Unhappy, Lukas Graham

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FEDERICO CHIESA
Non ce la facevo più a rimanere al Liverpool, se giocavo titolare non ero nel mio ruolo, se no dovevo aspettare che Salah o Manè si stancassero o si infortunassero o giocassero male o che mancassero pochi minuti alla fine e via discorrendo.
Ma era l'alba dell'ultimo anno lì e se non fossi riuscito ad andarmene a gennaio me ne sarei andato ad agosto.
Goodbye Liverpool!
Poi il clima lì non era lo stesso che alla Fiorentina, non dovevo tornare per forza alla Fiorentina ma di sicuro non dovevo rimanere lì. Erano tutti più grandi, con più esperienza e meno affettuosi che in Italia. All'inizio era stata davvero dura, ma almeno conoscevo la lingua alla perfezione.
Salah era un gran punto di riferimento in quel posto, non l'avrei mai detto all'inizio ma era veramente lo spirito della squadra, a Manè piacevo decisamente meno ma non era cattivo, cattivo l'avrei usato al massimo per Shaqiri.
Uno dei miei pochi amici lì dentro era Andrew Robertson che con tre anni in più di me aveva già un figlio, ed era pure il capitano della nazionale scozzese!
Klopp poi era l'esatto opposto di Pioli, nervoso e rumoroso, era una buonissima persona ma a volte usava le parole sbagliate per farti chiarire un concetto. Tutto sommato però pensavo di aver fatto qualche progresso.
"Anche io quando ero più giovane arrivavo sempre per primo...la vecchiaia mi sta ritardando" disse Momo entrando in spogliatoio, c'ero solo io
"Sono qui solo per il calcio" risposi con un po' di rammarico nascosto dietro un finto entusiasmo
"Non te la cavi male però" mi sorrise e iniziò a cambiarsi "So che non siamo così amici ma hai Andrew e il giovane Woodburn, siete amici no?" chiese l'attaccante, annuii allacciandomi gli scarpini "Poi sei il protetto di Virgil Van Dijk, nessuno può toccarti"
"Se con protetto intendi tutto fare al suo servizio..."
"Oh ma lui lo fa solo per te, quanto ti ha fatto restare in più per allenarti?"
"Ma si stava allenando lui"
"In quel modo ha allenato anche te" mi fece osservare "anche se ti insulta lui ha visto molto potenziale in te, per questo fa così"
"Quindi tu no" risposi ridendo
"Io semplicemente non so fatto per fare il maestro" rispose sedendosi
"Ciao ragazzo prodigio" esordì poi salutando il nuovo entrato, Benjamin Woodburn, classe 1999, appena tornato dal prestito allo Sheffield, faceva avanti e indietro tra la Primavera e la Prima squadra. Alzò la mano per ricambiare il saluto e si sedette accanto a me
"Fede" disse
"Dimmi"
"Prima di venire qua avevi una ragazza?" chiese curioso
"Sì" risposi guardando per terra
"Ha una ragazza in ogni Paese" rise Salah alludendo al fatto che anche qui avevo trovato una fidanzata
"Perché vi siete lasciati, se posso?"
"L'estate in cui sono venuto qua aveva finito il liceo e doveva pensare al suo futuro" risposi semplicemente, forse un po' più mestamente del solito perché Mohamed aveva smesso di scherzare e cercava di sottrarsi a quella conversazione, nel frattempo entrò anche Van Dijk, era un taciturno, ci salutò a malapena
"Le hai chiesto di seguirti?" domandò ancora Benjamin
"Sì" risposi con un sorriso finto
"E lei non ha accettato?"
"No"
"Perché sai, in Scozia avevo una ragazza e lei non ha voluto seguirmi a Liverpool, ma forse perché non ne valeva la pena, io so che non era la mia lei" disse Benjamin
"Sei giovane" gli dissi "troverai un'altra"
"Come hai fatto tu?"
"Esatto" sorrisi convincente e mi alzai, uscii, anche Momo e Van Dijk erano usciti.
Da quella conversazione con Benjamin avevo iniziato a ripensare a Tea; chissà cosa stava facendo, dov'era, chi era il suo ragazzo, se si era mai innamorata di Remie... L'avevo silenziata su Instagram, avevo chiesto a Giovanni di non parlarmi di lei, avevo bloccato qualsiasi collegamento che me la ricordasse neanche una settimana dopo essere arrivato a Liverpool. Ero stato uno stronzo di sicuro ai suoi occhi, anche ai miei lo ero, ma non sapevo cos'altro fare, mi avrebbe ucciso il suo ricordo, la sua presenza distante...
"Quella ragazza in Italia.." iniziò Salah che si era avvicinato, alzai lo sguardo e lo fissai aspettando che continuasse "la amavi?"
"Sai che sei proprio un impiccione?" gli chiesi sorridendo e facendolo ridere
"Scusa, hai ragione, é che ti eri fatto tanto triste" si giustificò
"Lei era.." iniziai "lei è il mio primo amore, che cosa smielata"
"Non scherzerei con l'amore giovanotto, è questo che ci fa andare avanti" mi rimproverò Virgil "Ora iniziamo a scaldarci" mi disse
"Ma siamo solo in tre" protestai
"In due, Momo può iniziare il riscaldamento con gli altri" risposi con un grugnito mentre Salah rideva.

"Sophie sono giù da venti minuti!" le urlai al telefono, non dovevamo neppure uscire, doveva solo aprirmi la porta
"Scusaaaa" piagnucolò dall'altra parte della cornetta, poi sentii il portone aprirsi e agganciai. Salii gli scalini con una piccola corretta e entrai
"Ciao tesoro" le dissi dandole un bacio sulle labbra
"Mi dispiace, ero così concentrata in quell'esercizio di matematica che non sentivo nulla"
"Tranquilla, vuoi ordinare qualcosa da mangiare?" le chiesi, avevo finito allenamento tardi e dopo essermi fatto una doccia e cambiato non ci vedevo più dalla fame
"Si, perché non cambiamo un po'? Ordiniamo cinese?" propose sorridendo
"Quello che vuoi" le dissi ricambiando il sorriso, non avevamo mai mangiato cinese, praticamente solo perché era la cucina preferita di Tea
"Domani potremmo andare a passeggiare lungo il fiume" propose Sophie dopo aver ordinato
"Certo" le dissi dandole un altro bacio
"Sei proprio bella" le sussurrai all'orecchio, gettò la testa all'indietro e rise imbarazzata
"Non mi sembra vero di stare con te, sono così fortunata" rispose "Ho comprato un nuovo vestito per domani" aggiunse felice, domani erano sette mesi che stavamo insieme ufficialmente e saremmo andati in un ristorante molto carino che dava sul fiume, era il preferito di Sophie, elegante ma non esageratamente
"Non vedo l'ora di vederti" le risposi facendole fare una piroetta
"Hanno suonato" esclamò "vado ad aprire, è di sicuro arrivata la cena"

Let's solve this situation with simple conversation
Before it grows, grows
Grows into something bigger
Let's see the bigger picture and let it go
First, let's try to talk about what went wrong
Then talk about moving on
We both feel better off
When we smile before I leave

Supplementari || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora