Capitolo 5

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~Luna~

«Hai fame?»
Caeli mi parla, ma non ci faccio caso, ho troppi pensieri per la testa...che novità!
Tutte le domande che mi attanagliavano in questi giorni hanno lasciato posto ad un unico, grande "perché".

Il sole è ancora alto nel cielo, ma sembrano passati anni dal momento in cui il giovane dai capelli rossi è andato a cercare qualcosa da mangiare.
Per tutti il tempo sono rimasta a spremermi le meningi al solo scopo di fare luce su tutta questa faccenda.
Come si sarà intuito non è mai stato il mio forte.

E alla fine mi sono arresa.
Le soluzioni ai problemi arrivano da sole, al momento giusto.

Ora che Caeli è tornato non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, ho paura che capisca che ho frugato nel suo zaino, ho paura che non si fidi più di me, che inizi a vedermi come un peso o una minaccia. Come dargli torto?
Dannazione, perché l'ho fatto?
Ora non avrei così tanti dubbi che si azzuffano nella mia testa come pugili su un ring.
Oltretutto mi sento terribilmente in colpa.
Non so mai nulla, non capisco mai niente, sono inutile.

«Lu, tutto bene?»

La voce di Caeli mi coglie alla sprovvista, mi affretto a rispondere stampandomi un finto sorriso in volto.
Sono brava a mentire, sono brava a fingere che vada tutto bene.
La pressione che sento sulle spalle si allenta, ma cerco comunque di evitare il contatto visivo con il mio interlocutore.

«Si certo» rispondo tenendo lo sguardo fisso sull'erba su cui sono seduta.
Vorrei esiliarmi dal mondo, poter per un secondo tornare alla mia vecchia vita, desidero solo di essere ovunque in questo momento, ma non qui.
Mi sento davvero male e posso dire con certezza che non c'entra il dolore fisico.

«Non mi convinci»
Ogni parola e ogni respiro di Caeli servono a farmi concentrare su qualcosa che non siano le carte nel suo zaino.
Perché non mi sono fatta gli affari miei per una volta?

«Ho solo un po' di mal di testa...» Non sapendo che fare continuo a mentire.
Nel mio cervello il confine tra bugia e realtà non c'è mai stato.

«Mangiare qualcosa ti farà sicuramente bene»
Al solo pensiero di mangiare il mio stomaco si chiude come una morsa.
Mi viene quasi da vomitare. Togliamo il quasi.
Sono stressata, non lo metto in dubbio... ma quanto ancora potrò resistere?
Una adolescente normale ha già i suoi complessi, ma una adolescente che scopre di aver sempre vissuto all'oscuro della sua vera natura credo ne accumuli ancora di più.
Io, costretta a scappare di casa e perdere le cose che più amavo, sento che potrei esplodere.
Vorrei farmi un bel pianto, ma oggi nemmeno le lacrime mi vogliono ascoltare.

«Avanti mangia un po'»

Caeli insiste.
Dovrebbe tacere anche se non ha colpe, sono io quella strana , quella irascibile.
Ma è come se ogni sua parola si impiantasse dentro di me come un chiodo che affonda sempre di più.

Di più.
Di più.
Di più.

Mi copro la testa con le mani, il battito del mio cuore si fa sempre più forte.

Sei sbagliata.
Non puoi riuscirci.
Hai ucciso tua nonna.
Sei inutile.
Non capisci niente.
Nessuno ti vuole bene.
Sei sola.

Vorrei gridare e sbarazzarmi di questi pensieri.
Pensieri che non posso scacciare, pensieri di cui non posso liberarmi.
Sento le braccia che cominciano a tremare leggermente.
Vengo inondata da una strana scarica di adrenalina, serro i pugni.
Caeli è preoccupato, lo percepisco ... Ma non voglio ascoltarlo. O non posso?
Il battito del mio cuore si fa sempre più forte.
Mi concentro su quello.

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