LITTLE DARK AGE

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Era autunno, la stagione preferita di Helsa, quando, come tutti gli anni, cominciava la scuola. La ragazzina, che a quel tempo aveva 9 anni, frequentava la prima media. Sì, esatto, solo nove anni. Ma lei, come tutti (pio meno) dicevano, era un prodigio, era avanti, intelligente e particolarmente STRANA.  Gli altri bambini, fin dall'asilo, quando la vedevano, scappavano.

Si sentiva sempre un pesce fuor d'acqua: con quei capelli corvini, che spesso coprivano come una tenda il viso immerso nei più svariati tipi di libri già a cinque anni. Leggeva tanto perché nella vita reale nessuno la accettava, e così si creava una vita diversa per ogni libro. Veniva esclusa ed emarginata, presa in giro, e talvolta picchiata dai suoi compagni. Anche se alla fine erano gli altri ad uscirne con un occhio nero e una candela di sangue sotto al naso. I poveri malcapitati andavano dalla maestra a piagnucolavano che "la bambina strana e pazza" li aveva picchiati senza motivo. Hell si ritrovava ad avere enormi crisi di nervi ed a urlare.

Voleva piangere, ma aveva il potere di ricacciare sempre indietro le lacrime, tirando su col naso e puntando uno sguardo assassino sugli altri ragazzini. Odiava piangere: credeva che la tristezza fosse una debolezza, e, prima regola per guadagnare potere, mai mostrarsi deboli davanti ad un nemico, e nemmeno davanti a se stessi. Ed era per questi motivi che veniva considerata anche dagli adulti un vero e proprio mostro, una bambina infernale, quasi. Per questo le venne appioppato il demoniaco soprannome di Hell.

Quella mattina d'autunno dunque, stava osservando la pioggia scivolare sulla finestra della sua camera, posizionata all'ultimo piano della reggia in cui viveva con la sua "famiglia". Quella era l'unica stanza all'ultimo piano. Tutti, anche la sua famiglia, la teneva a debita distanza, sia per paura che per disprezzo: ritenevano fosse colpa sua e delle sue stupide e insensate crisi di nervi, dei i suoi modi bruschi, della la sua precocità, della la sua estrema intelligenza, della la sua stranezza terrificante e del suo soprannome, se la loro famiglia era mal considerata da tutti, sia dai maghi, che dai babbani, di tutta l'Inghilterra.

Osservava le goccioline, che facevano a gara su chi sarebbe stata più veloce nel terminare l'attraversata della finestra. Poi vide una foglia arancione che di colpo si schiantò davanti al viso della ragazza, concentrata sulla gara. Distolse lo sguardo. Poi una voce stridula le giunse all'orecchio. Non ci fu nemmeno bisogno di ascoltare per capire chi fosse. "Arrivo, mamma.". Con quanto disprezzo pronunciò quelle parole.

Odiava sua madre, più di ogni altra cosa. Colette, così si chiamava, la picchiava, le imponeva le maniere da nobili, la portava da diversi psichiatri , nemmeno psicologi, psichiatri, come se fosse un assassino che aveva bisogno di cure cerebrali, a volte addirittura da preti, la maltrattava, la considerava come lo sbaglio di Dio, un inferno insomma. Colette era molto religiosa, anche se a giudicare da come trattava la figlia non si sarebbe mai detto, ed era anche per questo che la tenevano a debita distanza, quasi isolata: perché la ritenevano figlia del demonio, cosa ovviamente falsa, ma le loro sciocche credenze la schiacciavano. Non si può immaginare come una bambina di 9 anni potesse soffrire alla vista di una madre tanto crudele. Hell odiava la sua vita, era sempre triste. Aveva però imparato a trasformare questa tristezza in energia per una futura vendetta. Quindi, stava zitta e ubbidiva, perché sapeva che un giorno sarebbe esplosa, e l'odio che conservava avrebbe travolto sua madre.

Prese alcuni libri sottobraccio e si avvicinò alle scale, le percorse e arrivò, dopo qualche minuto passato a vagare tra i svariati piani, al piano terra, dove sua madre la aspettava, impettita. Aveva i capelli più grigi che la ragazzina avesse mai visto, e poi una sola ciocca bianca. Gli occhi scavati e ricchi di odio erano di un azzurro agghiacciante, le labbra sottili stese in un espressione di disprezzo, il corpo smilzo, scarno e slanciato, era avvolto in uno strettissimo corsetto viola, e un enorme gonna-stile-bomboniera, o come la chiamava Hell, anch'essa viola, contornava la sua vita, e ricadeva fino alle caviglie, che erano invece fasciate da un paio di ballerine verde bosco. Una catenina d'argento con una croce le giungeva fino al petto. Hell si trattenne da mormorare un "bleah". Colette reggeva una borsetta, rigorosamente verde bosco, di velluto, con lo stemma della famiglia di suo marito, gli Zlames, cucito in nero sul lato. Due lunghi guanti viola, che arrivavano fino ai gomiti, indicarono la figlia puntandole il dito contro.

"Muoviti, sciocca ragazzina, cammina, dai! Sta dritta! Non incurvare così la schiena, non sei elegante! E povera me che ho cercato di insegnarti tutto quello che una buona madre doveva insegnare, sfigurata da una figlia così ingrata, sgraziata e orribile."
Hell voleva tirarle un ceffone. Non lo fece. Lo avrebbe fatto qualche anno più tardi, pensò.
Uscirono dalla reggia, immensa e bellissima, costruita in marmo nero, con vetrate ad arco acuto, totalmente in stile architettonico gotico, alte guglie che tagliavano il cielo nuvoloso. Un enorme giardino pieno di fontane, sempre in marmo nero, accerchiava la costruzione. Probabilmente l'unica cosa che Hell amava di casa sua era lo stile architettonico su cui canoni era costruita, ma anche l'enorme biblioteca e l'osservatorio, gli unici luoghi dove aveva davvero pace.

Colette camminava protetta da un ombrellino coordinato al vestito, mentre allontanava Hell da sé spingendola fuori dal raggio dell'ombrello. Dopotutto a Hell piacque il gesto: amava la pioggia. Salirono sulla carrozza che le aspettava davanti all'imponente cancello nero che costituiva l'entrata principale della reggia. Dopo alcuni minuti che a Hell parvero interminabili, arrivarono davanti alla scuola. era il suo primo giorno di prima media.
"Scendi, veloce che devo andare in città a comprare un vestito nuovo per il ballo di sabato pomeriggio.". Colette non le aveva augurato nemmeno buona fortuna.

Quando Hell entrò dentro l'edificio fu travolta da una serie di risatine.
"Ma allora è vero! Quella primina ha davvero nove anni ahahahah". Poi sentì dei passi sicuri dietro di sé. Si girò e vide una ragazzina di 11 anni, bionda, occhi azzurri, già con una corporatura sviluppata per la sua età, vestita con una minigonna rosa e una camicetta abbinata, che la fulminava con quei maledetti occhi, in modo disgustato. Hell ricambiò lo sguardo, acida.
"Benvenuta, CARA". Tutti a ridere. Poi la spintonò e la fece cadere a terra. "Non dovresti tornare dalla tua mamma? No perchè mi sembri un poco indifesa e piccola...oh! Guarda la primina si è fatta la pipì addosso ahahahah". Altre risate.
"In verità è acqua, non so se sei scema, ceca o cosa, ma avevo una bottiglietta in mano prima che mi spingessi, stupida smorfiosetta". La ragazza bionda cambiò espressione, e guardò indispettita i suoi compagni, che mascherarono subito il loro sguardo: da che stavano ridendo sotto i baffi, coprendosi la bocca con la mano, tornarono seri.

Allora Hell replicò a bassa voce, stringendo la bacchetta, che nonostante fosse proibito, aveva portato in una scuola babbana, pensò a quanto sarebbe stato belle se quella ragazza si fosse messa in ridicolo davanti a tutti. E proprio mentre camminava verso di Hell, che era ancora sdraiata per terra, la poveretta si prese una storta alla caviglia, e cadde sbattendo per terra il naso e il mento. Un urlo riempì la stanza, fino a toccare tutte le pareti: si era rotta sia il naso che la mascella. Alcuni ragazzini erano scappati per i corridoi, mentre altri guardavano orripilati la chiazza di sangue vicino alla testa della bionda. Hell urlò allora, in preda ad una crisi: "SONO STATA IO, QUESTA È' MAGIA!".
Poi corse fuori dalla scuola, disperata, e si gettò sotto la pioggia, trasformatasi ormai in un temporale, che la calmò all'istante.

Hell si svegliò di soprassalto: aveva ancora il libro di difesa contro le arti oscure aperto vicino al viso.

Spazio autrice:
Come potete vedere questo capitolo è un intero e lunghissimo flashback, spero vi sia piaciuta l'idea perchè tramite ciò avete l'occasione di conoscere meglio il passato di Hell.
QUANTO ODIATE DA UNO A 10 COLETTE?  Io qualcosa tipo
Eeee niente spero il capitolo vi sia piaciuto, ricordatevi di commentare e lasciare una stellina pls🥺
Poi ovviamente il prossimo capitolo sarà di nuovo ambientato nel tempo di Hogwarts🌚
-Ang🏛🦉

//𝑆𝑛𝑎𝑘𝑒'𝑠 𝑠ℎ𝑎𝑑𝑜𝑤🐍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora