3. flash

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Il vecchio orologio appoggiato sul tavolino del salotto segnava le 22 in punto.

Si alzò e si diresse verso la cucina per prendere le medicine.

Afferrò il barattolo e realizzò che erano quasi finite. Lo vuotò e ne uscì una singola pastiglia.

La mandò giù senza l'aiuto dell'acqua.

Gettò il barattolo nel cestino e andò a letto con gli occhi ancora velati dai farmaci.

Si svegliò più stanco di come era andato a letto il giorno prima. Aveva la testa rovente e sembrava che tra un momento gli si sarebbe spaccata in due.

Alzandosi ebbe un piccolo flash con un susseguirsi di immagini apparentemente senza senso. Si riprese e scopri un'altra miriade di dolori lancinanti che gli attraversavano il corpo.

Uscì di casa e con tutte le sue forze e s'incamminò verso la farmacia.

Il cielo bordava le nubi scure lasciando occasionali squarci dove s'intravedeva la luce fioca del sole.

La pioggia gli pizzicava il viso e gli inumidiva i capelli. Avanzava piegato per i dolori e per il disagio di essere bagnato fradicio. Raggiunta la farmacia si sentì come avvolto da un velo caldo e pesante e d'improvviso i dolori cessarono.

Si girò e tornò a casa.

Si cambiò i vestiti e si mise a leggere col calore rassicurante della stufa che lo liberava dal disagio dell'umidità.

Guardò l'orologio, erano le 22 in punto.

"Sto bene, le medicine non servono" disse la voce nella sua testa, e continuò a leggere fino a quando la stanchezza non l'ebbe trascinato in un sonno profondo.

4:15

Il signor Camber si svegliò di soprassalto, le gocce di sudore gelido gli irrigidivano la pelle.

Altre sequenze d'immagini gli sfrecciarono velocemente in mente, questa volta erano più chiare, anche se ruth non riusciva a capirne il senso.

Non si riaddormentò trascorse la notte nel tentativo di ricreare quei flash, senza alcun risultato.

joyce joyceWhere stories live. Discover now