Capitolo 3
“Questo è solo l'inizio. X”
Quattro semplici parole che non mi hanno fatto chiudere occhio per tutta la notte.
Ho così tante domande nella testa che, a furia di cercare una risposta, sono arrivata alle sette del mattino senza concludere niente.
La mia parte positiva, o almeno, quello che ne rimane, spera con tutto il cuore che si sia trattato solo di uno sbaglio.
Ma se non lo fosse?
Se quella lettera era nella mia borsa per un motivo?
E se qualcuno l'avesse messa per minacciarmi?
Deglutisco, rimanendo a guardare il vuoto nell'oscurità della camera.
L'unico rumore sono le coperte che si sfiorano tra loro a causa dei miei movimenti veloci e quello del russare di Brooklyin.
Sospiro esausta, alzando la schiena dal materasso, con un assurdo mal di testa, come se ieri sera avessi bevuto fiumi di alcool.
Borbotto per il mio aspetto quando accendo le luci del bagno, osservando il mio riflesso allo specchio.
Il pigiama azzurro tutto stropicciato e i capelli che.. beh, non c'è modo per descrivere questa oscenità.
Sbuffo, passando le dita sulle occhiaie che contornano i miei occhi, dandomi un'aria ancora più distrutta e stanca.
Mi lavo, ed esco dal bagno con un aspetto decisamente meno trasandato, soprattutto dopo aver applicato del correttore sotto le mie inguardabili occhiaie.
Nel momento in cui apro l'armadio Brook si sveglia, fissandomi per qualche secondo, come se avesse appena visto un fantasma.
“Tu? Sette e mezza? Sveglia?”
Il suo tono quasi mi fa ridere, e annuisco, premendo le labbra le une sulle altre.
Una parte di me dice di dire alla mia compagna di stanza della lettera, forse mi può aiutare, o dare un consiglio.
Ma decido di non dare ascolto a questa parte, decidendo, invece, di aspettare.
Magari qualcuno si è sbagliato e oggi verrà a scusarsi.
Cerco di essere positiva ma, soltanto il pensiero che quella lettera sia per me e che ci sia qualcuno nell' istituto con brutti propositi, mi fa rabbrividire.
“Helen? Ci sei?”
Sobbalzo quando trovo la sua esile figura vicino a me, abbassando lievemente lo sguardo per guardarla, a causa della nostra differenza di altezza.
“Scusa, sono un po' stanca..”
Mormoro, estraendo dall'armadio una maglietta nera a mezze maniche con una scritta bianca “Don't wait for the storm to pass, learn how to dance in the rain”, e un cardigan beige sopra, abbinato ad un paio di jeans chiari, stracciati qua e là.
Sento lo sguardo di Brooklyin scrutarmi per poi fare una smorfia.
“Se lo dici tu.”
Dice con sospetto, per poi entrare in bagno, dopo avermi lanciato un'ultima occhiata.
Con un sospiro mi appoggio alla parete, chiudendo un attimo gli occhi.
Cerco di rilassarmi, ma un rumore alla porta mi fa sobbalzare.
Imprecando mi avvicino e la apro, trovando la figura di Louis sorridermi raggiante.
Come fa a trovare tutta questa forza anche alle otto meno venti del mattino?
STAI LEGGENDO
Suspicious
FanfictionHarry Styles, indagato per l'incendio doloso dell'abitazione di sua madre. Occhi verdi e freddi da far rabbrividire chiunque. Helen Carter, una semplice ragazza con un passato difficile, pronta a dimostrare a lei e ai suoi genitori che finalmente è...