Giorno 64

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"Caro diario,
Mi sono svegliata con Giorgio che mi scuoteva tremante, per avvisarmi che non potevamo proseguire in camper. In mezzo c'era un treno, e Kenny e Lee ci erano saliti per capire cosa fare. Così ci alzammo, e uscimmo dal veicolo. Laffuori c'erano Katjaa con Ben e i bambini. Duck era molto pallido, pensavo avesse solo sonno. E invece no. Di lì a breve avremmo scoperto tutto. Io e i ragazzi siamo saliti sul treno, e dopo neanche 20 minuti sentimmo delle urla provenire da dove eravamo venuti. Sono andata io a controllare: Duck si era trasformato, era stato morso...Un bambino così innocente...Probabilmente uno di quei viscidi mostri lo aveva legato alla sua stirpe demoniaca quando assieme ai suoi simili si era infiltrato all'interno del confine del motel, durante l'assalto dei banditi. Cosi, esile, aveva... Non è colpa sua. Katjaa, le aveva strappato un pezzo di morbida carne insanguinata dalla guancia, immettendole la fatale infezione. Vidi la bimba, Celementine, reagire violentemente, scagliandosi contro il pericoloso compagno. Anche io mi avventai lì il prima possibile, prima che la piccola venisse azzuffata. Aveva una sorta di lametta con sé, usò quella per... Per aprire la sottile patina del cranio del vagante. E poi scavò il suo cervello. Così roseo, ma allo stesso tempo così grigio...fuoriuscì, solo dopo, del sangue. Tanto sangue. Lei aveva il faccino rigato di aspre lacrime. Lo voltò dall'altra parte, cercando il treno con lo sguardo. Incrociò invece lo sguardo di Ben, che non aveva osato neanche un  movimento, alla vista della piccola guerriera. Intanto io stavo correndo da quella parte, la avvolsi forte, scivolando, e buttandomi in ginocchio per arrivare alla sua altezza, mentre lei rimase con le braccia sospese in aria, per non sporcarmi di sangue. Le sussurrai un 'don't worry' e lei cinse le braccia al mio collo, singhiozzando. Mormorava qualcosa, non capivo nulla, tranne il pentimento della crudele azione. Non voleva farlo, ma il suo amichetto sarebbe stato un grande pericolo, ed era meglio farlo lei, nei confronti di Kenny, marito e padre dei due. Ma poi presi la testa della ragazzina tra le mani e la rassicurai. Le dissi che mi sarei presa io la colpa, perché per quel poco che avevo visto di Kenny, so che è un uomo impaziente. Sapere quel che Clem aveva fatto al figlio, avrebbe messo in pericolo la bimba. Bimba? Ma che cazzo...Ha agito da adulta, altroché. Bimba ci sarò io, Lyon mi chiamava sempre così, e no: non a letto. Apparte che non ci sono mai andata a letto con lui, ma questa è un'altra storia. Bimba...Perché non sopportavo quando barava, e lui barava dovunque, quindi mi arrabbiavo. Poi però il sorriso tornava, perché era molto divertente passare il tempo con lui. La sua risata, contagiosa, ne ha rallegrate di giornate, tanto da avermi fatta sorridere anche laggiù. Si, l'ho pensato, e mi è venuto un sorriso: dopo tutto quello schifo che era successo, le sorrisi in faccia. Appoggiai poi la mia fronte alla sua, sussurrandole parole dolci. Lei tremava, probabilmente non aveva neanche 10 anni, e già doveva fare cose che io non sopporto neanche ora, a oltre 20 anni di film horror e fiction cruente. Le lasciai un piccolo bacino sul naso, e le mossi poco le guance, indicandole un sorriso, che lei completò. Fu lì che mi alzai, e ritornai lucida. C'era il cadavere di un bambino con la minchia di cervello scavato, e sua madre, che probabilmente diventerà un diamine di zombie tra poco. Quel sorriso scomparve, lasciando spazio ad un'espressione mortificata sul mio volto. Il mio cuore batteva all'impazzata, e quando Kenny si affacciò, sorridente, al vetro del vagone, persi un battito. Vidi i suoi occhi perdere d'animo. Il suo volto era diventato scuro, e l'umore appena calato a picco, sfumava sempre più in  rabbia. Pura rabbia. Lee gli stava arrivando da dietro, l'uomo barbuto si voltò, lo spinse via, e come una furia si scaraventò fuori dalla locomotiva. Lo vidi, che arrivava. Clem si nascose dietro di me, quando lui, più alto, e soprattutto più massiccio di me, arrivò a due palmi dal mio viso, prendendo uno slancio enorme con la mano, e mollandomi una pizza in faccia incredibile. Brucia ancora adesso. Lo schiaffo mi fece ruotare la testa, e caddi sul terreno. Lui cominciò ad urlare, avvicinandosi anche alla sua famiglia, e io piangevo. Cercavo di spiegare con il mio schifo di inglese maccheronico, ma nulla sembrava convincerlo. Anzi, questo risvegliò il razzista, omofobo, che è in lui, che cominciò ad insultarmi, e tanto. Clem mi tappò le orecchie e mi avvinghiò la testa, accarezzando i miei capelli. Cico e Lee, si fiondarono su Kenny, per fermarlo. Aveva continuato a tirarmi altri colpi sfogativi, che rispetto alle sue pungenti parole non mi facevano nulla. Clem cercava di controbattere, ma non riusciva a far nulla rispetto all'omaccione infuriato. Ben intanto era ancora lì, fisso, che osservava. Spaventato e lacrimante, come uno spettatore esterno. Aveva visto tutto. Si leggeva nei suoi occhi che avesse sensi di colpa per qualcosa, forse per non aver fatto nulla durante tutta la sua permanenza con noi. Quanta gente in più avremmo potuto salvare, se solo lui avesse mosso un dito. Ma io non lo incolpo, non siamo tutti forti quanto bisognerebbe in questo mondo, e non è un buon motivo per assalirlo o incolparlo di tutto. Insomma, i miei due salvatori arrivarono giusto in tempo per fermare Kenny. Clem rimase con me per un po', per poi raggiungere Lee e lasciarmi con i miei amici, dopo l'arrivo di Cinzia e Giorgio. Erano andati in cerca di...Qualunque cosa, in realtà. Per il treno bastavano coloro che sono saliti, e loro due dovevano in qualche modo rendersi utili, quindi... Ecco. Raccontai tutto ai miei tre ascoltatori, che capirono la situazione al volo. Non fecero domande, semplicemente proposero di mangiare qualcosa e seguire Cinzia e Giorgio, per cambiare aria. Insomma, c'erano Clem e Lee a badare a Kenny, in particolare della ragazzina mi fido. Quindi andammo a farci quella camminata, attraverso il bosco, per poi dividerci. Rimasi con Cico, raggiungemmo un piccolo specchietto d'acqua. Ci fermammo lì, e tornammo in tardo pomeriggio, dopo altri giri per l'immensa radura, combattendo infiniti infetti. Per me fu un po' uno sfogo, quindi mi andava bene. Ora eccomi qui, in un vagone, a cercare di addormentarmi, con scarsi risultati. Kenny è rimasto solo, e per quanto ne so potrebbe essere impazzito. Se mi togliessero i miei amici e avessi qualcuno da incolpare, non ascolterei ragioni, e ucciderei chiunque mi si piazzasse davanti. Ora spero solo che Kenny non cederà ai suoi istinti. Spero che capirà la mia situazione e quella di Clem, per ora nascosta. Detto questo, buonanotte, almeno spero;

La tua Annie bisognosa di speranza<3"

Per Non Dimenticare- WGFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora