Le vacanze di Natale finalmente erano arrivate. Tutti avevano bisogno di una pausa e di un po' di riposo. Mary, Hannabel e Jack raccolsero le ultime cose e le sistemarono dentro le valige messe vicino alla porta di casa. Diedero un ultimo sguardo alle finestre, controllarono il gas, chiusero con tre mandate la porta e si avviarono giù per le scale.
Fuori dal portone c'era già la macchina ad aspettarli. Bill scese dal posto del guidatore e aprendo la portiera disse: " Buongiorno signora, ha preso tutto? Vuole che salga?"
"No , grazie Bill, ho chiuso, ho tutto qui." dicendo così Mary si sedette. Bill prese i bagagli e li sistemò dietro nel bagagliaio e poi avviò il motore e partirono.
La scorsa estate Mary avevano visitato una decina di appartamenti prima di scegliere quello. Appena entrati nell'ingresso, quell'alloggio in quel bello e antico palazzo nella via principale della città l' aveva colpita subito. Non era nè piccolo nè grande, era giusto per loro. Un bel salone con un lungo divano e il caminetto. Tre camere spaziose e ben arredate, un cucinotto con un tavolo di legno solido. Ma ciò che l' aveva fatta innamorare di quel posto erano stati l'esposizione e il panorama. La giornata non era granchè, ma le stanze erano tutte ben illuminate e il panorama era magnifico. Dalle finestre si potevano vedere i tetti e i terrazzi delle case vicine e del centro storico della città. La vista tutt'attorno sembrava un quadro dipinto.
In un mese la sistemarono: tinteggiarono qualche parete, comprarono qualche mobile, sostituirono la lavatrice, portarono le loro cose per renderla confortevole. Sistemarono sul balconcino spazioso un tavolinetto con sedie e poltroncine così da mangiare fuori con la bella stagione e godere del fresco o del caldo a seconda delle ore. Quell'angolino era il preferito di Mary. Con un buon libro e un bicchiere di vino bianco passava ore crogiolandosi al sole.
Mary, Hannabel e Jack passavano lì la settimana e poi il venerdì pomeriggio partivano e tornavano a casa dove ad aspettarli c'era John, il papà. Nei mesi precedenti John e Mary avevano preso una importante decisione: iscrivere i ragazzi ad una scuola prestigiosa, ma distante 120 km da Brightown, dove abitavano. Questa scelta aveva portato a ripensare tutta l'organizzazione famigliare e a prendere in affitto l'appartamento.
A John non pesava stare solo a casa. Era sempre molto occupato a causa del lavoro, dirigeva un'azienda con 500 dipendenti e durante la settimana passava più tempo in ufficio che a casa. Quando nel fine settimana lo raggiungevano Mary e i ragazzi si obbligava a staccare e prendersi una pausa, cosa che non aveva mai fatto in trent'anni di attività. Passavano due giorni insieme, mangiavano fuori, facevano dei bei giri, oppure si godevano casa insieme. Poi domenica sera Bill riaccompagnava Mary e i ragazzi a Weston Hills e lui riaccendeva il computer e si immergeva nelle scartoffie e nelle responsabilità.
Jack e Hannabel all'inizio non erano molto contenti del cambiamento. Avevano paura di perdere i loro amici e di lasciare gli allenamenti di nuoto per lei e di calcio per lui. Allo stesso tempo però l'idea di cambiare vita, incontrare ragazzi nuovi, vivere in una città più grande di Brightown li esaltava e li incuriosiva. Passavano da uno stato d'animo all'altro velocemente e così i primi giorni di scuola erano molto in tensione, agitati e nervosi.
Sono bastate poche settimane per ambientarsi nella scuola nuova e fare amicizia con i compagni. I fratelli Reed erano molto socievoli. Mary non ne dubitava e si rallegrò pensando che in fondo i suoi figli erano ragazzi equilibrati, bravi a relazionarsi con gli altri.
Il viaggio verso casa durava circa un ora, la strada era dritta e scorrevole, tanto che ogni volta Mary si immergeva nei suoi pensieri, ripensava a quello che aveva messo in valigia e a quello che aveva lasciato là. Non vedeva l'ora di rientrare e stare un po' a casa, riordinare senza fretta, cucinare per il suo maritino i piatti che aveva imparato a fare a Weston Hills e stupirlo, accoccolarsi con lui davanti al caminetto e addormentarsi l'uno nelle braccia dell'altra ogni sera, almeno per un po'.
Anche Jack non vedeva l'ora di arrivare, ritrovare il suo cane Bell, fare la lotta sul tappeto del salone con lei, farsi rincorrere nel giardino e farsi leccare. Poi pensava sempre ai suoi amici: quelli di scuola, quelli della sua vecchia squadra di calcio e infine agli amici del quartiere. Quelli che aveva conosciuto all'asilo e che poi riusciva a frequentare ogni tanto, quando le mamme organizzavano il pomeriggio al parco o la pizza la sera. Tra quelli c'era Sarah, la bellissima e dolcissima Sarah che le aveva rapito il cuore anni prima, quando arrivò all'asilo una mattina e le maestre gli dissero: "Sarah è un compagna nuova, oggi è il suo primo giorno. Accompagnala a vedere l'asilo, le aule e presentala ai tuoi compagni. Tu sei più grande, per un po' ti occuperai di lei." Jack sgranò gli occhi "Come sono più grande " pensò e disse facendosi coraggio: "Vieni ti faccio vedere la cosa più bella che c'è qui" e la accompagnò alla teca con i rametti sui quali stavano crescendo i bachi da seta. Era qualche settimana che lui e i suoi compagni a turno si occupavano di loro. Sarah perplessa chiese. " Cosa sono?" e lui le spiegò tutta la storia e si sentì veramente grande. Da quel giorno lì Jack senti un legame forte con lei, la prima persona che aveva avuto bisogno di lui e quella sensazione non svanì mai, anzi si arricchì di stima e amicizia e infine anche un po' di amore. Il primo tenero, delicato e timido amore.