VII

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Aprile. 

Una settimana dopo il concerto per i bambini, Louis arrivò al Barbican e trovò una nuova partitura per lui – un'aggiunta all'Eroica di Beethoven e all'Overture di Tannhäuser, che erano già nel programma per il prossimo ciclo di concerti. Osservò lo spartito e guardò il titolo. Concerto per violino in La minore, opera 53 di Antonín Dvořák. Per violino solista ed orchestra sinfonica. Un post-it appiccicoso svolazzò per terra e Louis si chinò per raccoglierlo. 

Questo pezzo mi ricorda te. –H 

Louis aggrottò la fronte. Ricordava vagamente di aver sentito quel concerto da qualche parte, ma non l'aveva mai suonato.
Ricordava che Dvořák l'avesse scritto per Joseph Joachim, un violinista incredibilmente famoso e ben ammirato del diciannovesimo secolo. Ma Joachim l'aveva rifiutato e Dvořák non aveva mai più composto un altro pezzo. Il che spiegava perché non era chiamato Concerto per violino numero 1 in La minore, pensò Louis. Non c'era nessun numero 2.
Sentì una piccola fitta al cuore, pensando che Harry potesse associare quella piccola storia a lui. Poi, infilò lo spartito sotto al braccio e cominciò a curiosare in cerca di una stanza vuota in cui esercitarsi per circa un'ora, prima delle prove con la sua sezione. Non c'era alcuno spazio libero, tutti i membri scontrosi del consiglio con la testa abbassata sulle loro pratiche noiose. 

Louis stava quasi per infilarsi nella sala che ospitava i concerti per esercitarsi sul palco principale, quando Liam Payne fece capolino da dietro una porta e lo chiamò.
"Stai cercando un posto per suonare?" Louis annuì. Liam sorrise e lo invitò nel suo ufficio con un cenno del capo. "Vieni, dai, intrattienimi mentre fingo di risolvere la sistemazione dei posti per la cena di Grimshaw con la BBC".
"Oh, andremo di nuovo in televisione?" chiese Louis, sinceramente eccitato.
La LSO era andata in onda soltanto una volta da quando Louis era il primo violino, durante una domenica pomeriggio. Aveva avuto delle buone valutazioni, anche se molto probabilmente gli unici spettatori erano stati dei vecchietti dai capelli grigi rinchiusi in casa di domenica.
"Non è ancora sicuro" rispose Liam, sembrando un po' imbarazzato per essersi fatto sfuggire un'informazione simile.
"In realtà non ne dovrei parlare con nessuno. Ma, in confidenza, sono molto propensi ad organizzare qualcosa per il ciclo finale dei concerti di Harry. Pensano che sia capace di attirare un pubblico più giovane". Louis annuì mentre sistemava gli spartiti su un leggio piuttosto rotto.
"Ha senso. E grazie, Payne, per avermi permesso di suonare qui dentro". Le orecchie di Liam si tinsero di rosso. Louis pensò di averlo sentito mormorare qualcosa del tipo "...almeno hai indovinato il mio nome, questa volta". Louis sorrise ed alzò gli occhi al cielo, mentre iniziò ad accordare il suo violino. Stava diventando fin troppo gentile, ultimamente.
Cercò di concentrarsi sul primo movimento di Dvořák, muovendo le dita lentamente per iniziare a studiare le prime note. Stava diventando gentile forse perché aveva trascorso l'intero weekend nel letto incredibilmente soffice e morbido di Harry Styles.
Senza esercitarsi come invece avrebbe dovuto.
Lasciò che la sua mente tornasse al petto nudo di Harry, coperto per metà dalle lenzuola di un bianco incontaminato, le sue stesse mani che accarezzavano quel corpo accaldato. I cornetti caldi al burro la mattina, soltanto leggermente bruciati perché Louis aveva distratto Harry con un pompino contro il bancone della cucina. Briciole e risate. Finte lotte nel letto per qualcosa di stupido che Louis non riusciva neanche a ricordare. Baci. Così tanti baci.
Louis scosse la testa, cercando di rimuovere dalla sua mente tutte quelle immagini. Doveva esercitarsi, moltissimo. Ecco ciò di cui aveva bisogno.
Finalmente lasciò che le sue dita volassero, dando voce alla melodia che Dvořák aveva realizzato in quel concerto. Nel primo movimento c'era una sorta di nostalgia, di malinconia. Un'attesa agrodolce, piena di desiderio. Scoprì la musica mano a mano che la suonava e la trovò stranamente familiare, nonostante fosse un pezzo mai suonato prima. Quasi come se fosse un'eco musicale dei sentimenti del suo passato.
"Dov'eri nascosto, Concerto in La minore?" sussurrò, mentre lasciava che le sue dita procedessero in passaggi virtuosi e complessi.
Una cosa riguardo ad Harry Styles, pensò, sbattendo le palpebre sorpreso per la bellissima melodia che stava creando, una delle tante cose... era che sapeva esattamente come realizzare un programma per un concerto.
Harry Styles.
Non appena pronunciò quelle due parole nella sua mente, qualcuno bussò alla porta.
"Credo di aver sentito il suono distintivo di Tommo, qui dentro" disse Harry, facendo capolino nell'ufficio con i suoi capelli ricci.
"Ehi, Liam".
"Il Barbican ha dei seri problemi con gli attacchi d'arte di Tommo" mormorò Liam, impassibile. Louis sbuffò e voltò pagina, intento ad ignorarli entrambi mentre iniziò a suonare il secondo movimento. Si stava esercitando da soli quindici minuti e non avrebbe ammesso alcuna interruzione. Ma sentiva gli occhi di Harry perforargli la sua schiena, proprio sotto le sue spalle e non riuscì ad impedire a se stesso di voltarsi verso di lui.
"Se avete finito la vostra piccola commedia" disse, scherzando, "mi piacerebbe tornare a suonare". Spostò il ciuffo dagli occhi con un movimento deciso del capo e fissò Harry. Il riccio rispose con un piccolo broncio che non avrebbe dovuto essere così eccitante, ma il cuore di Louis prese a battere più veloce comunque.
"Pensavo che forse volevi andare a prendere un caffè con me".
"Ho già preso il mio caffè" Louis aggrottò le sopracciglia, non cedendo al tentativo irragionevolmente adorabile di Harry nel disegnare un'espressione triste sul suo volto, "ed ora mi sto esercitando. Che è quello che dovrei fare, dato che qualcuno mi ha appena dato un concerto solista". Harry sorrise.
"Ti piace?"
"E'..." perfetto. Meraviglioso. E' come se fosse stato scritto per me e tu lo sapevi e... Louis sospirò.
"Andiamo a prendere un caffè, Styles". Ripose il violino nella custodia e raccolse tutti i suoi spartiti, facendo l'occhiolino a Liam mentre si avvicinava alla porta.
E se Harry notò che Louis aveva aspettato che fossero fuori dal Barbican per far scivolare un braccio attorno alla sua vita, sotto il materiale soffice del suo cappotto, non disse nulla.

Love Is A Rebellious Bird. || Larry Stylinson || Italiana.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora