2016 – Kagoshima/Okinawa
Rui guarda fuori dal finestrino dell'automobile che va a velocità sostenuta, chiuso in un cupo silenzio e con la faccia atteggiata ad una smorfia. Aspira profonde boccate dalla sigaretta che tiene tra l'indice e il medio, strizzando gli occhi per il fumo. Kei, al volante, lo fissa con la coda dell'occhio.
«Adesso stai facendo il bambino, Rui.» non ricevendo risposta, inizia a punzecchiarlo con la punta del dito.
«Piantala, Kei.» sbotta lui brusco.
«È da questa mattina che non sputi fuori una parola. Che hai?» non ottenendo risposta, lascia andare un profondo sospiro. «Senti Rui, lo so che ti ho praticamente obbligato a fare questo viaggio, ma prendilo con un altro spirito, cazzo. Non volevi fare delle foto?» la Reflex se ne sta appesa al collo di Rui, il copri obiettivo inserito e la spia spenta, proprio come l'espressione del suo proprietario.
«Me la vuoi proprio far pesare, vero?» Kei digrigna i denti, colpendo forte il volante con il palmo della mano.
Il viaggio continua nel silenzio e alla fine i due amici raggiungono la stazione centrale e si recano al punto d'incontro all'interno. Un nutrito numero di ragazzi è raggruppato in un angolo e per Rui e Kei non è difficile riconoscere Saito. Il tempo sembra quasi non avere avuto alcun effetto su di lui: la montatura dei suoi occhiali è simile a quella che aveva a scuola ed ha anche la stessa pettinatura: i capelli neri sono tagliati corti, divisi nettamente sulla sinistra da una riga diritta. Rui si sistema la tracolla della borsa sulla spalla, pestando il pavimento con le sue converse rosso brillante. Kei lo segue a breve distanza con lo zaino in spalla ed è proprio lui a richiamare l'attenzione del vecchio compagno di classe, chiamandolo a gran voce e sventolando la mano in segno di saluto. Afferra quindi Rui per la spalla e lo spinge in avanti a riconciliarsi con le vecchie conoscenze.
Una volta completato il rituale dei baci e degli abbracci e dopo aver fatto i biglietti, gli ex compagni di classe si affrettano al binario e salgono compostamente sul treno, occupando le carrozze a loro assegnate.
«Odio viaggiare in treno!» si lamenta Rui stravaccandosi scompostamente sul suo sedile vicino al finestrino.
«Chi lo avrebbe detto che l'allegro Kimura sarebbe diventato un tale brontolone!» ridacchia Harada raccogliendosi i lunghi capelli in una coda di cavallo.
Rui la squadra malevolo. «E chi l'avrebbe detto che la dolce e gentile Harada sarebbe diventata una tale oca.» risponde a tono.
«Avanti Kimura, siamo in vacanza!» esclama Aoki accavallando le gambe. «Rilassati.»
Il ragazzo sbuffa seccato e le due giovani donne concentrano allora le loro attenzioni su Kei, che le fissa con un sorriso affabile dipinto sul volto. «Siete proprio cambiate.» esclama gentile. «Non vi avrei mai riconosciute.»
Le due iniziarono a ridere con le mani davanti alla bocca. «Tu invece non sei cambiato per niente, Yoshida, sei sempre stato il più gentile di tutti.»
Lui sorride al complimento, sistemandosi più comodamente sul sedile. Posa la caviglia destra sul ginocchio dell'altra gamba e dà una gomitata al suo amico, non ottenendo altra risposta se non un grugnito.
Gli occhi di Aoki si posano sulla macchina fotografica. «Sei appassionato di fotografia, Kimura?» chiede.
«È il mio lavoro.» risponde lui.
«Fai davvero il fotografo?» chiede estasiata Harada.
«Rui ed io abbiamo un negozio di fotografia.» spiega orgoglioso Kei.
Aoki liscia le pieghe della sua gonna. «Non mi dire... Quindi anche voi siete rimasti in contatto?»
«Insieme fino alle superiori!» esclama lui passandogli un braccio intorno al collo. I numerosi braccialetti che porta al polso tintinnano.
Harada sgrana gli occhi. «Sapete che fate proprio una bella coppia voi due?» dà di gomito all'amica. «Tu che ne pensi Aoki?»
Lei li osserva con attenzione. «Hai proprio ragione. Sono così diversi tra di loro che quando stanno così vicino sembra un dipinto.»
Kei nota con la coda dell'occhio che Rui è lievemente arrossito all'idea di essere al centro dell'attenzione. «Comunque Saito ha fatto un lavoro certosino.» commenta. «Ci ha addirittura sistemato negli stessi posti che avevamo allora.»
Rui si libera dal braccio dell'amico e il movimento permette ad un raggio di luce di colpire l'anello d'argento che porta al pollice della mano destra. «Spostati, fa caldo.»
«Kimura, che tipo di fotografie ti piace fare?» domanda Aoki sporgendosi verso di lui.
«Per lo più paesaggi.» risponde lui continuando a guardare fuori dal finestrino.
«Perché non ci facciamo una foto tutti insieme per commemorare il momento?» propone Harada. «Ti dispiace?»
«Sicuro.» Rui si toglie la tracolla della reflex dal collo e rimuove il copri obiettivo, quindi accende la fotocamera. «Siediti in mezzo a loro» ordina a Kei. «Così regolo la messa a fuoco.» L'amico ubbidisce e lui finisce di sistemare tutti i parametri, quindi posiziona la macchina fotografica sul suo sedile, imposta il timer per l'autoscatto e si siede in mezzo alle due ragazze, che gli hanno fatto posto sul loro sedile.
«Dite 'cheese'!» esclama Harada raggiante.
Rui fa un sorriso stanco, ma subito la sua attenzione viene attirata dalla sensazione di morbidezza che percepisce sul suo fianco. Guarda in quella direzione e nota che Aiko gli sta schiacciando il seno addosso, lanciandogli allo stesso tempo occhiatine inequivocabili. Il ragazzo rivolge un'occhiata a Kei, che lo fissa a sua volta con occhi divertiti, come se anche lui avesse notato la scena.
Il click proveniente dalla fotocamera annuncia loro che la foto è stata scattata e i ragazzi ritornano sul proprio sedile. Rui nota il disappunto che appare sul viso della ragazza non appena si stacca da lei e non riesce a reprimere una risatina ironica. Controlla la fotografia appena scattata e annuisce. «Volete vederla?» le ragazze annuiscono e stavolta sono loro a cambiare sedile, stringendosi accanto agli ex compagni.
«Kimura.» dice piano Aoki spingendosi di nuovo contro di lui. «Sto morendo di sete. Verresti con me a prendere qualcosa da bere?»
Lui la guarda da sopra la spalla. «Non ne ho proprio voglia, veramente.» dice, raggelandola. «Perché non vai con Harada?»
La ragazza arrossisce di colpo, staccandosi da lui come se fosse appena diventato bollente. «Oh, certo. Harada, mi accompagneresti?» chiede con finta indifferenza.
L'altra si affretta ad annuire. «Sì, non è un problema.»
Le due ragazze si alzano in piedi e Harada apre la porta della cabina ed esce. Aoki sta per seguirla, ma Rui l'afferra per un braccio, costringendola a girarsi verso di lui. «Ah, Aoki...» le dice avvicinando la bocca al suo orecchio.
«Cosa?» domanda lei sbattendo le palpebre.
Lui ghigna. «Per me un'aranciata. Grazie.» lascia andare il suo braccio e si rimette a sedere tranquillamente.
La ragazza stringe le labbra. «Certo.» sibila, indispettita.
Non appena rimangono soli, entrambi i ragazzi scoppiano a ridere.
«Dolce il nettare della vendetta?» domanda Kei.
«Delizioso.» risponde l'altro asciugandosi un'immaginaria scia di saliva dall'angolo della bocca.
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Viaggio attraverso un ricordo
Fiction généraleRui e Kei sono amici da una vita, esattamente dai tempi delle medie. Ne hanno passate di tutti i colori insieme e sono legati da un'amicizia indissolubile, ma nonostante la loro intimità c'è qualcosa che non si sono mai detti; un segreto che bussa p...