CAPITOLO 1

17 3 0
                                    


Andrea continuava la sua vita normalmente, studiando il più possibile per superare il quinto ginnasio e cominciare finalmente il primo anno di liceo classico vero e proprio. pensava che, visto che l'aveva scelto per la sua passione per l'italiano, la matematica avrebbe dovuto essere secondaria in quella scuola.

E invece era per l'ennesima volta lì a cercare di copiare in tutti i modi da uno dei suoi compagni durante la verifica di matematica. "Oh, oh! Com'è il secondo?"... quel deficiente di Giacomo non si sbrigava mai. Nelle materie umanistiche Andrea lo aiutava sempre, eppure adesso l'amico non si decideva a passargli quella maledetta equazione. Niente da fare, pensò, e consegnò quasi del tutto in bianco.

All'uscita di scuola però, cambiava tutto. Prima di quei giorni andava a casa, cucinava qualcosa e mangiava con gusto magari guardando la tv. Adesso no, girò verso il parchetto e tirò su il cappuccio per non farsi vedere da chiunque lo conoscesse. Ne aveva bisogno come dell'acqua ormai, soprattutto in quel periodo. I suoi lavoravano spesso, lo trascuravano e stavano per separarsi. Così era più facile per lui procurarsi quello di cui aveva un bisogno vitale, di cui senza non sarebbe potuto stare.

Salutò Matteo, seduto sotto l'ombra di una quercia, e gli passò i soldi. Era già tutto concordato, così l'altro ragazzo gli passò due grammi di ciò che amava come sé stesso, e che soprattutto lo rendeva calmo e senza preoccupazioni.

Andò in un vicolo e prese l'accendino. Ne girò una e iniziò a fumarla, da solo, seduto, pensando al senso di quello che faceva, dello studio, di tutto. Pensò che sarebbe stato molto più bello rimanere lì, a fumare in silenzio per sempre, e nessuno se ne sarebbe mai accorto.


La principessa biancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora