Il Gobbo di Notre Dame

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Il celebre cartone Disney è tratto dal racconto di Victor Hugo, ben diverso dalla trasposizione cinematografica.

Il libro inizia durante la festa dei folli, una manifestazione popolare culminante nell'elezione del papa dei folli. Nel libro c'è un personaggio in più: lo squattrinato poeta Pierre Gringoire, che durante la festa dei folli mette in scena un dramma teatrale. Ma l'attenzione del pubblico si sposta sull'elezione del papa dei folli, che culmina nell'elezione di Quasimodo, gobbo e deforme campanaro di Notre Dame. Sconfortato, Pierre Gringoire inizia a vagabondare per le strade di Parigi senza una meta fino a ritrovarsi presso la Corte dei Miracoli, quartier generale della comunità di zingari. Il poeta viene condannato a morte dal capo degli zingari, Clopin Trouillefou per aver violato i confini della comunità. A salvarlo interviene la zingara Esmeralda, che decide di evitargli la morte accettando di sposarlo.
Proprio alcune ore prima, Esmeralda era scampata a un tentato rapimento compiuto da Quasimodo dietro ordine dell'arcidiacono della cattedrale di Notre-Dame, Claude Frollo, ossessionato da un desiderio possessivo nei confronti della zingara. Il salvataggio avviene grazie a Phoebus de Châteaupers, capitano delle guardie del re, il cui intervento fa innamorare Esmeralda. Unico accusato del tentato rapimento, Quasimodo verrà messo alla gogna; nel disprezzo generale del pubblico solo la zingara gli mostrerà compassione porgendogli dell'acqua da bere. Questo gesto lo farà innamorare di lei. Intanto Phoebus, giovane scapestrato avvezzo alle avventure amorose, consapevole dell'infatuazione della zingara per lui, riesce a convincere Esmeralda ad un incontro "romantico" in una locanda. Prima di giungere all'appuntamento Phoebus si scontra con Frollo, il quale riesce a convincerlo ad assistere all'incontro amoroso. Ma prima che il rapporto tra i due amanti si consumi, l'arcidiacono Frollo, fuori di sé per la gelosia esce dal nascondiglio e pugnala il capitano; credendo di averlo ucciso scappa dalla finestra, deciso a far ricadere sulla zingara le accuse dell'omicidio. Phoebus, in realtà sopravvissuto, decide di fuggire senza lasciare notizie di sé, timoroso che un suo coinvolgimento nell'affare possa danneggiare gli accordi di matrimonio da tempo presi con una nobildonna. Esmeralda viene sottoposta a processo inquisitorio; in un primo momento si rifiuta di parlare, ma la tortura dello stivaletto finisce con il farle confessare qualunque accusa mossa contro di lei. La sentenza diventa impiccagione per omicidio, a cui si aggiunge anche il capo d'accusa di stregoneria.
Nelle segrete della prigione dove viene rinchiusa, Esmeralda riceve la visita di monsignor Frollo che, rivelatole il suo amore per lei e i suoi intricati piani per possederla, compreso l'omicidio di Phoebus, le offre la possibilità di salvarle la vita in cambio del suo amore. Esmeralda rifiuta l'accordo, preferendo morire e raggiungere così l'amato, creduto morto.
Mentre viene portata al patibolo, Quasimodo si cala dalla cattedrale e porta in salvo la zingara all'interno dell'edificio, consapevole dell'impunità a cui avevano diritto tutti i condannati rifugiati tra le mura sacre delle chiese. Il tempo trascorso assieme a Quasimodo dà modo a Esmeralda di conoscere il carattere buono e generoso dell'essere, che si dimostra rispettoso nei suoi confronti, arrivando al punto di proteggerla dai tentativi di Frollo di possederla.
Nel frattempo Clopin Trouillefou organizza, assieme all'intera comunità zingara, un assalto alla cattedrale per liberare Esmeralda dalla detenzione forzata, ma, il re di Francia Luigi XI, viene indotto a scambiare il gesto per una rivolta popolare mossa contro la sua autorità; dà ordine a un manipolo di soldati di violare i confini sacri della cattedrale per catturare la zingara e impiccarla, come dimostrazione del proprio potere, sperando così di sedare la rivolta. Quasimodo, che scambia le intenzioni degli zingari per un tentativo di uccidere Esmeralda, reagisce all'attacco gettando pietre, e piombo fuso dall'alto della chiesa. I soldati del re lanciano una pioggia di frecce contro gli zingari, sterminandoli in massa. Clopin rimane ucciso e i gitani superstiti fuggono. Nella confusione, Frollo, decide di fare un ultimo tentativo e libera Esmeralda, ma solo per costringerla a scegliere tra lui e la forca. Di fronte all'ennesimo rifiuto di Esmeralda, dom Frollo decide di chiamare le guardie per vendetta e trascina la giovane ad una cella senza aperture, dove i peccatori si chiudevano volontariamente. La affida a sorella Gudule, detenuta della cella che odiava la comunità zingara per averle rapito quindici anni prima la figlia di pochi mesi. Nei brevi momenti passati insieme, in attesa dell'arrivo delle guardie, sorella Gudule confida alla ragazza il motivo dell'astio nei suoi confronti, rivelandole la storia della figlia rapita e mostrandole l'unico ricordo che le rimaneva di lei: una scarpina rosa da neonato. Esmeralda mostra il contenuto di un amuleto che portava sempre al collo e che dice essere l'unico legame con sua madre: una scarpina rosa da neonato identica a quella di Gudule. La verità sulla faccenda viene svelata: Esmeralda si chiama Agnès, figlia della prostituta "la Chantefleurie", rapita dagli zingari quando aveva pochi mesi, i quali l'avevano scambiata nella culla con il piccolo Quasimodo. La felicità del reciproco ritrovamento viene smorzata dalla condanna a morte pendente sulla giovane gitana.
Nonostante i tentativi della madre di nasconderla alle guardie, Esmeralda viene scoperta e portata sul patibolo, assieme alla madre, rimasta aggrappata a lei. Qui Gudule muore in un tentativo di ribellione, mentre Esmeralda viene impiccata, sotto gli occhi soddisfatti di Frollo, che osserva la scena dalla cima della torre di Notre-Dame. Quasimodo, accecato dalla rabbia per il ruolo giocato da Frollo nella faccenda, lo scaraventa giù dalla cattedrale. Infine, Phoebus, guarito dalla ferita provocatagli da Frollo, indifferente alla vicenda, si sposa. Quasimodo, una volta raggiunto il corpo morto dell'amata zingara, si lascia morire al suo fianco, in un eterno abbraccio.

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