Capitolo 2

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Ero ancora lì. A piangere... Forse in un'altra storia arriverebbero le tue amiche a consolarti, o magari il ragazzo che ti piace a darti un bacio che ti fa dimenticare tutto e ti torna il sorriso. Ma non è successo. Ero lì con le guance rosse e tutte bagnate. Suonò la campanella. Corsi verso classe senza farmi vedere da nessuno, mi asciugai le lacrime. Anche se si vedeva perfettamente che avevo pianto...Mi coprì la faccia con la mia felpa. Entrai in classe, la prof era già seduta sulla cattedra ed io ero davanti a tutti con il cuore che mi batteva a mille. Prof.:"signorina jennifer. La lezione è iniziata! Si sieda subito!" Non dissi una parola ed andai a sedermi accanto al mio compagno di banco, John. È un idiota. E ovviamente dopo che io mi sedetti lui doveva prendermi in giro,per fare il fighetto. John:"ehi perché piangi? È morto il tuo unicorno?! Oh noo! Chiamate i soccorsi!" Tutti risero. Spiaccicai la faccia sul banco. Dopo questa figura di merda arrivò il bidello che disse scocciato:"5 ragazzi divisi" Non ci potevo credere...la giornata andava di peggio in peggio, mancavano solo altre 5 persone che potevano prendersi gioco di me. O forse 4. C'era il ragazzo, quello per il quale mi misi a piangere. Si mise nel banco dietro di me e John. Gli volevo dire qualcosa... Intanto che la prof. Firmava sul registro. Perciò dissi la prima cosa banale che mi era venuta in mente "ehm..ciao" fece cenno con la mano senza neanche guardarmi in faccia. "Come ti chiami?" Dissi con voce tremolante. Questa volta alzò la testa, aveva i boccoli ed i denti da cricetino... Rispose timido:"Michael". In quel momento John mi diede una gomitata dicendo ad alta voce:" ci provi eh" stranamente non ero imbarazzata,ero arrabbiata e senza timore e con voce sicura risposi:" no. Cerco solamente di fare amicizia dato che voi siete solo degli esseri inutili solo in grado di giudicare la gente" senza dire più niente mi rivoltai verso di Michael. Non sapevo dove avevo preso tutto il coraggio per pronunciare quelle parole, ma Michael sorrise e disse:"e tu come ti chiami?" Stavo per rispondere ma la prof. Ci interruppe:"allora ragazzi questo è un argomento molto interessante a cui si deve dare una particolare attenzione..." Dopo queste parole mi persi tra i miei pensieri. Pensavo a Michael.. Non ero innamorata. Ero curiosa, quel ragazzo era speciale.
A metà lezione gli mandai un bigliettino che non mi ritornò più indietro, con su scritto *mi chiamo Jennifer*. A ricreazione rimasi seduta sulla mia sedia a scarabocchiare sul banco, quando mi si avvicinò Michael:"Puoi chiamarmi MIKA se vuoi..." "Oh...e tu mi puoi chiamare Jenn.." Sorrise... Era divertente. MIKA non era timido... Aveva solo difficoltà a sentirsi a proprio agio... Esattamente come me. Subito dopo MIKA mi disse:"perché non sei come gli altri? Perché tu sei così?" Non capivo...mi preferiva come quei mostri? "Cosa intendi dire?" Michael si siese accanto a me, al posto di John. "Perché ti fai sottomettere?" ... "io non mi faccio, sottomettere." Non era esattamente vero... "Ti ho vista prima... Si sentiva che piangevi dal bagno. Tu sei forte. Ho visto come gli hai risposto!" Non ci potevo credere...aveva ragione. "E perché tu ti fai sottomettere?" Pensavo mi rispondesse al mio stesso modo ma... "perché sono dislessico. io sono diverso dagli altri... Io sono più stupido" "tu non sei stupido." "Però sono diverso" queste parole mi intimorirono. Non era un ragazzo che meritava di soffrire. "Solamente perché hai qualche difficoltà non vuol dire che loro possono prendersi gioco di te!" "Beh...spiegalo a loro." Rimasi impietrita.

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