Incollata davanti a questa schermata impersonale, voci distinte si susseguono nella mia testa non riuscendo a seguirne neanche una mi aggrappo all'unico appiglio che mi rimane; rifletto. Il senso delle parole naufraghe nell'atmosfera rarefatta della mia stanza si dissolvono prima di scalfire la pelle del volto, le labbra screpolate dal freddo che si insinua come spifferi nei miei pori e fin dentro le ossa. Brividi che mi corrono lungo la colonna vertebrale, il freddo non c'entra, questo rantolo non è altro che un alone di indifferenza spezzato solo da un sentimento amaro. L'indifferenza si cuce con ago e filo ai nostri piedi ignari, non basta una forbice per allentare quei fili stretti, ella combatte, combatte per sopravvivere per continuare a nutristi delle nostre insicurezze e spegnere le nostre speranze. La scrittura è la crepa sottile che scalfisce il guscio in cui sono intrappolata. Parole si rincorrono in una danza sgraziata nella mia mente; quello che ne scaturisce su carta non è altro che un'accozzaglia di macchie d'inchiostro senza un senso logico, un caos in cui si identifica il mio turbamento. Espressione dei segreti celati sotto pelle la scrittura è lo sfogo di ciò che non avrei mai osato ammettere e di esperienze romanzate rimaste confinate nella mia mente per troppo tempo. TI amo scrittura, ti amo quanto ti odio, nel momento in cui neanche il tuo conforto appaga la mia sete. Ti odio perché colei con cui vai a braccetto,l'ispirazione, non graffia la porta della mia modesta stanza da troppo tempo.