1° Capitolo

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Gli occhi cominciarono a farsi sempre più pesanti, non riuscii più a leggere nulla.
O meglio, non riuscivo più a concentrarmi su ciò che stavo leggendo.
Per quanto amassi leggere, anche la lettura aveva un limite, ed io l'avevo superata da un pò.
Chiusi il libro sospirando, non sapevo cosa fare così mi voltai a guardare l'orario, Cristo, eravano ancora le 21:30; cosa avrei fatto per il resto della serata? 
Sbuffai alzandomi dal letto e passandomi una mano fra i capelli andai verso lo specchio, mi passai una mano sulle guance rosa prima di osservarmi per bene, ero pallida, forse pure troppo, e i capelli ricci castani mettevano maggiormente in evidenza la mia pelle. 
Per non parlare degli occhi, forse troppo chiari per la mia carnagione, azzurri come il mare, Abby. Diceva mia nonna, fu la prima a chiamarmi Abby, tutti in genere mi chiamavano Abigayle, ovvero il nome di battesimo, ma poi la nonna introdusse questo bellissimo nomignolo e anche io piano piano ne feci l'abitudine.
Ora sono per tutti la piccola Abby, troppo fragile e poco vivace. 
Alzai gli occhi al cielo pensando a mia madre, che diceva che non vivevo abbastanza per i miei 18 anni; scusa mamma, non ho la vita di una ragazza di un libro, che incontra l'amore della sua vita con cui fa le peggio cazzate.
Fui distratta dal suono di un cellulare, cercai nelle tasce finchè non lo trovai, sorrisi alla vista del nome sullo schermo, Ella. Mi portai il cellulare all'orecchio, ma non feci neanche in tempo a dire un misero 'Pronto?' che lei inziò ad urlare 
-Finalmente! Santo cielo Abby!- fece una piccola pausa per calmarsi ed io scossi la testa guardandomi allo specchio divertita. 
-Cosa c'è, Ella?- 
-Hai presente la festa di cui ti parlo da tipo, uhm, una vita? ecco, è stasera. eh si, tu devi venire con me, per forza. Me lo avevi promesso!-
-Ella senti, sono quasi le dieci ed io..- non feci neanche in tempo a rispondere che la sua voce superò di tre ottave le mie.
-Niente ma signorina! Il tuo biglietto è nel diario, ce l'ho messo io lì. Preparati, ci vediamo lì. Ah, vestiti carina, la maschera te la do io appena sarai qui, è uaìna garanzia. Ciao piccola a dopo!-
Non mi fece aprire bocca, ma infondo faceva sempre così e un pò mi ci ero abituata anche io.
Sospirai e andai a vedere questo invito, lo trovai nello zaino, carta lucida e nera, con sopra disegnata nell'angolo sinistro la copertina di Cinquanta Sfumature di Nero. Molto fantasiosi, devo dire. Mi concentrai sul testo scritto in bianco in grassetto. 
Festa in maschera, ore 22:00, tutti i partecipanti dovranno avere una maschera, per obbligo, non sono ammesse scuse o sgarramenti alle regole.
Sembrava interessante, mi voltai trovando il mio riflesso allo specchio.
La povera me era stanca, stanca di non vivere come tutte le ragazze della sua età. Cosa avrei raccontato ai miei nipotini quando sarei stata troppo vecchia? Che avevo vissuto stando chiusa in camera mia? Eh no, dannazione, no.
Andai verso la parte dell'armadio che per me era tabù. Tirai fuori un paio di vestitini, non troppo appariscenti, ma neanche troppo semplici, erano.. carini, per me.
Ne presi uno a caso, tutto nero con alcuni punti argentati, era molto fine ma allo stesso tempo adatto alle discoteche. 
Lo indossai ed in seguito mettendomi di fronte lo specchio misi solo rossetto rosso acceso sulle labbra, avrei avuto una maschera a coprire gli occhi, no? Quindi per essi misi solo abbondante mascara, forse esagerai, ma mi piacevo.
Sorrisi alla ragazza allo specchio e per concludere tacchi neri, forse un pò alti visto che traballai un istante appena li indossai. Che imbranata ero.
Spruzzai un pò di profumo, e scesi di sotto. La casa era vuota, mamma era al turno al pronto soccorso, sicuramente.
Sospirai ed inziai ad incamminarmi verso casa di Ella, fortunatamente abitava due vie dopo la mia, non ci misi troppo ad arrivare.
Bussai al suo portone e immediatamente lei comparve, mi guardò ammiccando in segno di approvazione, mi diede una maschera, nera con i contorni argentati, sembrava fatta apposta per il mio vestito. La indossai e le sorrisi.
-Come sto?- chiesi sorridendo.
-Da favola!- Mi prese per mano ed entrammo nella macchina sua, ero agitata quindi non parlai per tutto il tragitto, che fra l'altro, fu molto breve.
Luci colorate erano ovunque. Parcheggiò e scesi dalla macchina, urla, risate, ragazzi che vivevano, sentii tutto questo.
Presi la mano di Ella e mi avviai verso la festa chiassosa.
Dannazione, era ora di vivere un pò.

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26 gennaio, primo capitolo, scusate, vado un pò di fretta, stasera o domani pubblico il secondo, spero che piaccia.

-with love, A.

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