Un pallone da calcio filò in rete, passando tra le braccia tese invano del portiere, causando grida di vittoria alla squadra dell'attaccante.
Il ragazzo bruno, snello e dagli occhi neri brillanti, non seppe contrastare l'abbraccio di gruppo ma non poté sfoggiare un sorriso al broncio deluso dell'avversario (che tal altro gettò i guantoni a terra come se lo avessero fatto sbagliare di proposito).
- Nessuno ci batterà, perché nessuno ha Dave! - ululò un castano robusto e dal viso simpatico, scuotendolo con impeto.
- Sei incredibile! -
- Grandioso! -
Dave aveva la testa sommersa dai loro complimenti, e tra quelle grida udì anche un improvvisato versetto:Perché Chander è il più forte tra noi!
Perché Chander non si abbatte mai!Avevano appena vinto un amichevole contro una classe di un anno più grande organizzata dal dirigente scolastico, tenuta nella palestra.
Le partite di calcetto, erano il principale vantaggio che rendeva superiore la scuola di Jefferson City dalle altre.
La 3 A stava davvero conquistando il vertice, da quando Dave Chander si era candidato. Non vi era studente che non li conosceva; tuttavia, nonostante la fama, Dave aveva scarso successo con le femmine.
Guardando oltre le teste dei compagni ne vide due, su una stretta panchina, saltellare dalla gioia accanto a un sedicenne dall'aria gratificante. Esso avanzò e, Dave capì dal suo labiale, chiese alle ragazze di aspettarlo lì.
- Vedi, ti stanno acclamando! - esclamò a Dave, mentre si faceva spazio nell'ammasso di corpi addossati.
- No, Kyle... sono per te! - precisò lui scettico.
Un fisico impeccabile, un sorriso ammaliante e lisci capelli castano chiaro costitiuvano la figura chiamata Kyle Firoge. Era la mela buona in mezzo a quelle acerbe, il contadino paziente tra quelli impazienti... Insomma, il meglio del meglio.
Dunque non era una novità per Dave scorgere fiumi di occhiate furtive lanciate dalle studentesse del primo anno nei corridoi al suo passaggio, oppure che gli conversavano sfruttando una qualsiasi scusa.
In parole semplici: era apprezzato.
O così lo definiva lui, inoltre era il suo migliore amico.
- Mmh... Sì, è vero - si convinse indifferente. - Però fattelo dire, sei stato bravo oggi! -
Dave lo ringraziò così come aveva fatto a quelli precedenti, ma aggiunse un batti il cinque che Kyle eseguì ridacchiando.
- Tra poco suonerà la campana... Domani abbiamo qualche verifica? - domandò alzando il tono e accompagnandolo agli spoiatoi maschili, seguiti dalla squadra vociante.
- No... Credo - rispose Dave pensieroso. A differenza di Kyle, era il numero uno sullo studio.
- Buono! - terminò Kyle, appoggiandosi sulla parete di cemento bianco in fondo alla stanza.
Dave annuì, aprendo la borsa del ricambio.Come figlio unico, Dave passava il pomeriggio studiando le pagine assegnate dai professori. La sera invece cenava felicemente con i genitori, guardando la tv o raccontando com'era andata la mattinata. Nulla gli mancava... Ma nel cuore sentiva che qualcosa serviva nella sua vita: una ragazza.
Il giorno successivo sulla bocca di tutti vi era lo stesso argomento: la partita.
Dave si stava dirigendo come al solito al suo armadietto di alluminio, allo scopo di metterci i materiali non necessari per la prima ora di lezione, quando Kyle sbucò da dietro l'angolo e, correndo come un pazzo, lo raggiunse.
- Che hai fatto? -
- A-aspetta...- ansimò Kyle, piegato in due, con l'aria di uno che aveva appena scoperto una notizia da mille dollari.
- Hanno deciso di rimandare la semifinale? - chiese Dave scoraggiato, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans blu. Dopotutto, aveva sempre creduto che in un modo o nell'altro la gloria sarebbe sparita.
Kyle si riprese, si drizzò e tirando su il colletto della camicia bianca (il che lo rendeva ulteriormente stupendo) disse:- No, è arrivata una nuova studentessa nella nostra classe! -
Dave sospirò. "Vuol dire che non smetterò di fare scintille sul campo" pensò fiducioso, accostandosi all'armadietto e cercando le chiavi nella seconda cerniera dello zaino che portava sulle spalle.
- Non dici nulla? - sbuffò incredulo il castano, strappandogli di mano la minuscola chiave.
Dave fece per riprenderla, ma lui, essendo più alto, non ne voleva sapere.
- Che dovrei dire? - domandò Dave rassegnato nell'allungarsi.
- Scherzi? Non sai cosa significa? -
- No -
- Potrai fare colpo, amico! -
Dave fece una smorfia, guardando la chiave come se ne fosse ipnotizzato.
Kyle gliela riconsegnò, capendo che non lo avrebbe ascoltato comunque. Poi, nel momento in cui se ne stava per tornare da dove era venuto, Dave diede finalmente la risposta che lui avrebbe desiderato ricevere:- Va bene, ci proverò -
Insieme si avviarono in classe, già strombazzante di commenti positivi sull'incredibile gol del giorno scorso.
La loro aula era normale, composta da banchi da due ordinati verticalmente in file.
Si sedettero a quello vicino alla lavagna, pulita a metà dai calcoli che il professore di matematica aveva scritto una domenica fa.
Dave era costantemente contrariato sull'utilità dei bidelli, che non facevano che passeggiare tra i corridoi, guardando scorbutici gli studenti finché non filavano nelle rispettive aule. Perché non svolgevano il loro lavoro e basta?
- Buongiorno. Ci sono assenti? No, non manca nessuno... - una rauca voce maschile li azzittì immediatamente. Dave vide il professore di diritto fare capolino.
Era bassetto e non aveva capelli, il naso era a patata e aveva occhi piccoli ma rigidi. La giacca marrone scuro che indossava era cosparsa di pieghe e stonava con le scarpe di fibbia.
Era uno degli insegnanti cui andava veramente d'accordo. Un altro punto a suo favore oltre il saper giocare a calcio? Il rispetto.
- Un momento prego... - sussurrò il professore leggermente sbrigativo. Gli occhi di tutti erano concentrati su di lui, che posava giacca e borsa sulla cattedra.
Kyle intanto allungò il collo, come nella speranza di individuare la nuova compagna dietro la porta. Dave però gli diede una gomitata, perché non si era reso conto che il professore aveva ripreso a parlare.
-...della sua aggiunta! Dunque confido che la aiuterete se avrà bisogno di qualunque cosa, e siate gentili mi raccomando. - avvertì severo. Dopodiché si voltò e invitò educatamente la ragazza ad accomodarsi.
Un rumore di sedie strusciate si levò nell'aria. Dave e Kyle si alzarono per ultimi ricordandosi sbadatamente le regole principali di buon comportamento.
Passarono quindici secondi, e loro divennero incerti se restare in piedi o no. Forse era timida, pensò Dave guardandosi in torno e cogliendo la stessa espressione confusa sui volti degli altri.
Anche il professore aveva un cipiglio sbalordito, tuttavia riassunse il controllo e senza perdere tempo uscì.
- Avanti signorina! - udirono dall'esterno.
- Mi scusi, credo sia l'ansia del primo giorno... - si giustificò lei in pieno imbarazzo.
Bisbigli eccentrici investirono le orecchie di Dave, il tono della tipa era talmente dolce che sembrava provenisse da una cantante.
Se fosse solo per la voce! Una mossa e sottile chioma castana ondeggiò velocemente sulla schiena della proprietaria, mentre si fermava al centro della stanza.
Nessuno prestò attenzione al professore, che sicuramente stava chiudendo la porta, per poterle studiare l'aspetto.
Era di media statura, aveva grandi occhi neri e...
Un pizzico sul braccio gli fece distogliere lo sguardo.
- Ma che ti prende? - mormorò infastidito a Kyle, che non aveva interrotto il contatto visivo.
- È bellissima -
- E per dirmelo hai dovuto pizzicarmi? -
Kyle scrollò le spalle, sorridendo come uno scemo.
Dave roteò gli occhi. Davvero lo aveva fatto?
Decise di lasciare perdere, guardando davanti a sé.
"Sì, è bellissima", considerò notando come il maglione grigio le donava sopra i pantaloni neri.
Lei, evidentemente intimorita dal modo in cui la osservavano, chinò la testa tenendosi un braccio.
- Allora? Cosa aspettate, non credete sia meglio cominciare dalle presentazioni? - disse il professore gioioso.
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Horror Stories
HorrorVi piacciano i film horror? I brividi che vi percorrono lungo la schiena, gli spaventi, i colpi di scena ma soprattutto...i killer? E le storie horror? Leggerle tutte d'un fiato, con le parole che spiegano, che vi fanno trasalire fino al punto che t...