CHOOSE, WAR OR WAR

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Hell aprì gli occhi e per un attimo la confusione la pervase. Poi si stropicciò gli occhi, e pian piano la vista si fece meno offuscata, iniziò a ricostruire il puzzle della situazione: era sdraiata sul suo letto a baldacchino dalle tende verdi ad intarsi neri, indossava gli stessi vestiti del giorno prima, il libro di difesa contro le arti oscure in mano, aperto e con le pagine spiegazzate.

"Dannazione.", disse la ragazza guardando preoccupata le pagine del suo volume. Si mise a stirarle come una forsennata con le mani. Poi un risolino. Hell si bloccò. Era davvero stanca di tutte quelle prese in giro. Alzò piano la testa: si sbagliava. Due delle sue compagne, che conosceva dal primo anno, si erano svegliate: una si stava pettinando i liscissimi capelli biondi platino, che le arrivavano alla vita, l'altra, altrettanto carina, che aveva invece dei capelli a caschetto nero, si truccava, anche se in modo davvero pesante, quasi come per coprire i suoi lineamenti, quando invece non ne aveva bisogno.
La bionda sussultò: "Ehi Hell calmati con quel libro!", l'altra invece disse: "Sii gentile Cleare! Scusala Hell. E' che è stata rifiutata da un ragazzo, PAZZESCO vero?". "Certo, Pansy. Sentiamo da chi sarebbe stata rifiutata?". La ragazza con il caschetto nero, Pansy Parkinson, rispose: "Da quello nuovo! Jason Jewel!". "Ma non si conoscono nemmeno!", ribattè Hell. "Si ma di solito la mia amica qui conquista chi vuole con un solo sguardo, c'è PAZZESCO!".

Pronunciava quelle frasi come un oca in preda a spasmi vocali. Hell si trattenne dal coprirsi le orecchie con le mani. "Okey.", rispose allora. Tornò a stirare le pagine del libro. Quelle due ragazze, Cleare Malfoy (la sorella di Draco) e Pansy Parkinson, erano due tra le ragazze più popolari di tutta la casa di Serpeverde, nonostante trattassero Hell con un pò di rispetto: erano incapaci nello studio, e di certo non erano per nulla intelligenti, e Hell le aiutava, quando ne aveva voglia, nello studio, perché credeva che un giorno le avrebbe potute usare per guadagnare potere. Almeno non era sempre sola, anche se sapeva che le sue "amiche" non le volevano davvero bene

. "Che lezione abbiamo adesso?" chiese la Malfoy. "E cosa vuoi che ne sappia io, è il primo giorno di scuola e io sto a pensare alle lezioni? MA TI PARE?", rispose la Parkinson, come se fosse la cosa più stupida e fuori luogo del mondo. Poi senza scollare il viso dallo specchio urlarono contemporaneamente: "Hell?". "Pozioni, con i grifondoro", rispose fredda la Zlames. Nessuna risposta. La ragazza sbuffò e corse in bagno per prepararsi. Ogni volta che si cambiava guardava con orrore la cicatrice che aveva sulla coscia destra. La aveva sempre odiata. La aveva da quando aveva cercato di difendersi da una rissa con alcuni babbani, alla scuola elementare.

Si infilò la divisa da serpeverde, appuntò la brillante spilla da prefetto verde smeraldo, vicino alla cravatta verde e argento, si sistemò i capelli e si diede una leggerissima mano di trucco: mascara, una flebile linea di eyeliner, rossetto nero, e un pizzico di blush sulle guance. Si ammirò nello specchio, ma non come facevano le sue compagne di stanza, si guardava come se fosse una piccola principessa del potere, con un ghigno stampato in faccia. Lo sentiva scorrere nelle proprie vene, scuro e nero, come una linfa vitale. Era il suo sostentamento e la sua possibilità, il suo filo della vita che una delle Parche, stava filando, in attesa che una delle sue sorelle, gli desse un taglio netto, quando invece ne aveva paura. Ma questo filo non era lucente e dorato come gli altri: il suo era nero, crudele, ed emanava un aura oscura, nessuno osava sfibrarlo o toccarlo.

Afferrò la sua bacchetta e la infilò nella solita taschina della gonna, poi uscì dalla stanza. Prese il materiale di pozioni e scese in silenzio, accompagnata da Pansy e Cleare (vestite come se dovessero sfilare su un red carpet), che le sganciarono tutti i loro libri e i calderoni. Hell, arrabbiata, glieli buttò per terra, ma le ragazze non se ne accorsero, tanto erano prese a salutare tutti come fossero attrici da strapazzo, agitando le mani e sorridendo in modo estremamente falso. Arrivate in classe, ovviamente in ritardo, le tre ragazze furono accolte da una tempesta di occhiate, di disprezzo e paura verso Hell, di ammirazione e invidia verso le altre due.

//𝑆𝑛𝑎𝑘𝑒'𝑠 𝑠ℎ𝑎𝑑𝑜𝑤🐍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora