The Dark Side Of The Moon, Nitro

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TEA PARADISO
Quando arrivai a Liverpool sbloccati il telefono e chiamai Timo; mi aveva scritto quella mattina se potevamo parlare, non gli avevo ancora risposto
"Pronto?" rispose quasi subito
"Sto venendo a casa tua" gli dissi senza tante cerimonie "inviami l'indirizzo"
"No"
"Perché?"
"Perché... Non sono a casa"
"Okay, posso raggiungerti dove sei? O comunque ci vediamo tra un'oretta da te, io sono ancora in aeroporto"
"No Tea, facciamo da te dai"
"Per favore Timo c'é Devotee e inoltre non sono mai stata a casa tua"
"Prossima volta okay?"
"Timo... ti prego" se fossi tornata a casa Devotee mi avrebbe chiesto di tutto e io non ce la facevo
"Promettimi solo che sarà tutto uguale okay?" mi chiese dal nulla
"Ma cosa stai dicendo?"
"Promettilo e basta, Tea"
"Lo prometto"
"Ti invio l'indirizzo, fammi sapere a che ora scendi dalla metro e non uscire se non ci sono io con te, intesi?"
"Tranquillo non mi perderò" risposi con una risata
"Non é per quello, tu quando scendi dall'ultima metro cerca me chiaro? Non uscire"
"Uh va bene" risposi titubante prima di riattaccare. Aspettai la localizzazione di Timo e presi la metro.

"Ehi" Timo era già lì quando scesi, mi fece un cenno con il capo e sorrise
"Da quanto sei qui?"
"Sono appena arrivato"
"Falso, ti avevo detto che sarei arrivata tra dieci minuti" gli dissi, non volevo che venisse a prendermi potevo farcela da sola
"Allora sei tu la falsa"
"So seguire le indicazioni!" controbattei seguendo lo su per le scale
"Dammi la mano e la valigia" ordinò
"Cosa? Perché?" ma invece di rispondermi si prese la valigia e mi afferrò la mano. Capii da sola perché voleva che ci fosse anche lui. Era pieno di gente che dormiva per strada, ubriachi, se puntavo lo sguardo su qualche vicolo buio c'era gente che si faceva un vena. Un tizio mi chiese quanto prendevo per tre ore
"Sono fortunato io che non pago allora" Timo rise sotto i baffi
"Deficiente" gli dissi tirandogli un pugno sulla spalla
"Siamo arrivati" annunciò tirando fuori le chiavi "ultimo piano" sbuffai in risposta e iniziai a salire, dopotutto non avevo neanche la valigia.
"Benvenuta nella succursale della reggia di Versailles!" sdrammatizzò sul suo monolocale Timo; era tutto lì, fornelli, frigo, tavolo, letto, divano
"La fontana é visibile solo quando si rompe la tubatura del bagno"
"Come sei finito qui?" gli chiesi preoccupata
"Non avevo soldi per andare da nessun altra parte"
"Sei bravissimo..." mormora flebile, Timo mi guardò storto "Non ti faccio schifo?"
"Ti stai pagando dove vivere, non posso neanche immaginare i tuoi sforzi"
"O facevo così o ci vedevi anche me per strada"
Mi avvicinai per gettargli le braccia al collo e alzandomi in punta di piedi appoggiai le mie labbra sulle sue. Non sapevo cosa stavo facendo o perché, c'eravamo baciati soltanto un'altra volta in passato. Quando le nostre labbra si incontrarono nessuno dei due si mosse, aggrottai le sopracciglia e aprii gli occhi mentre sentivo l'equilibrio mancarmi, quelli di Timo erano già aperti, posai o talloni e abbassati lo sguardo
"Dobbiamo parlare" disse
"Domani, vado via" risposi reprimendo l'imbarazzo
"Stai, é un ordine... Io vendo droga per vivere, chiaro? Siamo qui ora perché io ho venduto tante droghe a tante persone e tu non puoi dirmi" se non smetti non ti parlo più" perché io non ho i tuoi soldi, io ho solo me, e se smetto muoio"
"Io non ho voglia di vederti più in generale" mormorai
"Cosa? Perché?" allargò le braccia stupito
"È meglio così, grazie per l'ospitalità" raggiunsi la valigia
"È perché non ti ho baciato? Perché é stupido da parte tua, mi hai baciato solo perché sei innamorata di un ragazzo che non ti vuole"
"Vai a fare inculo, Timo" esclamai e mi diressi verso la porta, Timo non mi fermò, abbassati la maniglia e tirai ma non si apriva nulla
"È chiuso a chiave"
"Chiamo la polizia" minacciai
"Certo così mi impiccano direttamente" rise, io respirai profondamente e parlai quasi sottovoce "Ho chiuso"
"Cosa?"
"Con lui, ho chiuso" ripetei "Non voglio neanche vederlo, non voglio neppure affezionarmi a te perché morirai per un overdose o ti uccideranno e io soffrirò ancora una volta"
"Non andrà a finire così" disse raggiungendomi
"Promettimi che smetterai allora, ti troveremo un lavoro, ti presterò dei soldi...qualsiasi cosa. Promettimi che lotteremo per cambiare le cose"
"Io... Tea... Lo prometto" sospirò in fine, lo guardai abbozza do un sorriso
"Ora vado a casa, okay?" chiesi
"No, resta, dormi con me"
"Non ho voglia di..."
"Non dobbiamo fare niente, solo dormi con me" disse accarezzandomi la guancia, annuii, volevo baciarlo ma lui non avrebbe voluto; così ci cambiano e ci mettemmo sotto le coperte, diedi le spalle a Timo ma lui mi passò un braccio sotto la vita e mi attirò a sé sistemando la testa nell'incavo del mio collo. Per la prima volta da quando ero a Liverpool mi sentivo bene.

Quando la mattina mi svegliai ero io che stavo abbracciando Timo
"Mi ci potrei abituare" disse quando aprii del tutto gli occhi
"Potevi svegliarmi"
"Per carità, quando dormi non parli" mi girai indispettita
"Nessuna ragazza era mai entrata qui" disse, mi rigirai riappoggiandomi al suo petto e tracciando con le dita disegni immaginari
"Devo essere proprio una rompi palle allora"
"Se vuoi metterla su questo piano" disse, lo guardai senza capire quello che aveva detto
"Hai intenzione di andare a lezione?" chiese
"Si ma é alle 11 oggi"
"Oh merda é vero c'é quella conferenza prima...direi di andare"
"No dai"
"Ti serve per l'inglese"
"Ti odio" mi lamentai in italiano
"Cos'hai detto?"
"Ti odio" tradussi, poi me ne pentii perché lo dicevo sempre a Federico, e anche se ormai non mi interessava più nulla ci tenevo che fosse una cosa nostra.

A cosa serve una doccia se hai lo sporco dentro?

Supplementari || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora