todoroki ✘ midoriya ( 𝐢𝐢. )

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❛  power is not for being at the top
強さは何かの上に立つため在るんじゃない

it's for being able to embrace
something important
大切なものを抱きしめるそのために

even if you lose everything
何もかもを失くしても  ❜

━  polaris, blue encount.


  
    

     𝗦𝗛𝗢𝗧𝗢 rimase per qualche istante interdetto, perché non aveva avuto la medesima reazione di Izuku?

Il riccio stava ora accucciato su un cumulo di neve sporca, l'espressione del suo viso tirata in un sospiro di sollievo.

Il bambino non aveva nulla di rotto né era stato attaccato da un villain; non aveva perso la sua mamma né la strada di casa:  non era, in sintesi, in pericolo di morte imminente.

Eppure Izuku era lì davanti a lui, il fiatone della corsa ancora lo faceva tremare da capo a piedi: stava abbassato alla sua altezza, un mezzo sorriso gentile tirato sulle labbra arrossate dal freddo, e lo implorava con dolcezza di smettere di piangere.

Shoto aveva tardato persino a correre.

Quando i due avevano avvertito un pianto nelle vicinanze, mentre il bicolore ancora connetteva i pensieri e le azioni gli uni agli altri, Midoriya era scattato come una molla in direzione del parco: sarebbe potuta essere una trappola, uno scherzo di cattivo gusto, una stupidaggine come un capriccio  oppure il primo sintomo di un male molto peggiore, e il riccio non aveva vagliato nemmeno una di queste ipotesi.

Lui semplicemente aveva iniziato a correre, costringendo il compagno di classe a fare lo stesso.

«  Non scende, non scende più!  »  urlava il bambino in un pianto disperato, e più piangeva più il viso del riccio si faceva addolorato.
Shoto pensò di seppellire la testa dell'infante sotto il cumulo di neve, così da estinguergli  ogni preoccupazione alla radice.

«  Se non mi dici qual è il problema, come faccio ad aiutarti? »  il viso di Izuku non aveva perso la sua dolcezza, e con una mano tesa verso il bambino tentava di convincerlo a tirarsi su, per evitare che finisse di inzupparsi i vestiti.

«  Se non puoi far nevicare non mi servi a niente!  »  sbottò allora il tappetto alzandosi in piedi da solo, avrà avuto sì e no sette anni e la sua espressione arrabbiata gli ricordò per un attimo quella di Bakugo.

Ed ecco spiegata l'incompatibilità con Midoriya, si disse il bicolore.

«  Mamma ieri non mi ha fatto uscire a giocare, diceva che era troppo freddo »  si passò una mano guantata sul viso per asciugarsi le lacrime, doveva essere altrettanto zuppa e congelata anche quella però, perché la sua espressione si contorse per il fastidio: «  Mi sono perso la neve, i miei amici giocavano e io me la sono persa  » 

Adesso anche Shoto era piegato accanto a Izuku, avrebbe voluto essere il tipo di eroe che era lui ma in realtà non gli somigliava affatto.

Prese una delle manine paffute del bambino nella sua sinistra e pian piano tentò di asciugarla, lo stesso fece almeno coi guanti e le sue braccia  che rischiasse di prendersi un malanno.

Finito di asciugarlo il più possibile, il bambino borbottò quello che somigliava un ringraziamento mentre imbarazzato si strofinava un occhio, doveva trovare il quirk di Shoto molto utile ma forse era troppo orgoglioso per dirglielo senza giri di parole.

«  Facciamo così »  esordì ad un certo punto Midoriya, che era stato con la testa altrove per gli ultimi due minuti a borbottare cose che solo lui riusciva a capire: « Se riesco a far nevicare, tu torni indietro e chiedi scusa alla tua mamma »

«  Cosa?! Ma non voglio chiederle scusa! È colpa sua! »  si lagnò allora lui, il tono ridotto ad un miscuglio di rabbia e stizza.

«  Quando le persone ci vogliono bene si comportano così, spesso le loro azioni hanno un sottotesto che all'inizio non vediamo... se Todoroki si mettesse a correre sullo stagno ghiacciato adesso, io gli chiederei di non farlo anche se lui dovesse trovarla la cosa più divertente del mondo... »  l'attenzione di Shoto fu interamente catturata dal dolce profilo delle guance di Izuku:  « ...questo non mi rende cattivo, ma solo molto preoccupato per lui, perché non voglio che si faccia male, capisci che intendo? »

Forse Izuku si accorse della penetrante occhiata che gli lanciò l'amico, perché improvvisamente arrossì come una teiera sul bollitore.

Shoto avrebbe voluto obbiettare, avrebbe voluto dirgli che forse questo valeva per Inko Midoriya ma non per tutti gli altri genitori nel mondo: e non valeva per Enji Todoroki, poco ma sicuro.

« Abbiamo un accordo? Io faccio nevicare e tu vai a chiederle scusa  »

«  Tsk, va bene, tanto è impossibile  »

A Shoto venne da sorridere ma si trattenne.

Midoriya si stava allontanando in direzione del folto boschetto di aceri, lo sguardo risoluto di chi non solo avrebbe vinto la scommessa, ma avrebbe presto fatto nascere un sorriso dove prima c'erano stati  lacrime e pianto.
Todoroki aveva capito le sue intenzioni, e questo non faceva altro che divertirlo di più.

« Avanti, seguilo » disse al bambino, e a sua volta si accodò a lui, entrambi due fedeli ombre del giovane eroe riccio.

Quando Izuku si fermò al centro della piccola radura innevata, Shoto si inginocchiò vicino al bambino, che finalmente sembrava aver assunto un'espressione incuriosita.

« È proprio quando gli dicono che una cosa è impossibile, che Midoriya decide di farla a qualsiasi costo  »  gli rivelò allora il bicolore, e in silenzio attese che il bambino lo scoprisse coi suoi occhi.

« One for All... Full Cowl... »  coi pugni stretti ai lati dei fianchi, Midoriya si flettè lievemente sulle ginocchia; brillava di luce propria fra quei sprazzi di verde smeraldato, e ora Shoto aveva una scusa per poterlo osservare con meraviglia spontanea senza doversi nascondere: «  California Smash! »

Quando il suo corpo schizzò in aria ad una velocità sorprendente, la sua gamba destra  descrisse una serie di cerchi concentrici nel cielo, e subito una poderosa folata di vento smosse tutti i rami degli aceri intorno a loro.

Il piccolo piagnucolone ne avrebbe avuta di neve, pur se solamente per qualche minuto, anche se dalla sua espressione intuì che fosse più che sufficiente.

 


 
 

Avevano scoperto che il bambino sporco di neve e lacrime si chiamava Yugi, e che frequentava le scuole elementari proprio lì a Musutafu.

Giocava con la neve come se ne dipendesse la sua vita, e continua a gridare “grazie” ogni qualvolta riusciva a catturarne.

« Ci ho pensato parecchio »  rivelò allora Shoto, le mani nelle tasche e l'espressione assente.

Izuku si voltò ad osservare con attenzione il suo profilo panna e fragola, aspettando ansioso che arrivasse al punto.

« Quella notte a Kamino... Stain, aveva ragione  »  lo sguardo del riccio si fece incredulo e confuso « ...su di te » si affrettò ad aggiungere il bicolore.

«  Sei il più degno fra loro... fra noi, sei sempre stato il più degno  »  e lo disse osservando quel poco di neve che ancora scendeva dagli alberi, come a volersi calcificare quell'immagine per sempre fra i ricordi.

 
 

  

𝐩𝐨𝐬𝐭 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐩𝐭𝐮𝐦:

TALMENTE CORTO CHE
PRATICAMENTE POSSO
AGGIUNGERLO ALLA PRIMA
PARTE E BASTA, LO SO
PRIMA O POI LO FARÒ

Next time, momenti
like father like son
con all might e deku,
stay tuned¡

Mighty D3ku

⋆ ˚。 my hero academia  ✘  christmas edition.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora