Colazione da Gattullo, I miei migliori complimenti

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FEDERICO CHIESA
Lascia Sophie come avevo lasciato Vittoria anni prima; un fulmine a ciel sereno. Non c'era nulla che non andava tra di noi, c'era affetto, c'era passione, c'era intesta. Ma c'era Tea,e per quanto lo negassi a me stesso, come già avevo fatto, era così.
Mi dispiaqque molto per Sophie, ci rimase proprio male, le volevo bene, credevo di amarla e invece tutte le mi certezze stavano crollando.
Dissi a Simeone che l'avevo lasciata, non potevo negarlo, stavo troppo male e dato che lui stava con me non potevo evitarlo.
"Cerca solo di non dirlo in giro, okay?" gli dissi
"Perché?" mi chiese giustamente
"Non mi va che mi facciano domande, che assumano cose senza parlarne con me..."
"Non ti va che qualcuno pensi che sia per Tea" finì lui
"Esatto"
"Ma lo è"
"Non lo so" dissi sincero "potrebbe essere come no"
"Vorresti che lo fosse?"
"Che domanda è?" chiesi corrucciando le sopracciglia
"Boh, se speri che lo sia significa che speri che lei provi lo stesso per te e.."
"E secondo te è così?"
"Secondo me l'hai lasciata per Tea"
"Intendevo, secondo te prova qualcosa per me?"
Giovanni scoppiò in una fragorosa risata "Amico, sei fottuto" gli lanciai un cuscino del divano
"Ti odio"
"Liverpool è la nuova Firenze"
"Smettila"
"Tornete a sbaciucchiarvi fuori dallo stadio" finse un conato di vomito
"Non so se voglia tornare ad avere un noi"
Giovanni rise di nuovo "Ma che sono ste frasi, vai a scrivere sui baci perugina va"
Poco dopo sentimmo suonare il campanello
"Nikola" sentii dire, guardai stranito verso Giovanni che in tutta risposta mi disse solamente di aprire
"Che ci fai qui?" gli domandai dopo aver aperto la porta
"Sono stato cacciato di casa, che si dice?" disse in tutta risposta buttandosi sul divano
"Bah niente di che, questo ha avuto allenamento sta mattina e poi boh stavamo aspettando voi"
"Infatti, dov'é Tea?" gli chiesi, sembravo l'unico preoccupato del fatto che Nikola avesse detto che era stato cacciato di casa
"A casa" rispose semplicemente lo sloveno. Io e Giovanni lo guardano perplessi, se dovevano vederci perché era a casa? Continuammo a guardare il ragazzo finché finalmente aggiunse un "con Timo"
"Con Timo?"
"Shh, Madonna non serve mica urlare, Federico" si lamentò Giovanni tappandosi le orecchie
"Ma ti sembra normale che sia con quello?" risposi allibito "Puoi dire qualcosa?" mi rivolsi a Nikola
"Umh... Tea mi ha detto di andarmene perché dovevano parlare"
"E non ti è sembrato strano? Non ti sei preoccupato?"
"No" disse facendo spallucce "non mi sembra un tipo pericoloso"
"Vende un mucchio di droghe"
"Ehi, questo non fa di lui una brutta persona, ero pieno di amici che lo facevano per sopravvivere, daglieli tu i soldi allora per sopravvivere se vuoi che smetta"
"Vabbe, io sto andando" decretai
"Stai invadendo la privacy di altre persone..." mi ammonì Simeone
"Okay, io sto andando, voi fate quello che volete, ciao"
Nikola e Giovanni si guardarono, sbuffarono e si alzarono
"Si incazzerà un sacco" borbottò tra sé e sé Giovanni.

"Non è in casa evidentemente" provò a parlare Milenkovich
"Ah si? E dove pensi che sia?" gli domandai ironico suonando un'altra volta
"Non andrà a finire bene" commentò Giovanni seduto sul gradino dietro di noi; suoni un'altra volta
"Chi cazzo è?" la voce di Tea rabbiosa risuonò dall'altra parte del citofono
"Ehmm.." non riuscivo a parlare, era davvero incazzata
"Noi" arrivò in mio soccorso Nikola
"Non è il momento"
"Apri, cazzo" non avevo mai sentito Nikola così serio; come unica risposta sentimmo il portone aprirsi
"Mi devi un favore" mi ammonì prima di entrare

Tea spalancò la porta e salutò Timo spingendolo fuori, poi ci guardò tutti e quattro e se ne andò lasciando la porta aperta. La seguimmo tutti, pure Timo tornò dentro.
"Cosa volete ora" si lamentò in italiano
"In Inglese" disse Timo timidamente
"Non dovresti neanche essere qui" lo ammonì Tea
"Siamo solo venuti per uscire" dissi io alzando le mani "E mi riferisco a tutti tranne che a questo ceffo qui"
Tea sorrise, a maggior ragione perché Timo non poteva capire
"Si, facciamo un attimo un caffè prima ok?"
"Nono, fuori subito" ordinò Simeone "non sono venuto a Liverpool per stare in casa... e ascoltare drammi" sentenziò l'argentino facendo cenno a tutti di sbrigarsi
"Dove state andando?" ci chiese Timo vedendo muoverci
"In giro" tagliò corto Tea
"Posso venire?" domandò lui. Tea strabuzzò gli occhi, inarcò le sopracciglia e serrò le labbra sollevandone gli angoli
"Ok, ti scrivo, chiaro" e con questa frase ci salutò tutti prima di sparire.
"Quindi dove andiamo?" chiese la nostra amica
"Prima dicci che vi siete detti!" esclamai
"Che dovevamo dirci?" chiese facendo finta di niente e continuando a camminare "Forse potrei avere voglia di Starbucks"
"Non fare la finta tonta, so che è stato a letto con la tua coinquilina, e ora, andandosene, ti ha detto che ti scriverà. Posso solo immaginare quello che è successo" ormai eravamo solo noi due a parlare, Giovanni e Nikola camminavano più indietro
"L'ultima cosa che vorrei è parlare di questo con il mio ex ragazzo" mi fece presente
"Andiamo, voglio aiutarti" la pregai
"Non sono scema, sei solo un impiccione"
"Hai ragione, però fidati che ti fa bene parlarne"
Tea sospirò "Gli ho detto che era okay uscire, nel senso che comunque non siamo mai stati insieme, che non è stato carino ma, insomma, avrei potuto farlo anche io. In fin dei conti non sono innamorata, è una storia che lascia il tempo che trova,magari andrà bene, magari no, per il momento mi interessa solo stare bene"
"Non condivido per nulla" sentenziai
"Grazie, ma tu dovevi solo ascoltarmi"
mi fece presente
"Oh andiamo, come posso non darti un consiglio, per il tuo bene" dichiarò
"Davvero? Ora ti interessa il mio bene?" rise
"Non penso che vogliamo aprire questo capitolo per la milionesima volta" le feci presente
"Wow, è la prima volta che ci troviamo d'accordo su qualcosa" esclamò felice fscnedo sorridere anche me. Nikola ci riportò alla realtà con una pacca sulla spalla "Assorti nel vostro discorso avete superato due Starbucks e non ve ne siete accorti"
"Direi di prendere qualcosa al volo e iniziare finalmente a fare i turisti!" esclamò Giovanni trionfante battendo il cinque al suo compagno di squadra.

Ma le volevo bene lo stesso
Capiva quello che avevo dentro
Che è un po' come quando ti si intrecciano le cuffie in tasca

Supplementari || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora