❤~Oliver x reader~❤

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Richiesta fatta da bea_chann
⚠Manga spoiler⚠
Fammi sapere se ti piace!

Corsi via il più velocemente possibile. Andai verso il tavolo con i proiettili di scorta e ne presi alcuni mentre correvo. Uscì dall'edificio con Oliver al seguito. Misi i proiettili nel fucile mentre agilmente scomparivo dalla sua visuale saltando su un albero. Subito, cominciai a sparare nella sua direzione mancandolo apposta.
"WAAAAH-" Oliver urlò spaventato dagli spari improvvisi.
"PAHAHAHA" scoppiai a ridere e scesi con un salto dall'albero.
Ridacchiando dissi:" Dovresti essere abituato ormai"
"E invece non mi abituerò mai, mi fai perdere dieci anni di vita ogni volta!" Disse con una mano al cuore e il fiatone.
"Ragazzi!" Zack, Violet e Gillian si avvicinarono a noi correndo.
"Chi ha vinto?" Chiese Zack.
"Ovviamente Tn, che domande sono!" Disse Gillian.
"Già, ho vinto io!" Proclamai, vantandomi.
"Non me lo sarei mai aspettato" disse ironica Violet.
"E mi ha fatto prendere un infarto" disse Oli ancora scosso.
"Non me lo sarei mai aspettato" disse di nuovo Violet seguita da Zack in coro.
"E mi sono fatta male alla spalla" dissi io tranquilla.
"Cosa!? Quando!?" urlò Oli avvicinandosi sconvolto.
"Non me lo sarei mai aspettato" dissero per la terza volta Violet e Zack insieme a Gillian.
"Ma dove!?" Mi chiese preoccupato Oliver.
"Quando sono salita sull'albero mi sono tagliata con un ramo" dissi sorridendo e spostando la maglietta facendo vedere il taglio.
"Non è molto profondo, acqua fredda, cerotto e via" disse Zack controllando la ferita.
"Cerca di stare più attenta la prossima volta" mi sgridò Violet con le mani sui fianchi.
"No! Cerca di farli più profondi così rimangono le cicatrici!"
"Gillian!" La richiamarono Oliver, Zack e Vio.
"Che c'è! Le cicatrici sono fighe!"
Tutti quanti si misero una mano in faccia, esasperati, mentre io ridevo in sottofondo.
Erano tutte così le giornate.
Tra risate e sorrisi.
Tra allenamenti e chiacchere.
Le giornate trascorrevano tranquille.
Finché non cominciava la melodia.
Quella stramaledettissima melodia.
Arrivavano i demoni, le risate cessavano, calava il silenzio e poi urla. Solo e soltanto urla.

***
Pov Oli

"TN! TN CAZZO, TN!"
Corsi verso di lei; era distesa in una pozza di sangue e Lewis era lì davanti a lei che rideva. Per fortuna la musica suonò in tempo e il demone, soddisfatto, se ne andò, prima che potesse darle il colpo di grazia.
Io mi accovacciai accanto a lei. Aveva la pancia trafitta e un morso alla spalla, i vestiti erano strappati e ricoperti di sangue e respirava appena. La presi a mo' di sposa e mi fiondai al mulino.
"Sandy, Zack!" Chiamai agitato i due incaricati alle cure.
"Oliver cos'è successo!?"
Alla vista di Tn si spaventarono tutti, un trambusto assurdo si alzò nella stanza e tutti gli occhi erano puntati su di me e sul corpo di Tn. Gillian corse subito verso di lei, già con le lacrime agli occhi. Anche se a volte non lo dava a vedere e ironizzava sempre su questo, lei ci teneva tantissimo a Tn e perdere anche lei sarebbe stato davvero troppo, visto il suo passato. Zack e Sandy erano andati a prendere l'occorrente per curare Tn, io corsi ad appoggiarla su un lettino seguito da Violet che controllò il suo respiro. Zack e Sandy arrivarono subito e ci allontanammo lasciandoli fare.
"Com'è successo?!" Chiesero in coro Violet e Gillian.
"Lewis" dissi solo e loro capirono al volo. Quel demone si divertiva tantissimo a farle del male, per lui era un gioco. Le nostre vitte erano un gioco. Tutto quel maledettissimo campo da caccia era un gioco. E lei era il giocattolo migliore di tutti, secondo lui.
"Cambiando discorso, morti? Feriti?" Chiesi.
"4 morti e 12 feriti" mi informò Violet.
"Cosa!?"
"Già non è andata molto bene oggi..."
In quel momento tornarono Zack e Sandy.
"Non è nulla di grave, tranquilli, si riprenderà tra qualche giorno" ci disse Sandy.
E tutti sospirarono sollevati. «Tn perché mi devi far prendere 'sti colpi...»

***
Come al solito alla notte mi avvolgeva solo la paura, mi stritolava e mi soffocava nel mare di tutte le mie paranoie e delle mie ansie. Le immagini di Tn distesa in quella pozza di sangue non mi si toglievano dalla testa. Avrei dovuto essermi abituato ormai, a vedere la gente morire, ma quando si trattava di Tn non ce la facevo. La sua risata, i suoi scherzi, le serate passate a chiacchierare, gli allenamenti dove puntualmente vinceva lei, tutto questo, tutta questa felicità, pensare che un giorno poteva scivolarmi via dalle mani mi faceva male. Pensare che un giorno Tn sarebbe potuta morire mi faceva un male cane. Ed ero ancora lì a rigirarmi nel letto, pensando che se avessi continuato così, prima o poi saremmo tutti entrati nella pancia di qualche demone. Dovevamo ucciderli, scappare e riprenderci la vita che ci spettava, la felicità che volevamo. Mi alzai di scatto da letto, avendo subito dopo un giramento di testa, e andai da Tn. Era lì, distesa su quel lettino, era già successo tante volte che si facesse male e in tutte quelle volte lei si era salvata. Ma non c'era certezza che si sarebbe sempre salvata. Mi sedetti su una sedia affianco a lei. La guardai da cima a fondo, era bellissima. I suoi morbidi cappelli le pizzicavano il viso rilassato. Gli occhi erano serrati, le labbra schiuse, sarebbe stato una vista meravigliosa, e lo era, se non ci fossero però stati tutti i tagli di quegli anni. Sia vere che metaforiche aveva un sacco di ferite che la macchiavano. Lei era fantastica, la sua allegria contagiosa, il suo coraggio ammirevole. Lei era un fiore. Un bellissimo fiore che al profumo sorridevi e alla vista esultavi. Aveva i petali delicati e un colore sgargiante. Un fiore raro, che pochi vedevano. E chi non faceva attenzione lo calpestava. C'era chi lo faceva apposta e chi no, ma fatto sta che veniva calpestato. Tagliato, estirpato, strappato. Ma resisteva. Incredibilmente quel fiore resisteva. Resisteva ad ogni tortura e, anche se con qualche graffio, rimaneva lì, stabile, aggrappato al suo gambo. I petali rimanevano attaccati, il profumo era sempre bellissimo, ma dopo un po', anche con tutti i suoi sforzi, quel fiore dai colori sgargianti si colorava pian piano di nero. Si macchiava delle suole delle scarpe che lo calpestavano. Quei colori così luminosi e belli si scurivano. E io avevo assistito a tutto. Io avevo assistito a tutti quegli sforzi, a tutte le suole delle scarpe, e stavo assistendo anche al suo scurimento. Non potevo permetterlo, non potevo permette che quel bel e forte fiore venisse macchiato ulteriormente.
Le sue lunghe ciglia si mossero e piano piano le palpebre scoprirono quelle bellissime pupille c\o.
"Oli..."
Senza accorgermene le avevo preso la mano e mi ero avvicinato a lei, al suo viso.
"Che ci fai qui, dovresti andare a dormire"
Il suo sguardo era puntato nei miei occhi e la sua voce, leggermente impastata dal sonno, mi risuonava nelle orecchie melodiosa. Non resistetti. Poggiai le mie labbra sulle sue. Era un bacio delicato e casto che mi aspettavo venisse subito interrotto da lei, invece, ricambiò. Mise una mano tra i miei capelli e ci staccammo lentamente.
"I-io..." cominciai a dire, ma fui interrotto dal suo sorriso. Un sorriso che non mi faceva da tempo, felice e vero. Senza paura, senza insicurezze. In quel momento i petali ripresero i loro colore originario, come quando era bambina. Come quando chiacchieravamo spensierati su cose futili e infantili. Tutto quello sporco che macchiava i suoi petali e il suo sorriso, scomparve all'improvviso. Sarebbe ritornato a breve e lo sapevo bene, ma non mi interessava ora.

Dalle sue labbra incurvate uscirono quelle due parole.

"Ti amo"

Il mio cuore in quel momento scoppiò. La sua mano era tra i miei capelli, i nostri nasi si sfioravano e lei guardandomi negli occhi con il sorriso più bello e sincero che avessi mai visto si dichiarò. Ero andato totalmente in tilt. E invece di risponderle mi avventai sulle sue labbra dando vita a bacio leggermente più appassionato.

"A-anch'io" dissi appena ci staccammo, rosso in viso ma sorridendo. Il marcio sui suoi petali sarebbe tornato, ma speravo con tutto il mio cuore che nonostante tutto, nonostante tutti i sorrisi finti che ogni giorno mi rivolgeva, fosse felice per davvero. Perché io in quel momento lo ero. In quel momento cancellai completamente i demoni, e mi concentrai solo sul suo sorriso. Mi stesi accanto a lei, in quel minuscolo lettino, e cominciammo a parlare. Parlammo di qualsiasi cosa, ma non dei demoni. Non del motivo per cui aveva una spalla dolorante. Non dei 4 morti e dei 12 feriti di quel giorno. Parlammo solo di cose stupide e sdolcinate, rintanandoci nel nostro piccolo angolo, lasciando un attimo da parte il resto. C'eravamo solo noi e la nostra spensieratezza. Ad un certo punto si mise a baciarmi ripetutamente su tutta la faccia, era dannatamente tenera. Alla fine, tra baci e risate, ci addormentammo portando con noi quella spensieratezza nei nostri sogni che, finalmente, furono tranquilli, dopo anni in cui erano solo pieni di marcio. Quella notte chiusi gli occhi con una mano sotto la sua maglia impegnata a farle i grattini e lei abbracciata a me, avendo impresso il suo sorriso nella mente. Quella notte chiusi gli occhi senza paura e senza paranoie. Quella notte chiusi gli occhi felice.

{Angolo di un gatto che balla}
Sono riuscita a pubblicare ben 2 capitoli questo mese, wiiiiiiiii!
E sono anche abbastanza soddisfatta di questa os, però forse dovrei cercare di mischiare meglio la parte di dialogo con il testo, senza praticamente dividere la storia a metà con 'parte dialogo' e 'parte testo'... boh, ci proverò...
Vi saluto piccole patatine fritte aliene che comunicano tramite ketchup e mando un confuso e indeciso
Ciauuuuuuuuuuuuuuuu~

One shot - The promised neverland :3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora