4. L'uomo in giacca e cravatta

23 3 18
                                    

Ancora confuso dalle parole che mi aveva rivolto il mio vicino di casa, decisi che era ora di farmi una doccia, magari oltre alla notte anche l'acqua calda porta consiglio.

Iniziai a far scorrere l'acqua girando la manopola sul segno rosso che stava ad indicare la parte dalla quale sarebbe uscita l'acqua calda, nel frattempo mi spogliai dei miei vestiti abbandonandoli sul pavimento.

Appena l'acqua divenne abbastanza calda per i miei gusti mi ci buttai sotto, ci stetti poco più del solito, usai questo momento di tranquillità per riflettere ma non arrivai a nessuna conclusione. Uscito dalla doccia mi legai un asciugamano in vita e andai in camera, notai dalla finestra che una luce stava illuminando le mura della casa di Louis e mi affacciai incuriosito.

Era appena arrivata una macchina che sembrava la stessa di questa mattina, ne ebbi la conferma appena riconobbi l'uomo vestito con giacca e cravatta. Vidi che bussò alla porta e che la madre di Louis lo accolse, però non sembrava serena. Perché mi stavo ponendo tutte queste domande? Poteva benissimo essere davvero un loro parente, e poi a me perché sarebbe dovuto interessare? Decisi di lasciar perdere e di andare a dormire, mentre mi rigiravo nel letto per trovare la posizione più comoda per potermi addormentare la curiosità si impadronì nuovamente di me.

Decisi di affacciarmi alla finestra per vedere se la macchina fosse ancora lì, notai che l'uomo misterioso era nella camera di Louis, erano entrambi seduti sul letto, in mezzo a loro si trovava una pila di cartacce, sembravano documenti ma non riuscivo a capire bene.

La curiosità mi stava divorando, dovevo sapere chi fosse quell'uomo, solo per pura curiosità, però non potevo parlare a Louis, avevo paura. Decisi dunque di comunicare con lui senza però parlargli, scrissi il suo nome su un foglio, aspettai che l'uomo se ne andasse e lo appiccicai alla mia finestra con una striscia di nastro adesivo, nella speranza che lui lo veda dopo circa dieci minuti andai a vedere se mi fosse arrivata la risposta, e infatti eccola 'Che vuoi?' era ciò che c'era scritto sopra, scrissi su un altro foglio 'Chi era quell'uomo?'.

Sta volta la risposta al mio quesito arrivò subito 'Ma cosa ti importa?' era molto prevedibile ma io volevo delle risposte, solo e unicamente per colmare la mia curiosità, decisi dunque di aprire la finestra e sporgermi, speravo che Louis si accorgesse di me, ma stavo iniziando a sentire freddo, entrai e presi una gomma da cancellare per poi lanciarla contro la finestra del mio vicino, finalmente Louis aprì la finestra "Ma che vuoi Styles?" chiese lui sbuffando "Mi dici chi era quell'uomo Tomlinson?" domandai dunque io "Sei scemo o cosa? Sono le due di notte e tu mi chiedi chi fosse quell'uomo. Che poi, come l'hai visto? Mi stavi spiando? Impara a farti i fatti tuoi" disse strofinandosi gli occhi "No, non ti stavo spiando e poi scusa, è giusto che io sappia che il mio vicino di casa ha acquistato un sicario o un spaccino" dissi in mia difesa, non sapevo più cosa inventarmi, davvero non sapevo perché mi interessasse.

Louis sgranò gli occhi incredulo "Vi prego ditemi che sto sognando. Harry ma che cazzo dici?" chiese lui, "Oh, solo quello che penso. Senti già per oggi pomeriggio non ti ho fatto domande e non voglio fartele almeno dimmi chi è quell'uomo" continuai imperterrito "Senti Styles già mi stavi antipatico ora proprio non ti sopporto. Perché diamine ti interessa così tanto moccioso?" queste furono le parole di Louis che mi fecero riflettere.

Già, perché mi interessava? Non me lo sapevo spiegare, lui mi detestava e io provavo lo stesso sentimento per lui.

"Perché non me lo puoi dire e basta?" chiesi io "Si chiama Simon e no, non è uno spacciatore, neppure un sicario e tanto meno un papone" disse lui sperando di mettere a tacere le mie domande "Che ci faceva con te?" chiesi io "Hai rotto il cazzo" disse lui per poi chiudere la finestra e lasciarmi con tanti pensieri. Decisi di non pensarci troppo e andare a dormire per farmi cullare dai sogni sperando non si trasformino in incubi.

Stavo sognando di essere su una bella nave alla ricerca di nuove terre per poi essere bruscamente svegliato da mia sorella "Harry svegliati che perdi il pullman" mi disse lei allarmata, spalancai gli occhi e mi alzai di colpo, feci tutto in fretta e furia e uscii da casa, davanti alla porta vidi una gomma da cancellare, ero in ritardo e la lasciai lì senza farci troppo caso.

Dovetti correre un po' ma fortunatamente riuscii a prendere il pullman e sedermi al solito posto e a tenere il posto a Niall.

Oggi davanti a scuola non vidi arrivare Louis, dunque entrai tranquillamente e senza l'ansia che mi possa assalire in qualche angolo isolato della scuola.

Andai a svolgere le mie lezioni, più o meno, ero completamente assente, le uniche cose a cui riuscivo a pensare erano questo Simon e quel 'Tu mi fai sentire debole'.

Alla fine delle lezioni mi incamminai verso la mensa, arrivato andai a sedermi al tavolo tondo nel quale erano già presenti Liam e Zayn, li salutai "Avete visto Niall?" domandai "Sta contrattando con la cuoca perché vuole la doppia porzione di crocchette di pollo" mi rispose Zayn continuando a guardare il suo piatto "Girati e guardalo" mi consigliò Liam, e così feci, mi girai e vidi il biondino che mentre parlava con la cuoca faceva dei strani gesti con le braccia, sarebbero state perfette per una babydance.

Dopo circa due minuti Niall si accomodò al tavolo senza la doppia porzione di crocchette e con la delusione percepibile sul suo volto "Prendi la mia" disse Zayn passandogli la sua porzione "Grazie Zayn sei fantastico, proprio un buon amico" disse il biondo facendo tornare il sorriso sul suo volto.

"Harry oggi nessuno cercherà di farti andare via?" mi chiese Liam sorridente "Spero proprio di no, anche perché per fortuna ancora non ho visto Tomlinson oggi" risposi per poi decidere di prendere la palla al balzo "Ma perché voi quattro avete litigato?" chiesi poi.

Non ricevetti alcuna risposta, vidi solo i loro sguardi incrociarsi, il silenzio calò tutto d'un tratto e subito dopo suonò la campanella delle lezioni pomeridiane "Ciao Harry ci sentiamo" dissero tutti e tre all'unisono alzandosi dal tavolo lasciandomi lì, seduto con le mie domande senza risposta, come al solito.

Non ricevetti alcuna risposta, vidi solo i loro sguardi incrociarsi, il silenzio calò tutto d'un tratto e subito dopo suonò la campanella delle lezioni pomeridiane "Ciao Harry ci sentiamo" dissero tutti e tre all'unisono alzandosi dal tavolo lasci...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Destiny {Larry Stylinson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora