a casa di emily

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Scesi le scale più in fretta di quanto avrei ritenuto possibile con l'ingombrante borsa e mi precipitai fuori.
Inspirai a fondo l'aria gelida di gennaio, tirai fuori la sciarpa di lana grigia e me la avvolsi intorno alle orecchie per proteggerle dal vento. Dopo essermi inbaccucata, valutai per bene le mie alternative, non potevo ancora tornare al dormitorio, la mia coinquilina Sawyer aveva di nuovo visite ed ero stata testimone delle sue attività sessuali fin troppo spesso.
Una possibilità era la biblioteca universitaria, quel giorno avrebbe chiuso alle dieci di sera, ma per quello che scrivevo non era indicata; Troppe persone passando avrebbero potuto guardare il mio schermo, affondai le mani nelle tasche e le mie dita toccarono qualcosa di metallico e freddo... i miei cupi pensieri si schiarirono all'istante: ma certo! Da un paio di mesi la mia migliore amica Emily si era trasferita nel suo nuovo appartamento a circa un quarto d'ora dal campus.
Fin dal principio mi aveva dato la chiave di riserva, da una parte perché ero ufficialmente la zia del suo gatto Spidey, durante la sua assenza a volte dovevo dargli da mangiare, dall'altra parte perché era al corrente delle frenetiche attività di Sawyer. Mi aveva proposto di andare dal lei tutte le volte che fossi rimasta chiusa fuori, fino a quel momento non avevo approfittato spesso della sua offerta, ma quel giorno non avevo scelta.
Presi il cellulare dalla borsa e le feci uno squillo, poiché non era raggiungibile le scrissi un messaggio per avvisarla della mia visita; con qualsiasi altra persona mi sarei sentita a disagio a farmi aiutare ma con Emily le cose erano diverse, ci eravamo conosciute il semestre precendente, il primissimo giorno durante le lezioni di orientamento mi ero accorta di lei solo perché il suo aspetto corrispondeva esattamente a come mi sentivo io: semplicemente disperata.
D'istinto le avevo fatto cenno di raggiungermi ed eravamo diventate inseparabili, Emily viveva con il fidanzato Josh in un quartiere molto bello; quel giorno i prati erano ancora coperti di brina, ma ero sicura che nei mesi successivi sarebbero stati un tripudio di colori.
il condominio sorgeva nei pressi di un piccolo parco, e già da li si godeva di una bellissima vista del monte Wilson e delle vallate circostanti.
Giusto un anno prima sarei stata pronta a scommettere il mio portatile che non avrei mai trovato un posto più bello di Portland, ma ormai quella città era legata ai ricordi che avrei voluto cancellare per sempre dalla memoria.
Aprì il portone del condominio, e salii al secondo piano, avevo trascorso così tanto tempo da Emily che conoscevo la strada quasi meglio di quella per la mia stanza.
La porta era un po' difettosa e per aprirla bisognava tirarla e poi spingere con forza, fin da all'ingresso mi giunse il miagolio famigliare di Spidey, <<c'è nessuno?>> chiesi.
Posai la borsa per terra e mi tolsi il giubbotto, non sapendo ancora se in casa ci fosse qualcuno, avanzai cauta verso il salotto...silenzio
si sentiva solo spidey che faceva le fusa strusciandosi contro la mia gamba, accarezzai delicatamente il suo pelo rosso e automaticamente un sorriso beato mi si stampo in faccia.
Mi misi in spalla Watson per andare in salotto e mi sistemai comodamente sul divano.
Ma quello che accade dopo fu peggio di qualsiasi incubo che avessi potuto immaginare. Un pene. Fu la prima cosa che mi saltò all'occhio, decisamente grosso e tra l'altro chiaramente pronto all'uso.
Sbigottita sollevai lo sguardo verso Josh che ricambio la mia occhiata a bocca spalancata,i secondi passavano, avrei voluto smettere di guardare, ma lui era completamente nudo e per qualche motivo i miei occhi facevano quello che volevano. Gli serrai con tutte le forze, quanto avrei voluto scomparire <<Josh?>> chiamò la voce della mia migliore amica dalla camera da letto; la mia reazione fu immediata, giri sui tacchi ovviamente inciampai su spidey dato che tenevo ancora gli occhi chiusi, e mi precipitai cuori dell'appartamento.
Josh mi gridò dietro qualcosa, ma il mio unico pensiero era di prendere il largo; i miei passi rimbombarono sono sul granito,e all'improvviso sbattei contro qualcuno.
l'impatto mi lasciò senza fiato e un dolore lancinante attraversò il mio corpo,barcollai all'indietro e agitai le braccia nell'aria nel tentativo di trovare un appoggio, mi aggrappai allo sconosciuto, ma lui anziché sostenermi lancia un gemito e cadde all'indietro con altrettanta goffaggine, decidendo di scaraventarmi a terra, invece di cadermi addosso...molto gentile da parte sua.
Mentre cercavo di sollevarmi nella mia mente tracciai una gigantesca croce rossa su quella giornata.
Probabilmente mi ero rotta il naso, il naso, ginocchia e forse anche un paio di costole.
<<È da parecchio tempo che desidero che tu mi salti addosso, ma non intendevo in maniera letterale>> sentì dire sotto di me e trattenni il fiato, quella giornata meritava addirittura due croci rosse e anche un grosso cerchio nero e un emoji, probabilmente la scimmietta che si tappa gli occhi.
Con un braccio mi spostai dalla fronte i capelli, il mio sguardo incrociò un paio di luminosi occhi scuri, la loro scintilla divertita mi era più che famigliare, così come la voce vellutata e i capelli neri che in genere andavano dove volevano. Spencer. ero piombata nel mio incubo migliore-peggiore; era l'unico ragazzo che era riuscito a mettere in dubbio qualche volta l'astinenza che mi ero autoimposta <<credo di essermi rotta il naso>> piagnucolano spostamdomi un ciuffo di capelli dagli occhi.
quel piccolo movimento bastò a farmi provare una fitta al naso, una mano si sollevo dal suo fianco fino al mio viso e tastò con cautela la parte lesa,<<niente di rotto>> la certezza con cui pronunciò quelle parole mi stupirono <<come fai a saperlo?>> <<mi sono rotto il naso più di una volta>>mi rispose Spencer girandosi di profilo <<vedi?>>.
In effetti c'era una lieve gobba sulla parte superiore del naso, mi sollevai con lentezza <<scusa non volevo venirti addosso>> anche lui si alzò,sempre con quel mezzo sorriso, Spencer non era molto più alto di me <<se in futuro ti capiterà di avere bisogno di un muro umano, rivolgiti a me...il numero ce l'hai>> sorrise.
Qualcosa si agitò dentro di me, al diavolo Spencer... Non potevo negare l'evidenza Spencer era un gran figo,ci siamo conosciuti grazie Josh e fin da subito era entrato nella mia mente <<bianca?>>mi chiamò Spencer <<tutto apposto? Non hai sbattuto la testa troppo forte contro il mio petto d'acciaio vero?>> Era chiaro che stava scherzando, come tutte le volte che era a disagio, Spencer non era molto muscoloso, ma questo non diminuiva la sua bellezza,al contrario...era semplicemente perfetto.
<<Sono contenta di aver sbattuto contro il tuo forte corpo e non contro il muro>> risposi guardandomi intorno alla ricerca di Watson, <<sei stata da emily?>> Domandò Spencer, aveva raccolto Watson con una mano e con l'altra stava togliendo qualche granello di polvere, lo fissai con gli occhi sgranati ripensando a ciò che era successo poco prima <<non puoi salire!>> Spencer aveva un espressione confusa <<io e Josh dovevamo vederci per un progetto>>.
Volevo dirgli che i due erano occupati o farglielo capire in qualche modo invece pronunciai solo una parola <<PENE>> lui mi guardò perplesso<<cosa?>>

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