I Contrabbandieri

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"Allora, l'ultimo che dice "io no" deve alzarsi e andare a prendere le birre"

"Ma fra ma la cucina è lì"

"E allora vacci te no? Che sei il padrone di casa"

"No perchè ce vado sempre io alla fine!"

Martino e Elia continuano a battibeccare, insieme a Gio e Luchino sono stesi sul morbido tappeto nel salotto dei Martinico (come li chiamano le ragazze), bottiglie di birra sparse ovunque e un po' d'erba a rallegrare la serata.

"Rega ce vado io basta che la piantate di fare i bambini"

"Grazie Giooo"

Giovanni si dirige verso la cucina che è letteralmente a due passi dal salotto, recupera quattro birre e le distribuisce agli amici.

"Comunque Eli c'ha ragione eh, ci inviti a casa tua e manco te alzi per prendere da bere... anzi, te fai pure portare l'erba dagli ospiti"

"Oh ma che vuoi, guardate che io oggi ho faticato a differenza vostra"

Risponde il rosso con un sorriso sulle labbra aprendo la gretta per poi prendere un sorso.

"Ah e che hai fatto di così faticoso? Ah no aspetta, lo sappiamo..."

Giovanni prende tra le labbra il collo della bottiglia che ha stappato facendo degli strani versi simulando, neanche così velatamente, un rapporto orale.

Luchino e Elia scoppiano a ridere emettendo anche loro dei versetti mentre Martino diventa rosso almeno quanto i suoi capelli prima di tirare un coppino sul collo di Giovanni che per poco non si strozza.

"Cretini! Ho studiato tutto il giorno a differenza vostra che non fate un cazzo dal mattino alla sera"

"Oh spetta è arrivato l'uomo vissuto! Guarda che io ho lavorato tutta la settimana mentre te stavi qua seduto a far finta di leggere un libro"

Elia si porta la canna appena girata alla bocca per inspirare una boccata di fumo, avevano dato la maturità ormai sette mesi fa e Elia era l'unico fra loro che non era andato all'università perchè voleva prendersi una pausa dallo studio visto che non era proprio la sua passione primaria.

Ora lavorava in un bar in centro, si trovava bene, erano abbastanza soldi per pagare l'affitto a Filippo e togliersi qualche sfizio, non era il lavoro dei suoi sogni anche se neanche lui sapeva quale fosse.

L'importante, sicuramente, era che finalmente non stava più sotto il tetto di suo padre, tra i due c'era molta tensione essendo l'uomo non esattamente una persona cordiale e disponibile, era molto rigido col figlio e Elia non nascondeva che, durante la sua infanzia e adolescenza, molte volte sono partite delle botte.

"E poi scusa... com'è che ora te la tiri solo perchè fai medicina? Guarda che all'uni ci andiamo pure noi"

"Ma Luchì stai zitto che la tua è na farsa"

"Ma che farsa e farsa? Guarda che è inutile che ti credi già avvocato che non hai manco ancora dato un esame"

La famosa "facoltà farsa" era scienze della comunicazione che Luca aveva scelto con sommo interesse, Gio invece era finito a giurisprudenza, effettivamente non aveva ancora dato neanche un esame ma non voleva dire ai suoi amici che in quell'università ce lo aveva mandato sua madre... lui voleva fare lettere classiche ma sua mamma aveva insistito dicendo che quella laurea non valesse niente.

Giurisprudenza proprio non gli piaceva, non gli piacevano le materie e tanto meno gli piacevano i compagni, non riusciva a introdursi in nessun gruppo studio e da solo a casa si deconcentrava, non riusciva a capire perchè visto che a scuola era sempre stato il più bravo di tutti i suoi amici. Gio, a differenza di Marti che comunque era abbastanza bravo pure lui, non aveva bisogno di passare pomeriggi sui libri, lui guardava e imparava, aveva una memoria fotografica ma con quel cavolo di diritto privato proprio non ci riusciva, si spaccava la testa tutto il giorno e il mattino dopo era come ripartire da zero.

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