Come il mattino precedente, Misty fu svegliata dal fiotto di luce che penetrava dalla veranda, e infastidita si girò di fianco dove trovò stesa, addormentata Jessica.
Alla vista della ragazza, Misty fu colpita da più sentimenti contrastanti provando nuovamente frustrazione, irritazione e insicurezza.
Insicurezza? Era inaccettabile. Quella ragazza era pericolosa per lei, doveva andarsene e non permettere più a nessun altra di avvicinarsi a quel modo.
Era stata debole, impulsiva.
Non avrebbe più corso questo errore un'altra volta.
Si alzò piano, per non fare rumore, si rivestì, infilò le poche cose che aveva nello zaino e nelle tasche della giacca.
Diede un ultimo sguardo alla ragazza, bella e inerme in quel letto sudicio, troppo grezzo per lei, e se ne andò, lasciandola sola nella stanza 227.
*
Al suo risveglio, l'orologio sul comodino segnava le 11 di mattina.
'Accidenti' pensò tra sé Jessica. Sua madre le avrebbe rotto l'anima al suo rientro, su dove fosse finita, con chi fosse ecc.
Era così frustrata, a ventiquattro anni vivere ancora con mamma e papà, non avere la propria privacy,
non poter gestire le proprie cose con totale autonomia.
Tutti la ritenevano una privilegiata perché aveva la villa a 4 piani con piscina, ma lei voleva soltanto andarsene da quel posto. Essere libera. Libera dal mondo finto e di apparenze di cui vivevano i genitori.
Libera dalle imperative richieste di sua madre.
Tagliò corto i pensieri quando si accorse che il letto a fianco era vuoto, e il tempo sembrava essersi fermato. Non un rumore.
"Ehi?" accennò ancora assonnata, verso la porta del bagno, aspettandosi di ricevere risposta.
Niente.
"Ehi, ci sei ancora?"
Di nuovo nulla.
Si alzò barcollante, sbadigliando, ancora nuda, infilandosi giusto le mutandine, e coprendosi il seno con le braccia incrociate.
Entrò in bagno, ma come immaginava lo trovò vuoto.
Guardó dalla finestra; la Cadillac era sparita.
La ragazza era sparita.
Si accasció sulla poltroncina in stoffa stinta, a fianco al letto e si sentì improvvisamente pervadere da un enorme senso di vuoto e di abbandono.
Si sentì stupida nel sentirsi così, verso una sconosciuta che aveva appena conosciuto il giorno prima, e che nemmeno le aveva detto il suo nome.
" Un volto che tanto non vedrai mai più" ripeté tra se le parole che l'altra, le aveva detto la sera prima.
Eppure dentro di se qualcosa continuava a spingerla a non mollare. Non sapeva perché si sentisse così, era come se quella ragazza le avesse lasciato un impronta e ora le suggerisse di seguirla. Come se le avesse portato via qualcosa di importante e ora dovesse andare a riprenderlo.
Ma non capì perché.
Era una ragazza come tante altre, una ragazza magnetica, dannata e misteriosa che non si lasciava scrutare da nessun occhio curioso e indiscreto, come il suo.
Forse era stata troppo, forse l'aveva spaventata con la sua solita curiosità, con il suo dannato senso da crocerossina, di dover aiutare tutti, di dover scovare le anime tormentate e dar loro una soluzione.
Si sentì sciocca e sbagliata.
Si rivestì a fatica, con il peso delle sue emozioni addosso, uscì da quella stanza in cui la sera prima aveva inconsciamente donato parte del suo cuore a quella ragazza. Non si voltò nemmeno a guardare la stanza, e chiuse la porta sbattendola.
Incerta sui suoi passi si diresse verso la sua macchina, poi però le venne in mente un'idea.
*
Domenica 20 settembre ore 12:00.
In 3 ore sarebbe arrivata a casa.
'Casa' pensò sarcastica.
Si sforzó di non pensare al peggio che sarebbe potuto succederle al suo arrivo.
Cercò di godersi il viaggio.
Lasció le strade caotiche dalla città, per dirigersi nella strada grande, tra i boschi e le montagne che la avvicinavano a casa.
Alzò il volume delle stereo, su un brano degli Halestorm dal sound graffiante e provocatorio "Love Bites".
Si fermò al primo autogrill di strada, prese caffè e Redbull per essere carica e riprese il viaggio.
Sarebbe ancora passata in una città più vicina, avrebbe fatto passare ancora mezza giornata prima di arrivare.
Non avendo un granché di soldi da poter spendere fuori dal suo budget si accontentó di un tramezzino dalle macchinette, poi passó la giornata a far tornare i conti di quanto le servisse per andarsene definitivamente in un altra città e mollare tutto.
Le serviva un lavoro.
Mandó qualche email dal suo vecchio android scassato. Le avevano proposto di fare la baby sitter a dei bambini 6 giorni su sette, ma piccolo problema : lei non sopportava i mocciosi. Avrebbe potuto essere cattiva con loro e venir cacciata tempo due giorni.
Qualsiasi altro lavoro le sarebbe andato bene.
Purtroppo l'ora di tornare in viaggio arrivò, e Misty si rassegnó al suo destino di tornare al vecchio, brutto ovile.
*
Avrebbe potuto pensarci prima. Era stato così semplice.
Una mazzetta da 100 verdoni sono sempre quello che serve per ottenere qualcosa.
Cosi aveva ottenuto quello che cercava. Misty Lockheart.
Questo era il nome dell'enigmatica ragazza.
Non era poi stato difficile risalire ai suoi dati di pagamento e recuperare il suo indirizzo.
Ed era lì che era diretta.
Si domandó quanto più avanti di lei fosse per la strada. Erano le 12 e 37, sarebbe arrivata la per le 15 e 30 circa.
Un senso di vergogna e disagio iniziò a tormentarla; ' Ma allora sono davvero una stalker.. Cosa sto facendo? Sto pedinando una sconosciuta.. Perché?' ma mentre si poneva tutte queste allarmanti questioni, la distanza che la separava tra lei e la sua meta si accorciava.
*
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The adventures of Misty
AventuraMisty è una ragazza fuori dal comune, temeraria e solitaria che cerca di scappare dal suo passato e dalla sua città così stretta per lei . Ogni weekend rappresenta per lei l'unico momento di fuga e libertà in attesa di potersene andare definitivamen...