa (forse, non sono così sicura che il nome sia questo) e Non-so-chi-altro".
Ho un senso di nausea.
Prendo con orrore i volumi tra le mani.
Sul margine laterale, poco in vista, ci sono i nomi di coloro che hanno dato vita ai capolavori della letteratura mondiale di cui sopra. 
Ma sì, dai, tanto chi li consce Emily Brontë, Jane Austen e Lev Tolstoj! I "Classici di After" è meglio! Sbraito da sola in mezzo alla gente.
Volto i libri e al posto della sinossi mi ritrovo a leggere un paio di citazioni da un dialogo (terribile) tra Tessa (forse) e lo stesso Non-so-chi-altro di cui sopra.
Come se i meravigliosi dialoghi tra Heathcliff  e Catherine o tra Kitty e Levin non fossero in grado di stregare!!!!
Non è mia intenzione giudicare After, che non ho letto.
Però a tutto c'è un limite.
Sono uscita dalla libreria, se no davo fuoco allo scaffale. 

Per darmi una calmata mi ripeto le storiella che segue, diventata una mia regola di vita:
«Allora, un uccellino cade dal nido: è un giorno freddo, comincia a piangere: "Pio! Pio!". Passa una vacca pietosa e... splaff, una bella torta sul pulcino, che continua a piangere: "Pio! Piio!". Un vecchio coyote lo sente, si avvicina, lo tira fuori dalla cacca, lo pulisce ben bene, e gnam! se lo mangia con un solo boccone...
MORALE: Non sempre chi ti mette nella merda, lo fa perché ti vuole male. E non sempre chi ti tira fuori, lo fa perché ti vuole bene... Ma soprattutto, quando sei nella merda, sta' zitto!! »
(da "Il mio nome è nessuno" 1973)