One shot - The promised neverland :3

💜~Isabella x Reader~💜

Richiesta fatta da Nick_71194
Reader 29 anni
Girlxgirl
Fammi sapere se ti piace!

°~T/n pov~°
"82584 al rapporto, 82584 al rapporto, il cavetto numero 82584 è richiesta nella stanza 033" gli altoparlanti iniziarono a martellarmi la testa con la loro voce robotica. Mi sistemai la gonna e uscì dal dormitorio, con gli occhi delle mie compagne addosso, per recarmi alla stanza 033. «Chissà cosa vorranno...» Ad ogni passo in quel corridoio vuoto la mia ansia aumentava, ormai sono qui da diciassette anni e avevo imparato bene a nascondere le emozioni. Da fuori si potevano vedere solo occhi gelidi e così doveva essere: niente emozioni e sorridi, ce lo ripetevano ogni volta. Era un po' un controsenso e solo chi capiva come fare e lo faceva magnificamente poteva avere una possibilità di diventare mamma o sorella.
Arrivai nella stanza 033, senza esitazione bussai alla porta e dopo lo scontato 'avanti' entrai. Ad aspettarmi c'era la nonna Sarah.
"Mi voleva vedere?" dissi; postura dritta, occhi gelidi, professionalità.
"Tn, in questi anni sei migliorata sempre di più e ora ti posso dire che sei pronta"
"Diventerò sorella?"
"Esattamente, penso che tu sia più che pronta per aiutare allo stabilimento 3, lo stabilimento migliore"
«lo stabilimento 3, lo stabilimento 3, lo stabilimento 3, lo stabilimento 3, lo stabilimento... di Isabella»
Rimasi calma, anche se difficilmente:" è lo stabilimento di mamma Isabella, ha davvero bisogno d'aiuto?"
«Lei è forte»
"Evidentemente sì, allora?"
«Odio le sue stupide domande retoriche»
"Certo"

***

°~Isabella pov~°
"Una sorella?"
"Sì. Non che non mi fidi di te. Ma mi sento più sicura così, ho trovato il pupazzo di Conny sotto il camion, sai anche tu il rischio"
"Certo e scusa ancora, sono io che ho insistito che loro andassero a riportarglielo"
"Ora puoi andare, se farai il bravo questa settimana avrai la tua macchina fotografica"
Lui mi fece un cenno con la testa e se ne andò.
Sospirai. «Basta...» Volevo pace, ogni secondo in più che rimanevo qui mi corrodevo dentro. Scossi la testa velocemente per cacciare quei pensieri e nasconderli nel mio subconscio, ingnorandoli, come sempre avevo fatto.
«È sospetto.»
Il mio cane stava tradendo la mia fiducia? La mia mente pensava e doveva pensare a questo. Ma io volevo preoccuparmi di cose tipo 'mio figlio sta bene?' O domande ancora più sciocche e banali, ma allo stesso tempo irraggiungibili come  'avrà una cotta?' «Vorrei si potesse confidare con me, vorrei... essere davvero una mamma... magari insieme a Tn- No. smettila di pensare a lei, smettila di pensare a queste cose! Il mio cane potrebbe starmi tradendo è questo il problema! Non di certo delle sue cotte! E ovviamente non ne deve neanche avere se no... finirà come me... No! Basta! Tra qualche minuto dovrò andare al cancello. Niente emozioni e sorridi; postura dritta, occhi gelidi, professionalità.»
Uscì dall'orfanotrofio, ormai era notte fonda e tutti i bambini stavano dormendo. Aprii il cancello. Lo attraversai con la lanterna salda nella mano. La alzai per vedere meglio in mezzo alle tenebre. E la vidi. Lei. Tn. La bambina di 11 anni che mi fece scoprire le farfalle nello stomaco. La bambina non più bambina che non vedevo da vent'anni. La bambina che con quei suoi occhi una volta gioiosi mi colpì il cuore. E ora, quei così bei occhi c\o erano macchiati da bugie e menzogne, ma non avevano perso il loro fascino.
"Buongiorno mamma Isabella" mi disse professionale. Era calma e tranquilla, con postura elegante. Appena la vidi sgranai un attimo gli occhi, per poi tornare subito seria. La nonna Sarah era davanti a noi e non doveva accorgersi di niente.
"Buongiorno, da oggi sarai la mia assistente nello stabilimento 3" dissi cercando di essere seria e fredda come sempre.

***

°~T/n pov~°
"Lei è la mia nuova assistente" disse davanti a tutti i bambini.
"Piacere! Io sono Sorella Tn! E voi?" dissi con un sorriso. Cominciarono presentarsi tutti felici. Tranne Emma, Norman e Ray. Ray non si sforzava nemmeno, invece gli altri due avevano un enorme sorriso finto sul volto. Capii subito che era per loro se ero qui.