il mattino seguente.

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Dawn, arrivò a casa mia con largo anticipo quella mattina.

Stavo ancora dormendo e infatti non avevo sentito bussare alla porta, per fortuna -o per sfortuna- Zac era già in piedi e andò ad aprire, anche se la mia amica mi disse che il musone, le aveva lanciato un'occhiata di fuoco e aveva borbottato parole incomprensibili, che secondo lei erano palesemente imprecazioni nei miei confronti. 

Non doveva essere stato troppo contento che Dawn si fosse presentata li così presto, dopo tutto erano solo le otto del mattino. Poi mi ricordai automaticamente che la sua coinquilina doveva essere tornata con qualcuno stamattina, quindi non le chiesi come mai fosse già venuta da me.

Mi presi il mio tempo per prepararmi psicologicamente ad alzarmi e affrontare il mio insopportabile coinquilino; quella sera ero così stanca che andai a letto senza nemmeno farmi la doccia. Inutile dire che me ne pentii subito; quindi decisi che prima di andare in cucina e fare colazione -di conseguenza incontrare Zac- andai in bagno con l'obbiettivo di fare una doccia.

Mi chiusi la porta del bagno alle spalle e osservai con disprezzo il fatto che nella serratura non ci fosse la chiave.

Inspirai a fondo e mi diressi in cucina, per chiedere spiegazioni.

Zac mi guardò con superiorità, ma non aprì bocca; il bastardo aveva già capito tutto, infatti si dipinse sul volto un sorriso insopportabile.

Puntai insistentemente lo sguardo infuriato su di lui, che si era appena voltato. Senza girarsi mi chiese spazientito; ‹‹Beh, buongiorno anche a te, ma che vuoi? Perché mi stai guardando come se volessi uccidermi?›› fece una breve risatina che mi diede sui nervi.

Espirai a fondo cercando di mantenere la calma e non tempestarlo di insulti, per quanto mi sarebbe piaciuto.

‹‹Dove diavolo è la chiave del bagno?!›› tentativo fallito, cominciai a urlagli in faccia.

Sentii le guance e le orecchie avvampare, non ero arrabbiata. Ero infuriata. Ho sempre tenuto molto alla mia privacy e il fatto che -specialmente nel bagno- non ci fossero le chiavi, mi diede abbastanza sui nervi.

Lui mi guardò divertito, e la cosa non fece altro che farmi incazzare più di quanto non lo fossi già stata.

‹‹Io sono il re delle chiavi in questa casa. Tu non ne vedrai neppure l'ombra.›› disse superandomi, andandosi a chiudere nella sua stanza.

Presa dalla particolare tenacia di quella mattina, gli andai dietro e spalancai la porta.

Ricordavo che mi aveva vietato di entrare nella sua stanza, ma ero così arrabbiata, avevo il cervello offuscato.

‹‹Quindi mi stai dicendo che io dovrei vivere in un'appartamento senza la chiave nella porta del bagno, e lasciare che mentre io sia li dentro, qualcuno possa piombare dentro senza alcun preavviso?!›› Gridai incredula.

Zac si era già seduto alla scrivania; si alzò di nuovo e mi venne davanti. 

‹‹Esattamente.›› disse serio. ‹‹ Ora, hai infranto la prima regola d'oro, quindi se non vuoi assaggiare la mia amara vendetta ti conviene portare le tue chiappe in bagno e fare quello che devi fare senza darmi fastidio. Oh, e...te lo ha mai detto qualcuno che la tua voce è proprio fastidiosa e parli davvero troppo?›› Mi chiuse la porta davanti al muso.

Mi voltai verso Dawn, che aveva assistito alla scena; mi guardò mezza divertita e mezza incazzata nera con musone.

La fulminai con lo sguardo e andai in bagno.

Mi spogliai e mi infilai velocemente dentro la vasca, coprendomi con la tendina di plastica. Feci la doccia più veloce che potei e mi rivestii immediatamente.

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