3 ~ Poteva andare peggio. Poteva piovere.

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Doveva essere una missione tranquilla e adatta a due novizi, scacciare un paio di termiti giganti, termiti che comunque sono grandi quanto un cagnolino. Invece in 10 minuti avevano dovuto realizzare che quelle non erano affatto termiti giganti ma piccoli di formica leone e che loro erano corsi proprio dentro il loro territorio come due idioti.
Da inseguitori all'improvviso erano diventati i fuggitivi e corsero alla cieca cercando di scappare da quelle bestiacce. Una sola di quelle bastarde, come le aveva chiamate Luna a più riprese, era in grado di troncare un arto di netto a una persone qualunque con le forti tenaglie. E nessuno dei due era curioso di testare questa cosa.
Solo quando furono abbastanza lontani dal nido e furono sicuri che pochi du loro ormai li seguivano ancora decisero di contrattaccare. E furono anche abbastanza bravi cavandosela con appena qualche graffio.

Ma il karma oggi ha deciso che uno dei due DEVE farsi male e così quando la bionda, sfinita, si siede a terra di slancio ci trova un tenero ragno pronto a darle un morso sentendosi attaccato.
«Ahia! Ma porca miseria pure il ragno schifoso oggi?!» Esclama rialzandosi di scatto, vedendo un ragnetto grande all'incirca 5 cm attaccato alla sua mano. Agita con forza la mano e solo dopo qualche dolorosissimo secondo questo decide di lasciare la presa e scappare a nascondersi tra le radici di un albero. Snow ridacchia prendendola in giro.
«Impari a guardare prima di sederti. Fammi vedere, coraggio...» e mentre lei mostra la mano offesa il ragazzo rimane di sasso. Sembra molto profonda per essere fatta dal ragnetto che se ne è appena scappato. Senza chiedere nulla ci appoggia sopra la propria mano, creando sotto un lieve strato di ghiaccio.
«Non è molto ma ti allieverà il dolore. Andiamo ora, dobbiamo ritrovare la strada per Rose Dorp.»
Luna lo ringrazia silenziosamente con lo sguardo, guardandosi subito dopo attorno. Inspira profondamente concentrandosi su ciò che sente. Cioè poco. «So per certo che siamo arrivati da quella direzione. Ma non credo sia una buona idea infilarci di nuovo nella tana di quelle bastarde.» Abbassa di nuovo lo sguardo sulla mano. Del semplice ghiaccio sarebbe già sciolto sulla sua pelle. Certo che non si è tirato indietro quel dannato dal mordere.
«Ti sembra che sia gonfiato?» Porge di nuovo la mano al ragazzo che, nonostante stia guardando con attenzione, per non farla preoccupare le risponde con leggerezza: «Ti spaventi per un ragnetto ora? È normale che un pochino gonfi. Forza ora, dobbiamo raggirare il formicaio e non so quanto ci metteremo.»

E così tranquilli cominciano la camminata, ignorando la gravità di un "piccolo" morso sulla mano.

20 minuti dopo la ragazza chiede di potersi fermare, appoggiandosi con il braccio al tronco di un albero. Si sente strana, troppo pure per lei. E... le sta salendo la nausea?
Snow la osserva con attenzione. Ha quasi un Dejá vù nel vederla reggersi all'albero con le labbra tremanti e lo sguardo assente posato sul terreno. L'ultima volta si era avvelenata con dei funghi. Ma ancora non ha provato a mettersi in bocca nulla che non fossero provviste.
Accade tutto in un attimo: le ginocchia di lei cedono e se Snow non l'avesse presa al volo, si sarebbe ritrovata col viso stampato per terra.
«Ohi Luna, che ti prende?!» Chiede con evidente preoccupazione nella voce, aiutandola a sedersi. La ragazza riusce appena a scuotere il capo prima di avere un conato di vomito. Si sporge di lato appena in tempo per evitare di macchiarsi i vestiti, riversando tutto ciò che aveva nello stomaco sull'erba fuori dal loro sentiero. Comincia ad ansimare pesantemente, un po' per il vomito, un po' perché far entrare l'aria nei polmoni si sta facendo piano piano più difficile.
Il moro, che ha fatto ben attenzione a tenerle indietro i capelli, la chiama ma non riceve risposta alcuna. Spaventato la fq voltare verso di sé prendendola per le spalle. Sta... sudando?! Un Dragon Slayer del fuoco può anche solo avere caldo?!
«Luna! Luna santa Mavis, rispondimi!»
Dopo vari respiri profondi riusce a formulare una risposta, con gli occhi pieni di lacrime eppure con un sorrisetto debole sulle labbra: «Non... mi sento bene...»
« Lo vedo da solo che non ti senti bene, stupida!» esclama a pieni polmoni piazzandosi di fronte a lei. «Dimmi qualcosa di più!»
«mi manca... l'aria... » si lascia andare di peso in avanti contro il petto del ragazzo, cercando di respirare a dovere «la testa... gira...»
Non vuole rimane fermo un secondo di più. La prende in braccio facendole appoggiare la testa contro la sua spalla e inizia a correre. Corre come un dannato. Corre come mai aveva corso prima. Ha paura. Tanta paura.
La bionda ora sembra semi-cosciente. Trema tra le sue braccia e per una volta maledice la sua magia del ghiaccio che, contro quel tremore, non poteva nulla. È sicuro che le sua salita la febbre, cosa veramente rara per lei.

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