sei arrivato tu e mi hai salvata

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prologo
Ora mi trovo qui,sovrasta dal peso di tutti questi anni infelici , senza più vivere, ho solo voglia di volare così libera e leggera ... ed è così che faccio, prendo e mi lancio nel vuoto. L'aria fredda mi da sollievo e sento tutti i miei pesi volare via da me, attratti da una forza opposta alla mia . Prima dell' impatto con l' acqua sento una voce gridare qual' cosa che il vento si porta via con se. L' acqua è fredda, la mente vuota... Rrimango li per chi sa quanto tempo, mentre tutta quella che era stata la mia vita mi passa davanti, poi basta solo silenzio, ci sono solo io con la mia morte ... Dopo averle sorriso mi lascio trascinare nel buio, un luogo dove si sta veramente bene. Riesco a dire solamente addio prima di non esistere piu...

capitolo 1
Non so bene come, ma ad un certo punto ho incominciato a percepire il tempo... Segno che purtroppo non ero morta, anche la morte non voleva stare con me: che fossi destinata all' oblio per sempre ??? Non so, forse la legge di Murphy è l'unica costante della mia vita... bella cosa !
Anche se percepivo la luce, non ero ancora in grado di aprire gli occhi però ero in grado di sentire i suoni, il costante bip del mio cuore, passi di persone che camminavano, il ticchettio del l'acqua contro il vetro, ma non ero in grado di percepire me ... Cosa che avviene ormai da tempo. Non so mi sento estranea a questo mondo, come un ombra in un quadro luminoso, ovunque mi immortali rappresento un qualcosa che stona nell' atmosfera è per questo che avevo scelto di morire, ma la mia ora a quanto pare non era ancora arrivata...
C'era un periodo in cui ero felice, dove ancora andava tutto bene: adoravo il sole, la mia famiglia e sopratutto correre...Poi conobbi lui, il ragazzo dei miei incubi. Era il figlio dei migliori amici dei miei genitori, tornava dal collège e aveva cinque anni più di me. I miei mi obbligavano a stare con lui, quando veniva a trovarci con la sua famiglia e li odiavo per questo . La mia vita con l' arrivo di Thomas era cambiata: i miei genitori si erano dimenticati di me, di amici non ne avevo mai avuti e i ragazzi non mi guardavano, cosi pian piano ho incominciato a chiudermi in mestessa... Non mangiavo quasi mai e passavo tutto il tempo in camera a disegnare. Ero diventata una specie di zombi: non provavo più emozioni, non parlavo più con nessuno, finché Thomas aggiunse quella goccia che fece traboccare il vaso. Un tardo pomeriggio venne a casa mia , i miei non c'erano, gli dissi che erano usciti, ma a lui non interessava era venuto per prendere qualcosa che si era scordato ,cosi lo feci entrare e li iniziò l' incubo. Mi prese con forza e mi trascinò nella mia stanza, si chiuse la porta alle spalle e mi buttò con forza sul letto, provai a protestare e a dibattermi, ma mi colpì forte al volto tramortendomi, si abbassò i calzoni e mi immobilizzò, avevo la faccia schiacciata sul cuscino così che le mie urla vennero attuite da esso . Mi fece veramente male, ma niente in confronto a quello che fecero i miei genitori. Non lo denunciarono, ma accettarono un grande somma da parte della sua famiglia per mettere a tacere la cosa. Cosi sconvolta tentai il suicidio. Di quella notte ricordo solo una voce e nient'altro... Quello che in realtà mi preoccupava però era il risveglio, il non sapere cosa aspettarsi ... Quello che sapevo era che non sarei rimasta li con la mia famiglia, me ne sarei andata via da li e da i miei incubi, avrei frequentato un collège lontano da loro e da tutta quella gente che mi aveva fatto del.
male.... Riniziare era l' unica cosa che potevo fare anche se non era nei miei progetti, anzi era posta come prima in classifica tra le cose che non avrei voluto fare... Ovviamente avevo tra le possibilità quella di non risvegliarmi, rimanere così, in coma per sempre, ma sapevo che mi sarei svegliata, perché il fatto che avessi già incominciato a percepire il tempo era un brutto segno, un po' come quando sei nella pancia ed a un tratto incominci a scalciare; chi sa quanto tempo mi rimaneva nell' oblio: ore, giorni, mesi, comunque speravo il più possibile .
Non so quanto tempo fossi stata in quello stato, ma quando mi svegliai fuori splendeva il sole e la temperatura era calda, molto più più calda del giorno dell incidente . Quando incominciai a mettere a fuoco la stanza provai un po' di vertigini, anche se ero stata li per chi sa quanto tempo mi sentivo stanca, cosi mi girai su un fianco e mi addormentai in un sonno senza sogni . Delle voci accanto a me mi svegliarono, nella stanza c'erano un sacco di persone che indossavano un camice bianco e parlavano di cose incomprensibili, non si erano accorti di me. Per il momento parlavano di attività cerebrale, la porta della stanza si aprì e ne entrò un altro dottore che mi sorrise «ben tornata tra noi » lo guardai sensa entusiasmo «allora ti sei fatta una bella dormita ?» annuii. Gli altri medici mi guardavano felici come se fossi un regalo di natale, ma non sapevano che all interno vi era solo arsenico niente di bello. «vado a chiamare i suoi genitori»
Sentii l' ansia invadere il corpo « no la prego non lo faccia non li voglio vedere voglio solamente andarmene da qui e da questo Stato » i dottori mi guardavano sensa capire «mi dispiace ma è la prassi»li guardai inferocita «me ne frego della vostra prassi! io volevo solo morire e invece eccomi qui!! fate quello che volete, ma non azzardatevi a
far entrare qui i miei genitori ,non li voglio vedere» il dottore fece segno a gli altri di uscire, una volta rimasti soli mi guardò come se sapesse che qualcosa non andava « cosa è successo quella notte? » « niente che le deve inferessare» risposi evasiva. «Ascolta Mia so per certo che qualcuno ha abusato di te, voglio sapere se è stato tuo padre » scossi la testa « no loro hanno messo solo tutto a tacere, è per questo che non li voglio vedere, la prego mi faccia andare solo via da qui » «lo so che hanno fatto una cosa orrenda, ma devo rispettare la prassi facciamo che tu aiuti me e io aiuto te» sorrisi «e come vorebbe rendersi utile?» «be che ne dici se io ti aiuto a frequentare un colleg come ad esempio la Birt? » lo giardai senza capire «e sarebbe?» « è una ascuola in cui si fa recitazione, musica, sceneggiatura e cose varie »l' idea era carina...«sarebbe bello, ma io so solo correre e disegnaere» «cavoli...» mi guardò e arricciò le labbra mentre pensava a chi sa cosa «ho trovato! » esclamò di colpo spaventandomi «ho trovato andrai a yale con mio figlio, è un corso avanti a te però sarà divertente e credimi ti piacerà, specialmente le vacanze quando verrai a stare da noi »lo giardai perplessa « io, lei, sua moglie e suo figlio.Mmmmm non credo possa funzionare» « a dir la verità mio figlio è gay ... non ti farebbe mai quello che l'altro ragazzo ha fatto a te e mia moglie è fantastica, ha sempre desiderato una figlia, vedrai ti piacerà e poi stiamo parlando di yale secondo me è perfetta » bussarono alla porta «allora ?»mi guardò fiducioso mentre andava ad aprire, annuii silenziosamente: quali altre soluzioni mi rimanevano? Jack sorrise e per la prima volta da tempo mi sentii leggera, ma fu solo per pochi secondi. Vidi i miei genitori entrare nella stanza e capii in un attimo che non gli importava di me, volevano solo che morissi, lo capi dallo sguardo " fai finta di essere disperato"cosi presi la palla al balzo « mi dispiace di avervi reso triste perchè non sono morta, però da oggi non dovete piu preoccuparmi di me. Ora firmate quello che dovete firmare, non voglio rimanere qui più del necessario» sembravano sorpresi visto da quando Thomas era comparso nelle loro vite non facevano altro che sperare che me ne andassi. Jack gli passò il blocchetto con i fogli da firmare papà vi posò sopra una firma e uscì dalla stanza «la portiamo via subito » disse mia madre. Con calma cercai di alzarmi dal letto, ero un po' debole , avrei dovuto fare molto allenamento per tornare ad essere la ragazza che correva di un tempo... Mia madre mi passò i vestiti , ma aspettai che tutti fossero usciti prima di vestirmi, era una vita che non sentivo l'odore dei miei oggetti .... scesi dal letto , mia madre fece per mettermi un braccio intorno alle spalle ma mi scanzai bruscamente « non mi toccare» mi guardò con l' aria con cui era solita dirmi " signorina non è questo il modo di comportarsi con una persona adulta", ma con sua fortuna non ebbe il coraggio di replicare «adesso andiamo a casa, io preparo i bagagli e me ne vado dove non vi deve interessare l' unica cosa che mi sento di dirvi è che frequenterò un colleg » mia madre si mise a ridere « e con quali soldi ??? noi non te ne daremo di sicuro ...» a quel punto fui io quella che si mise a ridere «si da il caso che io abbia un sacco di soldi messi da parte: tutte le merende che non mi sono mai comprata, gli ingressi al cinema a cui preferito non entrare, le gare di corsa che ho vinto .... tutti soldi messi da parte da almeno tre anni, senza contare ovviamente la borsa di studio e le ripetizioni che ho dato... Non ti credere madre sono abbastanza coperta » così dicendo uscii dalla stanza e mi avviai giù alla reception, dove mio padre ci stava aspettando «tua madre dov' è ?» feci spallucce « dovrebbe arrivare visto che era dietro di me, comunque come l' ho detto a lei lo ripeto anche a te, appena arriviamo a casa io preparò i bagagli e me ne vado e mi raccomando non fate troppi complimenti so che siete molto contenti » dissi sarcasticamente .

capitolo 2
Dopo un ora di silenzio durante il viaggio di ritorno, eccomi arrivata a casa. Scendo a fatica dalla macchina e seguo i miei "genitori "senza dire niente vado in camera. Li incomincio a radunare tutte le mie cose , che entrano comodamente in due valigie più il borsone con le cose che usavo per correre. Nel giro di mezz'ora sono pronta per partire, incomincio a portare giù le valigie senza fare rumore.
Una volta fuori carico tutte le cose nella mia macchina e mi avvio verso l'ospedale, durante il viaggio osservo il paesaggio fuori e vedo molti ragazzi che avranno più o meno la mia età. e mi ritrovo a chiedermi come sarebbe stata la mia vita se fossi nata in un altra famiglia, forse sarebbe stata uguale oppure sarebbe stata diversa .... ormai è inutile stare a pensarci, il passato non si può cambiare, solo l'incertezza del futuro mi da qual'cosa a cui sperare.
Jack mi è sembrato una persona di cui potermi fidare: quale persona ti offre un posto in cui poter vivere e un ingresso a yale ???? nessuno e questo mi rende fortemente debitrice nei suoi confronti e in quelli della sua famiglia. Non sarò mai in grado di ripagare neanche se vivrò per altri ti secoli.
Lasciai la macchina nel parcheggio dell'ospedale e scesi. Andai a sedermi in una panchina a all'ombra e mi misi a guardare le persone, molte avevano il sorriso stampato sul volto, altre correvano con aria sconvolta all' interno dell' ospedale... Ed io?, io come c'ero arrivata ? Non lo saprò mai e un pò mi dispiace , come potevano sapere che sarei andata in quel posto sperduto dove non c'è mai un anima, ma sopratutto cosa l'ha spinto a farlo? Non lo saprò mai e questo un pò mi dispiace,però forse Jack qualcosa la sapeva o almeno quelli che stavano all triage quella sera lontana da me ormai mesi.
«Mia!» sobbalzai per lo spavento vidi Jack mi stava salutando e ricambia «scusa non volevo spaventati »scossi la.testa «non ti preoccupare il mio cuore è ancora integro ha perso solo un colpo »
«meno male, allora visto che sei  già qua posso farti venire a prendere da mio figlio »«va bene » «allora Mia come stai ?»ci pensai come su come stavo ? «non lo so nemmeno io »mi posò una mano sulla spalla e senza volerlo mi scanzai «scusa non volevo spaventati » «non è colpa tua è che non sono abituata al contatto delle persone... Pensi che tornerò mai ad essere normale?» mi guardò con un aria di compassione che mi fece sentire anche peggio, non volevo essere compatita. « certo che tornerai ad essere normale ci vuole solo un po' di tempo e di esercizio dovrai incominciare a fidarti delle persone, poi allora sarai libera da questo mostro che ti sta condizionando la vita.» gli sorrisi debolmente e chinai la testa.
Il rombo di una macchina attirò la mia attenzione «ecco che arriva mio figlio »

La vita reale non è una favola, ma non per questo dobbiamo arrenderci...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora