E anche quel settembre l'Hogwarts Express era pieno di bambinetti urlanti del primo anno che correvano per i corridoi e giocavano ad aprire e chiudere le porte a vetro degli scompartimenti,una noia mortale. Helsa, da tutti chiamata Hell (soprannome che infondo le piaceva) per i suoi modi di fare arroganti e complicati, si era rinchiusa in uno di questi, per evitare che quegli insignificanti esseri entrassero a prenderla in giro e a darle fastidio.Odiava i bambini, e anche i ragazzi della sua età, che erano, dal suo punto di vista, neonati con le gambe più lunghe. Era seduta in modo elegante e composto sula panca dello scompartimento, in cui si era chiusa da dentro, il naso immerso in un libro di Difesa Contro Le Arti Oscure livello avanzato, uno di quelli consultati dagli Auror durante le ricerche di maghi oscuri e fuorilegge, o semplicemente da un élite ristretta di alunni particolarmente intelligenti intenti a prepararsi per il complicato esame M.A.G.O.
Beh, peccato che Hell doveva cominciare il suo quinto anno. Era quindi estremamente furba, astuta e manipolatrice, come una vera serpeverde, la sua mente era come protetta da un indecifrabile codice che solo lei conosceva, era intricata di pensieri degni di un genio, (cosa che lei era), e che nessuno avrebbe mai potuto districare. Altra sua caratteristica, non comune per ragazzi della sua età era la grande passione per l'architettura, in particolare il greco romano e il gotico.
I capelli scuri e mossi le ricadevano sulle spalle, parevano fili d'ombra, gli occhi marroni e intensi, concentrati su quelle parole latine, che lei leggeva come fossero nella sua lingua madre, le lettere le scorrevano davanti agli occhi, con fare quasi meccanico, automatico, osservava attentamente i disegni raffiguranti creature raccapriccianti e spaventose, come i dissennatori, tema che veniva approfondito pagina per pagina.
Era vestita in modo molto formale: una gonna a scacchi verdi e neri, una camicia bianca perfettamente stirata, e un gilet grigio, e per finire, Dottor Martins nere, quasi come se volesse vestire i panni di Hogwarts. Accanto allo stemma della sua famiglia (estremamente ricca e regolarmente di lignaggio purosangue), che comandava il lato destro del gilet, spiccava e luccicava la spilla verde smeraldo da prefetto.
Nonostante fosse detestata dai suoi coetanei, era invece ammirata è stimata dai professori, nelle quali materie aveva tutti altissimi voti, che la avevano eletta prefetta. E mentre la pioggia sbatteva leggera contro i vetri del treno, ogni tanto le sue dita sottili, arrossate dal freddo sulla punta, toccavano le sue labbra carnose bagnate, che proteggevano dei denti bianchissimi, poi accarezzavano delicatamente il libro, e sfogliavano le pagine con un rumore simile ad un fremito d'ali. Hell amava la pioggia, la trovava poetica e rilassante.
La sua bacchetta, che era nera come la pece, in legno d'ebano, nucleo di crine di unicorno, 14 pollici, era caratterizzata da alcune incisioni in greco antico, e si trovava in una taschina cucita a mano dalla stessa Hell, tra la sottile vita della ragazza e la gonna.
Il viso della giovane era affusolato, elegante, intrigante e particolare, adornato da eye-liner e rossetto nero, ed era rivestito da una carnagione chiarissima, quasi cadaverica, costellata da una miriade di piccole e rosee lentiggini sul naso, arrossato anch'esso dal freddo. Era davvero alta: 1.80 cm, snella e slanciata, elegante ogni attimo di più.
Ad un certo punto, un forte rumore. Hell alzò la testa, ed ecco che sul suo viso comparve un espressione arrabbiata, ma allo stesso tempo menefreghista: Draco Malfoy e la sua banda di amichetti patetici bussavano sul vetro dello scompartimento con fare insistente, come se la ragazza dall'altra parte del vetro fosse una scimmia psicopatica, e come se la banda di teppistelli capitanata dal cespuglio di capelli biondi, fosse un gruppo di ragazzini delle elementare in gita scolastica allo zoo.
Hell odiava tutte le persone che non fossero lei stessa, si credeva superiore, cosa che infondo era. Reputava tutti gli esseri umani stupidi e inferiori. Osservava Draco e i suoi "seguaci" con uno sguardo schifato e indifferente, sollevando un angolo della bocca, spesso stirata in un ghigno. Roteò gli occhi e poi li riabbassò verso il libro.
Qualche attimo dopo un sonoro clik, seguito da grida acute e fastidiose influire nello stanzino, poi il libro scappare dalle mani di Hell, che alzò subito la testa per protestare, ed eccolo lì, il ragazzo che cercava di conquistarla dall'inizio del terzo anno, Malfoy, quella sottospecie di umano, più simile ad un furetto che ad una persona.
"RIDAMMI IL LIBRO MALFOY!". Hell odiava quando qualcuno osava farle un torto, di solito era lei a farli agli altri. Fin da quando era bambina era emarginata, e veniva anche presa in giro, di continuo, perché considerata strana e "criptica", quasi inquietante, sia dai coetanei, che dagli adulti, faceva quasi paura. Era a sua volta troppo intelligente per convivere con bambini che a 6 anni si allacciavano a malapena le scarpe, quando lei lo faceva già a tre. O semplicemente con maghi che all'inizio del loro quinto anno di studio, non eran ancora capaci di evocare un Patronus, al suo contrario.
Perché piacesse così tanto a Malfoy non lo sapeva. Lui era la metà arrogante di lei, meno della metà intelligente e totalmente ingenuo, cosa che la ragazza non era per niente. Lei era una manipolatrice nata, furba, come un cacciatore che tende una trappola perfettamente progettata, riuscendo a catturare una lepre. Malfoy era invece la piccola e insignificante preda.
"Lo rivuoi eh?", disse il ragazzo, con un espressione compiaciuta stampata in faccia, e gli occhi che cercavano l'appoggio dei suoi amichetti.
"Beh allora vieni a prenderlo!", gridò di nuovo, stavolta un pò incerto, il tono di voce era diventato molto più sottile, di vetro, Hell avrebbe potuto smontare tutto quel teatrino rendendo ridicolo il suo "sfidante". Gli puntò invece la bacchetta alla gola."Ridammi il libro..." ripetè la ragazza piano, con una voce calda e gelida allo stesso tempo, arrogante e incantatrice. Malfoy prese il libro tra le mani ridacchiando, una risata falsa, quasi nervosa, ma si sforzò di sfidarla ancora.
"E tu sai leggere il celtico? Non ne avevo idea".
La bocca della ragazza si stirò in un ghigno, e la voce pronunciò un: "E' latino, idiota".
I serpeverde che erano nello scompartimento risero, Hell sapeva stregare gli altri in un battito di ciglia, gli amici di Malfoy erano già passati dalla sua parte.Poi puntò la bacchetta al collo del ragazzo, che accolse un espressione preoccupata, mentre una goccia di sudore si faceva strada sulla sua bianca fronte.
"Ridammi il libro.", ripetè lei di nuovo, con voce ferma e calma. Malfoy le porse il piccolo ma spesso manuale, lei premette però di più la bacchetta sulla sua gola, come per affondarla nella carne.
"Stupeficium.", uscì freddo dalla bocca di lei, in modo semplice, come se avesse appena finito di pronunciare una filastrocca da bambini. Draco rimbalzò indietro, sbattendo la nuca contro la panca opposta dello scompartimento, i suoi amici accalcati sul suo corpo svenuto, manco fossero ad un funerale."Se osate dire anche una parola su quello che è successo ai professori, farete tutti la stessa fine.", disse lei. Gli altri ragazzi annuirono.
"Vi saluto carissimi.", ripetè lei di nuovo, con un sorriso sul volto, crudele certo, ma pur sempre bellissimo, che creava un contrasto pazzesco tra il rossetto nero perfetto che dipingeva le sue rosee la labbra, e i denti bianchissimi.
La ragazza aprì la porta dello scompartimento, sbattendola forte e sorridendo, come facendo finta non fosse successo nulla, poi si incamminò per il corridoio con il libro aperto in mano: era tornata nel suo mondo.Spazio autrice:
Ciao a tutti!
Ho deciso di riscrivere la storia perchè ritenevo quella di prima mooolto cringe ahahah
Questa sarà invece diversa, spero vi piaccia 🌚
Se volete più info sulla storia e rimanere sempre aggiornati seguitemi su insta, mi chiamo @wantvleovaldez e sono una page multi fandom su pj, hp, Teen Wolf ecc.
Eee niente vi saluto
~Ang🏛🦉
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//𝑆𝑛𝑎𝑘𝑒'𝑠 𝑠ℎ𝑎𝑑𝑜𝑤🐍
FanfictionHell non era una ragazza normale, ne tantomeno avrebbe desiderato esserlo. La sua intelligenza spiccata, la sua determinazione e dote da manipolatrice, la porteranno al controllo del mondo magico, nel bene e nel male. Userà qualsiasi mezzo per otten...