4 ~ Di nuovo a Magnolia

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«Quindi... come spieghiamo a zia Juvia cos'è successo?» Chiede per la decima volta in cinque minuti la ragazza guardando Snow che portava le borse di entrambi. Erano partiti nel primo pomeriggio da Rose Dorp e ora eccoli lì davanti la porta di casa indecisi sul da farsi.
«Se non le diciamo nulla non può preoccuparsi di nulla, no?»
«E come le spieghiamo tutti questi buchi e il "devo stare calma"?» chiede indicando il braccio dove il giorno prima le avevano messo l'aflebo.
«Dai un modo lo troviamo. Se siamo fortunati è ad aspettarci alla Gil-»
«Juvia dovrebbe essere ad aspettarvi alla Gilda. Ma il suo sesto-senso per i suoi piccoli ha chiamato.» risponde una voce alle loro spalle facendo trasalire i due. La maga dell'acqua era lì davanti a loro con le braccia incrociate al petto e li stava guardando con un'espressione seria. Troppo seria.
«H-hey mamma! Emh... di preciso quanto hai sentito?»
«Abbastanza per sapere che è successo qualcosa e non volete dirmi cosa.»

I ragazzi si guardano negli occhi, poi Luna cercando di fare breccia con uno dei suoi sorrisi migliori rispose per entrambi: «Ne possiamo parlare di fronte a una tazza di tè?»

~

«È SUCCESSO COSA?!» strilla la maga veterana con una nota assai evidente di panico.
«Non... È successo nulla di grave...» cerca di mitigare Luna con scarsi risultati. In un attimo si ritrova quasi soffocata nell'abbraccio di Juvia che ha cominciato a piangere come una fontana. Letteralmente.
«Piccola di Juviaaaa»
«MAMMA STAI ALLAGANDO CASA!» si intromette Snow scattando in piedi per raggiungere le due. Effettivamente le lacrime stanno scorrendo come un fiume dai suoi occhi e per terra si sta formando uno strato d'acqua considerevole.
«S-Snow ha ragione zia Juvia...»
«J-Juvia non può fermare le sue lacrimeeee.» e stringe la presa su Luna, piangendo a dirotto.
«Snow la porta!» urla Luna per poi cercare di calmare Juvia accarezzandole la spalla e provando a strofinare la propria guancia contro la sua.
Con la porta aperta adesso l'acqua è libera di fluire fuori dall'abitazione e Snow si avvicina alle due appoggiando una mano sull'altra spalla della madre.
«Puoi fidarti quando dice che sta bene...» Le sussurra. Ma l'unica risposta che riceve è il venir incastrato nell'abbraccio anche lui, finendo inzuppato dalle lacrime della madre.
«Snoooow! Ti... ti dovrebbero fare santo... fiorellino mioooo!» e un nuovo fiume di lacrime parte. Inutile parlarci, meglio aspettare che il tutto passi.

~

In punizione. O meglio, per loro era una punizione ciò che Juvia aveva deciso per evitare di veder tornare qualcuno morto.
Niente più missioni fuori Magnolia per i due per un bel po'. Che tradotto dal Juviese vuol dire potenzialmente "non uscirete mai più da Magnolia".

Hanno provato a protestare, ma che potere hanno su una madre testarda come lei?

Il mattino seguente al loro ritorno i due con scarso entusiasmo se ne sono rimasti soli in casa, una ribollente di rabbia, l'altro a girare per la camera come un'anima dannata in mutante. E tra loro vi è un silenzio tombale in cui l'unica cosa che si sente è la penna con cui Luna sta scrivendo ossessivamente su un foglio. E solo verso l'ora di pranzo quest'ultima, con la lettera chiusa, si alza dalla scrivania guardando per terra.
«Devo andare in un posto. Ci vediamo più tardi alla Gilda?» Chiede guardando Snow che già sa dove vuole andare. Si limita ad annuire e lasciarla uscire con un semplice: «Stai attenta.»

L'avrebbe lasciata andare da sola? Forse se fosse andata in centro a fare compere o qualcosa di simile si. Ma dove sta andando ora con quella lettera no. Sa di doverla raggiungere così rivestito e buttato un paio di cose nello zaino esce fuori di casa e chiude. Cammina a passo lento, senza fretta. Sa che aspetterà fuori in silenzio.
Una volta nella periferia di Magnolia si sofferma a guardarsi attorno. Il boschetto che inizia poco più avanti ha messo su la chioma autunnale e un vento fresco smuove le foglie fiammeggianti. Mette le mani in tasca e segue il sentiero di terra battuta lasciato un po' a se stesso che, piano piano, sta venendo sempre più inglobato nei ciuffetti d'erba circostante. Una volta davanti la casa dalla cui finestra esce il ramo di un albero il suo sguardo si sofferma su un particolare: la porta è aperta. Abbozza un sorriso sospirando. Quindi sapeva che la stava seguendo anche se da lontano.

Si appoggia alla parete esterna della casa accanto alla porta, sbirciando il salottino dell'abitazione in cui Luna si trova. La ragazza, seduta sul divano impolverato, tiene sulle ginocchia una scatola piena di lettere mentre tra le mani si rigira quella che sembra una fotografia. Non riesce a vederla in volto ma quando la sente parlare sa che ha un sorriso malinconico.

«Si non mi sono fatta vedere per un po', è vero. Ma ho tante cose da raccontarvi! Due settimane fa io e Snow siamo andati in missione da soli per la prima volta! All'inizio sembrava una cosa noiosa come una di quelle che sceglie solitamente il pupazzone di neve.» fa una pausa guardando la porta oltre la quale sa che c'è il ragazzo. Non lo vede ma sente il suo odore e questo basta per darle coraggio. Porta di nuovo la sua attenzione sulla fotografia dei due genitori. Natsu aveva preso in braccio come una sposa Lucy che, evidentemente presa alla sprovvista, si reggeva al fidanzato, con Happy appollaiato in testa al mago. Due dettagli rendevano quella foto una delle sue preferite: il sorriso spensierato e innamorato dei suoi genitori e il segno accennato della gravidanza sulla bionda. Da bambina sua madre le mostrava spesso quella foto dicendole che era la prima foto con tutte e tre le persone a cui teneva di più in assoluto.
Una lacrima lascia gli occhi verdi della ragazzina.
Seguita da un'altra e un'altra ancora.
«È... è buffo non trovate? Una volta voi parlavate a me anche se non potevo sentirvi e... e ora io parlo a una foto sperando che possiate sentirmi...»
Si porta una mano alla bocca per non lasciar scappare i singhiozzi. «Aaaaa, mi sono lasciata trasportare di nuovo. Nella lettera ho... ho scritto tutto in dettaglio, pure il piccolo incidente dell'altro giorno. E no... Non ho dato fuoco a niente questa volta»
Forza un sorriso mentre chiude la scatola e la rimette a posto. Guarda quelle mura che una volta furono il salotto di casa sua con gli occhi verdi pieni di lacrime che non vuole più permettersi di versare. Posa la mano sull'albero che cresce nel salotto e chiude gli occhi inspirando a fondo. Se si concentra è come se li vedesse ancora in quella casa con lei.

Quando esce si volta con naturalezza verso il ragazzo, sorridendogli grata che fosse lì. Nessuno dei due è intenzionato a dire una parola su ciò che è appena successo.
«È da un po' che non facciamo una gita nella foresta.» Propone Snow con tranquillità e naturalezza, asciugandole una lacrima con un dito, delicatamente.
«È un invito?» Chiede la ragazza riservandogli uno sguardo da bambina che raramente si concede. Senza nessun preavviso la mano di lui scivola dietro la nuca, per poi fare quel minimo di pressione tale da farle appoggiare la fronte sul suo petto.
«Solo se ti va.»
E lì, con quel silenzioso supporto non riesce a non far scappare altre lacrime, questa volta dolci e silenziose.
«Che domanda stupida, certo che mi va!»

***Angolo autrice***

Esisto! I capitoli tranquilli non sono il mio forte, mi piace scrivere delle scazzottate :c

In più vorrei sapere cosa ne pensate per ora dei due protagonisti, soprattutto su Snow che faccio davvero tanta fatica a caratterizzare...

Ah dimenticavo, per farmi scusare dell'attesa c'è pure un capitolo extra, il primo tra i flashback che spero piacciano ♡

Bye bye farfalline~

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