E' ormai passata una settimana da quando il signor Kim mi fece quella strana proposta riguardante suo figlio, be' dire che c'ho pensato è dir poco, non ho praticamente dormito.
Credo proprio che accetterò, la cifra che mi ha proposto è qualcosa di incredibile, soprattutto perché stiamo parlando di tale cifra mensile, non potrei chiedere di meglio, e poi ,credo che il suo adorabile figlio renderà tutto questo ancora più gradevole, ovviamente però dovrò parlare di questa cosa anche al lavoro, perché sinceramente non voglio lasciare il mio posto da agente così ho chiamato il mio capo e ci siamo messi d'accordo che avrei prestato servizio quattro volte a settimana in giorni e orari a mia scelta, e be' la cosa è perfetta.
Con determinazione mi alzo dal letto e mi vado a fare una bella doccia, per poi mangiare e infine vestirmi velocemente, oggi non ho lavoro così decido di chiamare il signor Kim, così mi metto a cercare il bigliettino che mi aveva dato e non appena lo trovo nella tasca del mio bomber, salvo il numero e mi decido ad avviare la chiamata.
Aspetto pazientemente che risponda e non appena gli squilli cessano capisco che finalmente la chiamata è stata accettata.
"Kim Hyonsu, con chi parlo?"
Subito rispose la voce fredda e distaccata che il signor Kim è abituato ad usare professionalmente, ma non appena gli rispondo con un: " Signor Kim, Sono l'agente Jeon" Lui subito si scioglie, cambiando repentinamente tono di voce.
"Agente Jeon! È un piacere sentirla" Questa sua voce improvvisamente euforica mi fa capire subito che probabilmente non aspettava altro."Salve signor Kim, l'ho chiamata perché ho preso una decisione per quanto riguarda la proposta che mi ha fatto"
Quasi non mi da tempo di finire che mi interrompe subito.
"Oh mi fa piacere, ma vorrei parlarne faccia a faccia se non le dispiace, e dato che oggi ho del tempo libero mi sembra perfetto, lei che dice?"Lo ascolto attentamente per poi rispondere con sicurezza con una risposta affermativa, ci mettiamo d'accordo sull'orario per poi affermare che mi sarei dovuto recare in villa Kim tra due ore.
Dopo aver riattaccato la chiamata, cominciai ad oziare sul mio divano, lasciando che la mia mente cominciasse a vagare verso un unico punto fisso ormai da qualche giorno, nonché il primogenito dei Kim.
E' impiantato nella mia mente, ogni qualvolta mi ritrovo da qualche parte, a fare qualcosa di importante, o addirittura a lavoro il suo viso appare nella mia immaginazione, non riesco a non pensare a quegli occhi così luminosi e innocenti che mi pregavano di non lasciarlo solo, o a quelle labbra costantemente strette tra i denti a causa del nervosismo... Oh andiamo ma che mi prende ultimamente?
Passano velocemente queste due ore di attesa ed esco di casa giusto una quindicina di minuti prima, mi incammino verso villa Kim dato che non è nemmeno troppo lontana da casa mia, infatti ci metto davvero poco ad arrivare.Appena arrivato davanti al gigante cancellone della villa, schiaccio il bottoncino del citofono e qualche secondo dopo vedo il cancello aprirsi, così mi incammino verso la porta di ingresso, neanche tempo cinque secondi che la porta viene spalancata da una governante che mi porta subito nello studio del signor Kim.
Ritrovo quest'ultimo seduto alla sua scrivania che digita qualcosa al computer con espressione estremamente seria, starà lavorando, ecco perché comincio a pensare di essere di troppo.
"Mi perdoni signor Kim, posso passare tra qualche ora se le serve-"
Non finisco di parlare che subito l'uomo alza il viso e sorride moderatamente.
"Oh agente Jeon! non la avevo sentita entrare, si sieda pure, è bello rivederla"
Mi fa accomodare su una poltrona davanti alla sua scrivania e si rimette seduto dopo avermi dato una stretta di mano.
In un'ora abbiamo accordato tutto e devo dire che sono alquanto soddisfatto, e il fatto che io incominci proprio stasera mi eccita a dir poco, io e il signore sulla quarantina ci alziamo e mi porta a fare il giro della villa, dire che questa reggia sia immensa è un eufemismo, hanno addirittura la piscina!
Quanti cazzo di casinò hanno questi?
Dopo aver girovagato per la villa, mi porta finalmente davanti la stanza di suo figlio, Taehyung, il signor Kim mi aveva giusto avvertito fosse stato dimesso qualche giorno fa.L'uomo batte due nocche in modo leggero sulla grossa porta in mogano che ci si presenta davanti, finché una vocina che subito riconosco, ci giunge alle orecchie dandoci il permesso di entrare, infatti entriamo e troviamo il ragazzino seduto sul suo matrimoniale pastello a leggere, e così cominciai a credere fosse una visione, non reale.
Ha i capelli biondi cenere spettinati, una camicetta in raso di qualche taglia in più che pende leggermente dalla sua spalla destra e un sorriso smagliante che ci accoglie calorosamente, un fottuto angelo, nient'altro mi viene in mente per riuscire a descrivere questo piccolo dono sovrannaturale.
Non appena il ragazzino spostò lo sguardo su di me, una saetta di luce colpì i suoi occhi di felicità, rimase a fissarmi per qualche secondo per poi darsi uno slancio con le braccia e cercare di alzarsi per venirmi incontro.
"A-Agente! è tornat-UO!"
Proprio mentre Taehyung si stava alzando per venire a salutarmi, notai che appoggiando il piede a terra della gamba operata, perse improvvisamente l'equilibrio, così subito accorsi ad aiutarlo afferrandolo per i fianchi e stringendolo saldamente a me, per evitargli una rovinosa caduta.
"Signorino Kim, deve fare attenzione, soprattutto adesso, si è operato da pochissimi giorni, la rimetto a letto"
Dico con segni di autorità e preoccupazione nella voce, nelle condizioni in cui si ritrova deve essere prudente, e io sono qui anche per questo, lui notando la posizione ravvicinata in cui siamo, non perde tempo ad arrossire vistosamente, e per evitare di farsi vedere, cerca di abbassare la testa, per poi prendere parola.
"Non è n-necessario agente, sto bene!"
Cerca di parlare con entusiasmo per sembrare convincente, ma ahimè l'ho già preso in braccio a mo di sposa, di nuovo, e l'ho riappoggiato il più delicatamente possibile sul suo letto King Size.
Il ragazzino mi guarda incantato dal modo in cui mi prendo cura di lui, il tutto sotto gli occhi indagatori del signor Kim che mi sono totalmente dimenticato di avere dietro di me, spero non pensi a nulla di male.
Presto il padre prende parola e spiega la situazione al figlio che non perde tempo a lanciare un urletto felice, infondo si vede che si è affezionato a me in così poco tempo, e anche se vorrei rimanere ancora un po con il ragazzetto, ho promesso a una persona che sarei passato a salutare.
"Signor Kim la prego di scusarmi ma ora devo davvero andare, la ringrazio ancora per l'offerta e tornerò questa sera, come pattuito" dopo di ché mi giro verso Taehyung e lo guardo sorridente "mi raccomando signorino Kim non faccia sforzi, tornerò il prima possibile" Gli rivolgo un sorrisino rassicurante per poi congedarmi.
L'impegno che mi aspetta è mio zio, Jeon Junghoon, un uomo forte e dai sani principi e anche se ormai abbastanza anziano, colui che mi ha cresciuto, ho vissuto con lui sin da piccolo, infatti anche se appena compiuti i 18 me ne sono andato, venivo a trovarlo ogni weekend, e anche se ora tutta quella costanza non c'è più, mi fa piacere andare a vedere come sta, e anche a lui fa piacere che passi, fatto sta che rimasi da lui tutto il pomeriggio chiacchierando di come stava andando, e gli ho anche raccontato del mio "nuovo lavoro" ne e rimasto sorpreso e alquanto felice, insomma, lavoro per la famiglia più ricca di tutta la corea del sud, no?
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Hei guys, molto di passaggio sto capitolo, però nel prossimo ci sarà finalmente un po di kookv, spero che sta storia non sia completamente da polverizzare, comunque, buonanotte :)))
Den
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𝐒𝐀𝐕𝐄 𝐌𝐄 /Kooktae/
Fanfiction**RISCRITTURA** 𝘑𝘦𝘰𝘯 𝘑𝘶𝘯𝘨𝘬𝘰𝘰𝘬, 𝘢𝘨𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘍𝘉𝘐 𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰, 𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘵𝘳𝘰𝘷𝘦𝘳𝘢̀ 𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘥𝘪 22 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘤𝘰𝘪𝘯𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘳𝘢𝘱𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰, 𝘵𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘰𝘴𝘵�...