Appena il signor Kim legge velocemente il messaggio mandatogli da uno sconosciuto, sgrana gli occhi constatandone il contenuto... l'agente federale notando l'espressione dell'uomo, si acciglia.
"Tutto bene signor Kim?"
Il padrone di casa, senza rispondere in modo diretto all'agente, si limita a passargli il cellulare, con l'intento di fargli leggere il messaggio, Jungkook prese il telefono porto dall'uomo e lesse attentamente, rimanendo a bocca aperta.Numero sconosciuto
OnlineHo tuo figlio Kim, se vuoi riaverlo devi sborsare soldi, tanti soldi.
02:36.A quel punto Jungkook decide di spacciarsi per il signor Kim, cominciando a chattare con il rapitore.
Numero sconosciuto
OnlineHo tuo figlio Kim, se vuoi riaverlo devi sborsare soldi, tanti soldi.
02:36.Avrete qualsiasi cifra, ma non dovrete torcergli un capello.
02:37.
Tranquillo paparino, tuo figlio sta bene, voglio solo i tuoi soldi
02:37.D'accordo, allora quanto volete?
02:38.Voglio 674.510.000,00 ₩, ci incontriamo al bar dell'angolo a Insa-dong, ti do mezz'ora, puntale, o tuo figlio ne pagherà il prezzo
(Circa 500.000 euro)
02:38.
Bene, porterò i soldi
02:39.Jungkook inviò l'ultimo messaggio, per poi spegnere il cellulare e riporgerlo al proprietario.
"Signor Kim, ci servono
674.510.000,00 ₩, crede di poterli rimediare in venti minuti?" Chiede l'agente con autorità "s-sì, chiamerò la banca" rispose subito l'uomo, pensando sul da farsi "bene, ora le spiego il piano"
....~~~
Si trovava in quel vicoletto, esattamente dove il rapitore gli aveva dato appuntamento, Kim Hyonsu non aveva mai avuto mai riscontrato situazioni del genere, soprattutto riguardanti la sua eredità, anche se essere invidiato per il suo patrimonio non era di certo una novità, e se a suo figlio fosse capitato qualcosa, avrebbe venduto l'anima al diavolo pur di ravirlo in dietro, era in piedi in mezzo a quella palla di oscurità e suoni ambigui, in preda all'ansia e alla paura, teneva stretta nella mano destra un borsone contenente i soldi richiesti, tutti e i 674.510.000,00 ₩. Era davvero a disagio, si guardava a destra e a sinistra, con un microfono e una telecamera impiantati nei suoi occhiali da vista, così che attraverso il computer del suo studio, la moglie e la figlia, insieme ad alcuni ragazzi della squadra d'assalto, rimasti alla villa per proteggerle, avrebbero potuto vedere e sentire tutto. Poi c'era Jungkook, che si trovava insieme a tre dei suoi uomini nascosti nel loro furgone, sulla strada accanto al vicolo, aspettando un segno, ma dopo una breve attesa, ecco un'altro furgone totalmente bianco che si ferma al vicolo, scendono due uomini muscolosi e paurosi da esso, prendendo Kim da sotto le braccia fino a portarlo nel furgone, per poi sgommare sulla strada verso una meta imprecisa.
Appena quella scena si presenta, jungkook aspetta qualche secondo per poi cominciare a correre dietro al furgone, così da non farsi scoprire, dopo soli dieci minuti arrivano in mezzo alla periferia di Seoul, dove il furgone bianco si ferma in una vecchia fattoria abbandonata, Kook lascia che gli scagnozzi e il signor Kim entrino e nel frattempo lui e i suoi uomini si preparano a fare irruzione, si avvicinano cauti alla porta della fattoria con i loro M16 tra le braccia, decide di aspettare il momento giusto e infatti appena sente che dentro inizia ad esserci scalpore, tra urla e spari, fa segno ai suoi uomini e da un calcio alla porta in legno facendola cadere giù, entrano velocemente e appena kook si accorge che il rapitore sta puntando una pistola alla testa del signor Kim, prossimo a sparare un proiettile all'uomo, lo precede impiantandogliene uno al cuore, facendolo accasciare a terra ormai privo di vita, gli altri uomini corrono ad ammanettare gli scagnozzi dell'assassino, subito riconosciuto come Sinace, un criminale internazionale, questo bastardo ha fatto di tutto, quel proiettile se lè proprio meritato.
Mentre due uomini portano quegli scagnozzi sul furgone, un'altro uomo prende il signor Kim che ha dovuto subire in parte quello schifo, non dev'essere bello farsi puntare una pistola alla tempia, una volta chiusi i criminali nel furgone, il cocapitano della squadra d'assalto, nonché colui che ha scortato fuori il signor Kim, chiama subito i rinforzi e un'ambulanza.
Sembrava tutto finito, ma c'era qualcos'altro che Kook doveva fare, trovare il figlio del signor Kim, prese a cercare dappertutto ma niente, finché non iniziò ad urlare "Ragazzo, Ei ragazzo sono un'agente dell'FBI, mi senti?" tempo di dire queste parole che comincia a sentire una voce attuttita, prende a seguire la voce e appena vede che a separare quella voce da lui c'è una porta, la apre velocemente trovandoci all'interno un ragazzo legato ad una sedia, con un sacco sulla testa, gambe e braccia completamente immobilizzate, Jungkook prende subito a slegargli le gambe, poi passa alle braccia e infine al sacco che il povero ragazzo si ritrova sulla testa, a soffocarlo, sfila quest'ultimo dal suo capo, e non appena lo vede in viso, quasi non sente il fiato mozzare.
Quel ragazzo, quel fottuto ragazzo...era una fottuta meraviglia, con quei capelli corti di un grigio tinto alquanto perfetto, quei maledetti occhi azzurro cielo, quel naso a patate con tanto di un tenero nero che ornava la punta di quest'ultimo e infine le sue labbra, dio solo sa quelle labbra quanto possano essere morbide.
Jungkook si era incantato, non era riuscito a trattenersi davanti a quella vista paradisiaca, ma si riprese poco dopo tornando in posizione eretta "A-aiutami ti p-prego... p-p-per favore" quel ragazzino così indifeso, parlava a stento, per quanto fosse spaventato, che cazzo gli avevano fatto quei mostri? Effettivamente qualcosa si poteva ben capire... da tutti quei lividi sul suo corpo latteo, da un taglio allo zigomo sinistro, da un occhio nero, fino a quelle stupide lacrime che non facevano altro che scorrere sul suo viso pallido, Kook prese subito a rassicurarlo, per non peggiorare la situazione "Stai tranquillo, è tutto finito." Prova ad allungare una mano verso di lui per aiutarlo, ma il ragazzo si ritrae velocemente, terrorizzato. "Ei tranquillo, non ti farò del male, sono qui per portarti a casa, dalla tua famiglia, devi solo fidarti di me" si affrettò a dire Kook vedendo la sua reazione, dopo un bel minuto dove il ragazzo scrutava attentamente la figura slanciata e muscolosa dell'agente, constatò allora egli di potersi fidare, così alzò lo sguardo sul viso di Jungkook, che prese parola "Come ti chiami?" Il ragazzino deglutì a vuoto per poi rispondere debolmente "T-Taehyung"
"Ok Taehyung, ora fidati di me, e presto tornerai dalla tua famiglia, d'accordo?"chiese amorevolmente Jungkook scorgendo un piccolo cenno dal capo del ragazzino impaurito, che lentamente, allungò le mani verso di lui per farsi aiutare, Kook provò a farlo alzare ma l'altro subito si ritrasse tornando a sedere "N-non riesco a-a camminare..." Jungkook lo guardò e fece posare il suo sguardo sulle gambe del ragazzo che si ritrovava con una chiazza di sangue sui pantaloni bianchi,proprio sul polpaccio sinistro, e capì che là sotto vi era un taglio, così non ebbe altra scelta, prese il corpicino minuto del ragazzino in braccio a mo' di sposa, l'altro totalmente sorpreso all'inizio, quasi perse l'equilibrio, ma poi cinse il collo dell'agente sotto di sé, per non cadere.
Kook prese a camminare con l'ex ostaggio tra le sue braccia, che aveva assunto un'espressione imbarazzata, accompagnata da un adorabile rossore che prese a governare le sue guanciotte, sorrise alla scena e lo portò fino all'ambulanza, dei paramedici corsero verso di loro con una barella e Kook ci appoggiò il ragazzino sopra che quasi non si voleva staccare dal suo collo e mentre quest'ultimo stava per tornare sul sul furgone, per scortare i nuovi carcerati, venne fermato dalla mano tremolante e delicata del ragazzino che lo richiamò "r-resta con me, ti p-prego" disse sempre con quell'espressione impaurita fissando le sue iridi cielo in quelle nocciola dell'agente, che si girò a guardarlo intenerito, aveva conquistato la fiducia del piccolo traumatizzato e ne andava alquanto fiero, annuì leggermente e si riavvicinò alla barella, prese il suo wolki toki e avvisò i suoi uomini di portare in centrale gli scagnozzi del maniaco, dopo pochi minuti vide il furgone nero sgommare e tornare in città, tornò a guardare il ragazzo che scrutava attentamente in torno, impaurito, sorrise leggermente, e allungò ancora di più il suo sorriso, non appena abbassò lo sguardo sulla mano del ragazzino che stringeva ancora la manica della sua tuta, poi però venne risvegliato da un urlo, che riconosce essere quello del signor Kim "TAEHYUNG!" Si gira e vede l'uomo correre verso di loro, con un'espressione sollevata sul volto, il ragazzo alza il busto dalla barella e sgrana gli occhi nel vedere suo padre "A-APPA!" l'uomo si fionda su suo figlio, abbracciandolo stretto, alchè il ragazzino prende a piangere sul petto del suo papà, sentendosi finalmente al sicuro, stessa sensazione di sicurezza che aveva provato tra le brandi braccia dell'agente speciale "Figlio mio, sei vivo, ma... sei ferito, Dio santo perdi sangue!" Constata suo padre sgranando gli occhi, appena vede la macchia di sangue fresco sul pantalone del ragazzino "A-appa non è n-niente tranquillo" si affretta a dire Taehyung a suo padre, ma poi Jungkook è costretto a interrompere i due familiari "Signor Kim è meglio se lei sale in ambulanza con suo figlio, andate in ospedale, io torno a casa sua e porterò sua moglie da voi" gli descrive il piano all'uomo, che annuisce subito, ma qualcun'altro sembra contrario a questo piano "N-no!"
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𝐒𝐀𝐕𝐄 𝐌𝐄 /Kooktae/
Fanfic**RISCRITTURA** 𝘑𝘦𝘰𝘯 𝘑𝘶𝘯𝘨𝘬𝘰𝘰𝘬, 𝘢𝘨𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘍𝘉𝘐 𝘵𝘳𝘦𝘯𝘵𝘦𝘯𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰, 𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘵𝘳𝘰𝘷𝘦𝘳𝘢̀ 𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘥𝘪 26 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘤𝘰𝘪𝘯𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘳𝘢𝘱𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰, 𝘵�...