Capitolo 1.

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Capitolo 1

"Arrivo a Chapel Hill."

Apro lentamente gli occhi, mentre la voce dell'autoparlante mi arriva ovattata alle orecchie.

Cerco di mettere a fuoco, raddrizzandomi sul sedile del treno.

Controllo l'orario sul telefono, stropicciandomi appena gli occhi.

"Sono le dieci e mezza, cazzo."

Borbotto tra me e me, in una specie di mugugno assonnato.

Tra mezz'ora ci sarebbe stata la cerimonia d'iniziazione dei corsi, questo vuol dire trascorrere un'ora ad ascoltare il solito monologo noioso e antico del preside.

Prendo la valigia dallo scomparto superiore del treno e mi dirigo verso l'uscita, sbuffando a causa del peso del bagaglio.

Non credo di essere pronta psicologicamente per affrontare un anno di college, condividere la stanza con una sconosciuta e dire addio ai miei spazi.

Non che io sia una ragazza sulle mie, ma ci tengo ad avere un minimo di privacy.

Con un fischio cerco di attirare l'attenzione del tassista appoggiato svogliatamente sulla sua auto gialla.

Mi fa un cenno con il mento e mi avvicino, accennando un sorriso, passandogli la valigia.

"Buongiorno signorina, dov'è diretta?"

"Al Cornell State University."

Mormoro, prendendo posto nell'auto.

E' un po' malridotta, i sediolini sono graffiati e gli specchietti sono rotti.

Appoggio la testa sul vetro del finestrino, guardando fuori.

Chapel Hill è una cittadina nella periferia del Nord Carolina.

Le strade alberate e le enormi distese di prati rendono la cittadina ancora più fresca e piacevole delle foto.

I negozietti sono tutti concentrati in una piccola piazzetta, piena di fiori e fontane.

Ci sono alcuni ostelli e pub di ogni genere lungo le strade.

"Il college si trova un po' distante da qui."

Dice l'autista, sbirciandomi dallo specchietto retrovisore.

"Mhn, si? Beh, dalle foto sembra grande. Qui non sembra ci sia molto spazio.."

Rispondo, anche se non sono sorpresa da quelle parole.

L'autista annuisce, e il viaggio prosegue silenziosamente.

Una volta arrivata, esco dall'auto e ringrazio il signore per aver preso la valigia, pagandolo.

Faccio un bel respiro ed eccola: La mia nuova casa.

L'edificio è immenso, circondato da un grande cortile.

Il rosso, un po' sbiadito, del college è contornato da alcuni mattoni di pietra.

Le grandi vetrate affacciano sul cortile alberato, e i gradini che portando all'entrata sembrano, ad occhio, più di un centinaio.

Sull'opuscolo c'era scritto che l'edificio è stato costruito più di settanta anni fa.

Abbastanza confortante dormire in un posto costruito su materiali che hanno quasi un secolo, no?

Percorro il sentiero che porta alle scale, percorrendole con un po' di fatica, trascinandomi dietro la valigia.

La prossima volta che mia madre mi metterà dentro mezzo armadio e tutto il mobiletto del bagno, svuoterò la valigia nel primo cassonetto della spazzatura.

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