"La rescissione è un'azione intesa a togliere efficacia a un negozio giuridico con effetto retroattivo"
Ma sti cazzi?
Ma sti cazzi proprio?
Ma sti cazzi delle rescissioni, delle obbligazioni e sti cazzi pure dei contratti non ce li metti?
Questo è tutto quello a cui riesce a pensare Giovanni mentre si passa le mani tra i ricci castani ormai esasperato per quell'ennesimo pomeriggio di studio a vuoto.
Odia questa cazzo di materia, odia questa università, odia i prof, odia i compagni, odia il dipartimento, odia la segreteria, odia le aule, odia le sedie, odia i libri, odia tutto cazzo!
Lui, Giovanni Garau, abitutato a vivere solo di risate e coppini con gli amici, di baci della sua Eva, di abbracci dal suo fratellino, si ritrova in una cazzo di spirale d'odio nella quale è immerso ormai da quattro mesi e dalla quale non riesce a uscire.
Tutti i pensieri si aggrovigliano nel suo cervello ed è come se nella sua stanza, nella sua casa vuota, ci fosse un gran casino e lui volesse solo farlo smettere.
Quando il telefono squilla lo prende infastidito, sarà l'ennesimo rompicazzo che manda un messaggio sul gruppo che puntalmente verrà ignorato.
"Ciao, sono sola a casa, passi per...?"
Due emoji ritraenti una pizza completano il messaggio.
Ecco il modo migliore per far smettere un gigantesco casino nella testa, passare una serata con la persona che ami.
Con un sorriso sulle labbra si veste in fretta e furia per dirigersi verso casa di Eva, passando sul ponte della Scienza non può far altro che sentire un po' di malinconia pensando ai pomeriggi passati a casa di Marti a base di pizza, mortazza e City-Real, lui si sente un bambinone in confronto a Martino, aveva sempre protetto il suo migliore amico e cercato di fargli anche un po' da mamma (guadagnandosi il soprannome di "Mamma orsa Garau") ma ora Martino conviveva, aveva la sua vita così come Eli che era andato via da casa di suo padre e addirittura lavorava, si manteneva da solo... lui vive sempre con i suoi genitori, non lavora, manco dà esami ed è perennemente incazzato col mondo.
Con questi pensieri nella testa arriva fino a casa di Eva che non fa neanche in tempo a farlo entrare che gli ha già avvolto le braccia intorno al collo e sta premendo le loro labbra in un bacio profondo.
Giovanni è travolto da quella cascata di capelli rossi, il profumo dello shampoo all'albicocca di Eva, la sua pelle morbida, le sue labbra carnose, le sue piccole mani incastrate nei ricci dietro alla sua nuca.
Improvvisamente tutto è calmo, tutto è fermo, non c'è più l'università, non c'è più sua madre che gli rompe il cazzo, non c'è più la paura di non farcela, la sensazione di essere fuori posto perchè con Eva sa di essere nel posto giusto, quel posto che aveva lasciato per anni e che steso nel suo letto aveva sognato di ritrovare, la sua bocca con quella di Eva si incastra perfettamente, le sue mani sono fatte per afferrarle i fianchi, per sfilarle la maglietta, la sua lingua è nata per lambire i suoi piccoli capezzoli rosa e le sue orecchie per ascoltare i gemiti di piacere che escono dalla bocca di Eva.
I loro corpi sono costruiti per incastrarsi, incontrarsi, le loro dita per sfiorarsi l'un l'altro nei punti che sanno essere più sensibili perchè Gio e Eva conoscono i loro corpi a memoria, percorrono la pelle come si percorre il sentiero di casa, quello che hai fatto mille volte, quello che è talmente impresso nel tuo cervello che, anche se vai a finire dall'altra parte del mondo, quando torni lo potresti fare ad occhi chiusi perchè ti porta sempre lì, a casa.
STAI LEGGENDO
Zì
FanfictionMarti, Eli, Gio, Luchino. Quattro ragazzi diversi, ognuno con le proprie preoccupazioni, la propria persona da amare, la propria vita, uniti indissolubilmente dall'amicizia...e un po' di fumo.