Epilogo.

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Harry fece una smorfia quando si sedette sulla panca di legno del Farrington Arms, un dolore fastidioso alla base della schiena. Sentì Louis sedersi accanto a lui, la sua mano che andò automaticamente a massaggiare quel punto, accarezzandolo attraverso la maglietta.
"Basta" sbuffò Louis. "Compriamo un materasso nuovo". Harry si voltò verso di lui per mettere il broncio quando sentì la porta del pub aprirsi e la voce di Niall che salutava il barista.
Erano tornati a Londra da una settimana, ancora completamente e irrevocabilmente legati l'uno all'altro, come se non riuscissero a staccarsi, al punto che ancora non avevano incontrato i loro amici della LSO. Si sarebbero rivisti quella sera, per un paio di birre e qualche partita a freccette. Harry non vedeva l'ora di trascorrere del tempo con loro. "Ma Lou-"
"So che ti piace fingere di star dormendo su una soffice nuvola, ma non va bene per la tua schiena, amore. Non discutere".
Niall si lasciò cadere al loro stesso tavolo, appoggiando uno zaino accanto a sé mentre Harry sbuffava, guardando Louis. I suoi occhi erano dolci e sinceri mentre lo guardava, annuendo perché sapeva di avere ragione. "Finge che sia per il bene della mia schiena" disse, voltandosi verso Niall. "Ma si sa che dormirebbe perfino su una roccia, se fosse possibile". Niall sbatté più volte le palpebre, indicando prima Louis, poi Harry. "Vi siete sposati, in Germania?" Entrambi lo fissarono, spalancando gli occhi, forse uscendo per la prima volta dalla bolla personale che si erano creati attorno durante il mese e mezzo che avevano trascorso a Berlino. "Cosa?" chiese Louis, mentre Harry emetteva un suono che era un incrocio tra un piccolo grido di sorpresa e uno squittio. "Perché pensi una cosa del genere?"
"Sembrate due idioti innamorati. Le vostre conversazioni sono incomprensibili" spiegò il biondo, poi strinse gli occhi. "E nessuno dei due mi ha ancora abbracciato". A quelle parole, si alzarono entrambi e si chinarono sul tavolo per un abbraccio di gruppo. Niall batté le mani sulle loro schiene e borbottò "Sì, sì, ora mi amate. Vi siete a malapena degnati di rispondere alle mie e-mail, quando eravate a Berlino". Harry sorrise, stringendolo ancora di più prima di lasciarlo andare, sedendosi di nuovo sulla panca. Aveva detto quando eravate a Berlino come se si fosse trattata di una vacanza. Come se, non importavano le motivazioni, non importava come sarebbe successo, Harry sarebbe tornato a Londra. Da Louis.
Harry si schiarì la gola, sforzandosi di non diventare troppo emotivo, non senza aver bevuto neanche un bicchiere di birra. "Ti ho mandato quella cosa" disse, alzando ripetutamente le sopracciglia con fare suggestivo. Niall fece una smorfia e sia Louis che Harry scoppiarono a ridere. "Certe cose non si possono dimenticare, ragazzi" mormorò, alzando una mano per chiamare un cameriere. Harry alzò lo sguardo e notò la luce maliziosa negli occhi di Louis. Avevano ricevuto un messaggio da Niall la sera dopo l'arrivo di Louis, che pretendeva di sapere cosa era successo. Era accompagnato da una serie di invettive irlandesi alla fine, dirette soprattutto a Louis per aver tenuto lui (e Gladys e Zayn) in sospeso. Harry aveva semplicemente alzato le spalle e aveva scattato una foto a Louis, steso sotto di lui, la sua schiena sudata e una piccola parte del suo sedere visibile, il suo volto di profilo, mentre sorrideva, soddisfatto. 
Non è carino interrompere, aveva scritto Harry, prima di inviare la sua risposta.
Harry e Louis risero ancora, facendo tintinnare le loro pinte, una volta che il cameriere li servì.
"Stronzi" mormorò Niall, con affetto. Louis poggiò un braccio sulle spalle di Harry, sorridendogli. "La prossima volta potremmo mandargli qualche altra foto".
"Di un pompino, magari" suggerì Harry. Louis rise, coprendosi le labbra. Prima che Niall potesse ribattere qualcosa, Gladys e Zayn li raggiunsero, accompagnati da Liam Payne che sembrava piuttosto turbato. Si strinsero tutti ad un tavolo, Zayn accanto a Louis e Gladys ad abbracciare Niall. "Oh, ehm" disse Liam, chiaramente a disagio. "Non so se c'è spazio per..."
"Spostati Niall" disse Gladys con tono quasi autoritario. "Ti stai prendendo quasi mezza panca".
"Qualsiasi cosa per te, Gladdo". Niall le diede un bacio su una guancia e si spostò più vicino alla parete, per fare in modo che anche Liam potesse sedersi. "Ciao a tutti" disse lui, con un piccolo cenno della mano. Si sedette con la schiena dritta. Ci fu una risposta di "ciao" e "ciao anche a te" da parte di tutti gli altri ed Harry sorrise, strofinando una guancia contro la spalla di Louis ed ispirando il suo profumo, sentendosi al sicuro e felice. Dopo che ebbero ordinato tutti il loro primo giro di alcolici, Zayn si schiarì la gola.
"Quindi" disse, "ho sentito che rimpiazzerai Maria Santiago O'Brien nei violoncelli, Harry, quando si ritirerà tra qualche settimana?" Harry annuì, sorridendo così ampiamente che sentì quasi il volto spezzarsi in due. "Già" rispose. "Non vedo l'ora di suonare di nuovo. E Grimshaw mi ha detto che ogni volta che la LSO avrà bisogno di un direttore ospite o temporaneo, il posto è mio. A quanto pare, qualcuno ha convinto il consiglio che sarei stato utile doppiamente". Liam arrossì e abbassò lo sguardo sulle sue mani, giocherellando con il tovagliolo. "Già, è stato tutto merito di Payno" aggiunse Niall, ridendo. "Davvero?" Louis si affrettò a stringere una mano di Liam. "Grazie, amico. Sei stato tu a convincerli a reintegrare anche me?" Liam mormorò qualcosa di incomprensibile, timido. "In realtà, non è stato..." si schiarì la gola. Era chiaramente a disagio. "Ho soltanto fatto il mio lavoro. E-" aggrottò la fronte quando incontrò lo sguardo di Harry, "-volevo scusarmi, Maest- ehm, Harry". Harry lo guardò, confuso, sentendo il suo sorriso affievolirsi. Continuò a tenere il capo appoggiato su una spalla di Louis. "Perché dovresti scusarti, Li?" Liam si guardò attorno, osservandoli uno ad uno, fermando poi il suo sguardo su Louis, a malincuore. "Mi sento in colpa" ammise. "Per quella conversazione che avemmo poco prima che tu partissi, Harry. Quando ti ho raccontato della riunione del consiglio ed il fatto che fosse colpa di Louis che non volevano offrirti il posto. Se solo avessi saputo, ehm-"
Louis si morse il labbro inferiore, abbassando il capo a quelle parole e Liam sembrò ancora più mortificato. "Dio" sussurrò Louis. Harry sollevò la testa e gli sussurrò all'orecchio "Sssh, amore" dolcemente. Liam tossì. "La verità è che" continuò, "stavo cercando di essere simpatico nel fornirti qualche pettegolezzo. C'erano un sacco di altri motivi per cui non volevano offrirti il posto, economici soprattutto. Era molto più complicato e ho pensato" deglutì, "col senno di poi, quando ho saputo di te e Louis..." si schiarì la gola e abbassò di nuovo lo sguardo, farfugliando "Credevo di aver rovinato tutto". Louis rise a quelle parole ed Harry con lui. Gladys e Niall si aggiunsero a loro e Zayn sorrise. Liam sembrava così imbarazzato da voler scomparire. Harry si allungò per stringergli una mano, rassicurandolo. "Non è andata così" disse. "Non è stata colpa tua, davvero".
"Già, due grandi stronzi, entrambi" confermò Niall, prendendo un bel sorso di birra. "Sarebbero scoppiati comunque". Liam sospirò. "Davvero?" gemette. "Perché dopo che l'ho scoperto, mi sono sentito così in colpa e Louis era... beh..."
"Un disastro" annuì Louis, concludendo. "E in pratica ho pensato di aver rovinato tutta l'orchestra".
"Io propongo un bel brindisi" propose Zayn, alzando il suo bicchiere. Harry sorrise a Liam per poi stringere la mano di Louis, sperando di fargli capire quanto fosse felice adesso e quanto si sentisse fortunato anche per il semplice fatto che avesse ancora l'opportunità di essere lì con loro, a Londra. Quanto fosse grato che Louis si fosse recato a Berlino.
Sentì una carezza sulla mano dal suo fidanzato (fidanzato, il tuo fidanzato Louis Tomlinson è il tuo fidanzato) che gli trasferì brividi in tutto il corpo.
"Ti amo" sussurrò, soltanto per loro due, mentre Gladys cambiava argomento chiedendo a Zayn della sua galleria d'arte.
Il Louis del passato si sarebbe stretto nelle spalle e avrebbe fatto una battuta, lasciando che le sue insicurezze ferissero entrambi.
Ma il Louis di ora si voltò verso Harry, gli sorrise dolcemente, riportando un ricciolo al suo posto. "Ti amo anch'io" sussurrò.
Harry era sicuro che presto sarebbero tornati a prendersi in giro, che presto avrebbe detto cose ridicole così che Louis avrebbe alzato gli occhi al cielo, sorridendo.
Louis avrebbe giudicato terribile il suo senso dell'umorismo, l'avrebbe accusato di essere un inguaribile romantico ed Harry avrebbe continuato a dirgli che lo amava.
Ma, per il momento, stavano ancora guarendo. Stavano ancora rimarginando le vecchie ferite ed Harry non poteva esserne più felice.

Love Is A Rebellious Bird. || Larry Stylinson || Italiana.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora