Il primo giorno di scuola fu abbastanza tranquillo. Passai il mio tempo con Stiles e Scott, in quanto si sentivano in dovere di proteggermi ed io non conoscevo assolutamente nessuno.
Appena mi liberai della loro sorveglianza, tornai a casa e lasciai un biglietto a mio padre, come ero solita fare anche nella precedente abitazione. Sarei tornata per cena, e non volevo che lui si preoccupasse per me: non lo vedevo dalla sera precedente, e avevo paura lui stesse male.
Raggiunsi casa di Scott, come mi aveva obbligata lui stesso qualche ora prima. Sosteneva, con il suo amico Stiles, che io fossi un licantropo, o meglio, un mostro. Ma io non mi sentivo tale, nonostante quella notte avessi visto allo specchio una strana me.
«Buongiorno neo-licantropo» Derek mi fece sobbalzare dal divano, e vidi sul suo viso un risolino di compiacimento: «Oggi faremo un po' di pratica» disse, collocandosi davanti a me nella stessa identica posizione del giorno precedente: «Gli altri neo-licantropi hanno problemi a tornare umani, tu, invece, hai proprio problemi a trasformarti. Per cui, oggi, impareremo questo».
Si alzò in piedi ed aspettò che io compiessi lo stesso gesto. Questo ragazzo incuteva terrore da capo a piedi, ma era comunque affascinante.
«Non ho problemi di trasformazione. Io sono solamente un'umana a cui ieri è venuta un'allucinazione incredibile» volevo convincere più me stessa che Derek, ma dopo la sua risata capii di aver detto una cavolata. Stupida me del passato che non tornò a casa prima di cacciarsi nei guai.
Derek mi infilò i suoi artigli nuovamente nel braccio: «Ascolta il tuo corpo» ed insieme aspettammo la mia trasformazione, che non avvenne.
Il ragazzo, quindi, iniziò a sferrarmi pugni sul petto ed attese una mia reazione, senza ottenere risultati sperati.
Il dolore passava in fretta, ma la trasformazione in licantropo che tanto sosteneva di aver visto, non avvenne.«Ma non è possibile» disse, prima di sedersi sulla sedia ed accarezzarsi la nuca: «Ieri ci sono riuscito al primo colpo».
Nel corpo sentii una strana sensazione di caldo, e in men che non si dica vidi sulle dita della mano apparirmi le tanto attese brutte unghie. Era una sensazione strana, come se un osso volesse abbandonare il corpo, ma piacevole: «Derek».«Chloe, taci. Sto pensando» i palmi delle sue mani sorreggevano la fronte che sembrava elaborare qualsiasi informazione gli passasse per la mente: «Derek, per favore» continuai, sentendo che il viso, diventando caldo, stava cercando di uscirmi dal corpo. Ma non ottenni un suo sguardo.
Chiusi gli occhi, aspettando che i canini finissero di allungarsi: questo faceva particolarmente male.«DEREK!» dalla mia bocca uscì una voce assai mostruosa, tanto che il ragazzo si alzò in piedi e mi si avvicinò: «Che mi sta succedendo?» chiesi, conoscendo la risposta a cui non volevo credere.
Derek mi prese il braccio e mi portò nuovamente davanti ad uno specchio: «Sei un licantropo, Chloe» disse, con fare compiaciuto.
Mi osservai, e le lacrime iniziarono ad inumidire il mio viso mostruoso. Vidi il ragazzo cambiare espressione in men che non si dica, e si fermò per svariati minuti a controllare i miei occhi. Forse non aveva mai visto un licantropo piangere.«I tuoi occhi sono.. viola?!» Non riuscivo ad interpretare la sua emozione, nonostante uno strano odore mi pervadeva le narici. La vista mi sembrava migliorata tantissimo, e non riuscivo a controllare l'udito. Non volevo essere un mostro.
«Non ha senso! Cosa significa?» Derek si allontanò dalla mia vista, e sentii che con il cellulare compose un numero.Dall'altra parte della chiamata avvertii Scott, ma non volli ascoltare la conversazione. Mi tappai le orecchie e, impaurita, mi sedetti all'angolo del bagno. Volevo solo scappare, svegliarmi dall'incubo che stavo vivendo e continuare la mia vita da studentessa nuova e normale.
«Vieni qui, subito!» dopo aver spento la telefonata, Derek tornò da me, e mi si sedette vicino: «Ora faremo un viaggetto, ma devi ritrasformarti in umana».Tornare ad essere una ragazza fu più facile del previsto. Scott ci raggiunse assieme a Stiles e ad una ragazza dai lunghi capelli rosso-fragola, ed io sbuffai dalla noia. Non avevo intenzione di uscire di casa, soprattutto se erano loro le persone con cui avrei dovuto passare il resto della serata.
«Dobbiamo subito andare da Deaton» Scott andò verso la sua moto, mentre Stiles, Derek e la ragazza si sedettero sulla jeep. Sembravano in missione. Così, presi posto nei sedili posteriori anche io ed iniziai a fissare le case sparire sotto il mio sguardo.
«Non mi sono ancora presentata. Sono Lydia, e tu sarai la mia nuova migliore amica» risi imbarazzata, ma strinsi la mano che mi porse: «Chloe».
La jeep azzurra si spense, e Derek e Stiles si girarono a guardarmi: «Bene, ragazzina. Devi trasformarti ora».Tentai invano svariate volte di diventare un mostro, ma non ottenni i risultati sperati. Stiles sbuffava continuamente, Derek mi fissava in modo serio e Lidya mi guardava incuriosita. Mi mettevano pressione: «Potete lasciarmi sola?».
«Ce l'ha fatta?» Scott aprì la portiera del ragazzo più muscoloso, ed iniziò a controllare cosa succedeva dentro quell'auto. Ci mancava solo lui.«Non ci riesco, mi spiace» incrociai le braccia al petto e guardai fuori dal finestrino. Questa città sembrava deserta, non vi era alcuna macchina che passava, ma contemporaneamente si poteva intuire il traffico della gente di Beacon Hills. Non volevo una responsabilità così grande in mano, ero impaurita: «Voglio tornare a casa» non mi accorsi di esser scoppiata a piangere, e vidi Lydia rivolgermi uno sguardo compassionevole. Nonostante la conoscessi da pochi minuti, era quella che più mi stava simpatica.
«Potete lasciarci soli?» Scott aspettò che tutti gli altri uscissero dall'auto, e mi si posizionò vicino: «Cosa ti blocca, Chloe?» aveva lo stesso sguardo della rossa; provava pena per me.
«Non voglio essere un mostro» presi il viso tra le mani e rannicchiai le gambe al petto. Era una sensazione terribile. Desideravo tornare ad essere normale il prima possibile: «posso tornare ad essere come prima?» con gli occhi, sbirciai il viso di Scott, che si rilassò parecchio.
«Come un mostro? Tu non sei un mostro. Tu sei un lupo mannaro. Proprio come me» mi circondò le spalle con il suo braccio, e mi fece poggiare la testa sul suo petto: «Il morso é un dono» concluse.
Restammo in quella posizione per qualche minuto, fino a quando i miei singhiozzi si placarono: «Posso farcela» le parole di Scott mi erano penetrate nell'anima: «Devo solo capire come».
«Ti lascio da sola?» il ragazzo fece per scendere dall'auto, ma io lo bloccai: «Resta. Riesco a sentire lo strano calore che mi ha pervaso prima, con Derek».
Scott si mise comodo, e non staccò lo sguardo da me. Gli artigli iniziavano ad allungarsi, il viso ad espandersi e i denti ad uscire: «Mi devi insegnare a sopportare i canini» risi, seguita dal moro.Poi, il suo sorriso si spense, e gli sfuggì un sussulto quando mi guardò negli occhi: «Sei pronta?» annuii, nonostante l'insicurezza si fosse impadronita di me. Avrei tanto voluto scappare, ma appena uscii dalla jeep, Stiles e Lydia biascicarono un «Wow» all'unisono, quasi sembrasse che in quelle condizioni fossi bella.
Scott mi prese per mano, come se volesse proteggermi, ed insieme entrammo in quella che sembrava una.. clinica per animali?!
«Perchè un veterinario dovrebbe aiutarmi?» i quattro ragazzi scoppiarono a ridere, e mi fecero sedere sul tavolo in acciaio.
«Diciamo che Deaton non è solamente un veterinario» mi informò Stiles, e un uomo senza capelli apparve alla porta.«Chi è la fortunata?» il dottore si mise i guanti e mi guardò negli occhi: «Che incantevole rarità».
STAI LEGGENDO
SHE IS A TEEN WOLF
FanfictionDerek mi prese il braccio e mi portò nuovamente davanti ad uno specchio: «Sei un licantropo, Chloe» disse, con fare compiaciuto. [...] «I tuoi occhi sono.. viola?!». Cap. 2 ~ PURPLE ⚠️Questa storia non segue l'ordine dei fatti della serie tv⚠️