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Indipendentemente da quanto tempo fosse passato, per Maya era stato comunque troppo. Sentire le grida di Peter era stato straziante e le era scesa qualche lacrima. Non poteva sopportare di saperlo così sofferente.

I rumori dall'altra stanza si erano interrotti da un po' quando suo zio la raggiunse in camera da letto.

«Starà bene» le disse.

«Tu lo sapevi» constatò con voce roca. «Sapevi che era Spider-Man.»

Stephen si sedé ai piedi del letto e fece un prolungato sospiro. «Ti ho iscritta alla Midtown proprio per questo. Gli ho chiesto io di non dirti nulla.»

Maya fece un mezzo sorriso. «Chiesto

Suo zio guardò in alto e annuì. «Su per giù» sorrise a sua volta. «Non prendertela con lui se...»

«Non sono arrabbiata» lo interruppe per tranquillizzarlo. «Né con lui, né con te.» Si alzò in piedi e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Sto cominciando a capire come funzionano queste cose. Ognuno fa quello che ritiene giusto e, dopo quello che è successo a scuola... con il video e i giornalisti, intendo... Insomma, certi segreti non si rivelano con leggerezza, neanche a chi si vuole più bene».

Stephen la guardò con orgoglio. «Credo che a Parker non dispiaccia sentirtelo dire. Mi sembrava abbastanza preoccupato in proposito.»

«Ma se stava gridando!»

«Dopo aver gridato e prima di svenire» specificò lui. «Ha chiesto di parlarti perché era dispiaciuto.»

Maya non se lo fece ripetere due volte e corse fuori dalla camera.

Daredevil se ne era andato, mentre Christine era ancora inginocchiata affianco al divano e stava facendo un ultimo controllo di routine al suo paziente. Quando la vide, le sorrise e chiuse la valigetta col kit di pronto soccorso.

«È tutto tuo» disse alzandosi da terra e appoggiando una coperta di pile sul bracciolo del divano. «Gli ho dato degli antidolorifici abbastanza potenti. Non quanto la morfina, ma...» strinse le spalle, «potrebbe non essere particolarmente recettivo. Non lo strapazzare» ridacchiò.

Maya aspettò che Christine e Stephen fossero in un'altra stanza, poi andò a sedersi dove poco prima stava la dottoressa.

Peter aveva gli occhi chiusi e i capelli incollati alla fronte per il sudore. Il viso mostrava i segni della stanchezza e del dolore provato, un grande cerotto fatto di garza e nastro adesivo gli copriva il fianco leso e la tuta macchiata emanava l'odore ferroso del sangue. Deglutì rumorosamente prima di sollevare le palpebre e accorgersi che lei era lì.

«Ciao» gli sorrise. «Come ti senti?»

«Mmh... sono stato meglio. E sono stato anche peggio.» Richiuse gli occhi e Maya credé si fosse addormentato, finché non le parlò di nuovo. «Mi dispiace. Non volevo venissi a saperlo così.»

«Non fa niente, Peter. L'importante è che tu stia bene.» Gli sfiorò la mano con la sua, ma poi la ritrasse.

Non è da te che vuole questi gesti..., si disse.

«Volevo dirtelo. Avevo pianificato come e quando.» Il ragazzo sollevò ancora una volta le palpebre. Tenere gli occhi aperti sembrava gli costasse un grosso sforzo e Maya non riusciva a immaginare quanto gli pesasse parlare. «Anche se di solito i miei piani non funzionano granché...»

Maya strinse le spalle. «Daredevil ti ha tolto questo fardello, allora» scherzò.

Peter riuscì a fare un lieve sorriso. «Quel diavolo mi deve una tuta nuova.»

SPIDER-MAN/DOCTOR STRANGE - It's not easy to be meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora