Come si fa a diventare un'altra persona?

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Appena entro in classe suona la campanella e tutti si siedono ai loro banchi. Il mio posto è da sempre il secondo da destra della prima fila, e sì, ovviamente nel primo c'è Sara. Non ci facciamo problemi a stare in prima fila, di solito i ragazzi odiano starci visto che non puoi chiacchierare senza farti vedere dai prof, ma io e Sara abbiamo inventato dei messaggi in codice tipo '!5' che vuol dire 'dopo pranziamo insieme?' e '+10' che vuol dire 'si'. Lo so, sembra un po' complicato ma con il tempo lo abbiamo imparato alla perfezione. 

"Ragazzi è un piacere rivedervi - si, piacere un corno- come avete passato le vacanze?" 

"Buongiorno professoressa, sono andate una meraviglia!" Che altra risposta dovremmo dare? 'Male, malissimo, i suoi 1200 problemi sulla fisica mi hanno rubato 3/4 della vacanza, così ho deciso di lasciare la scuola e lavorare in uno strip club. Le ho mai detto che la odio?' 

Sapete perché mi piace il mio posto in classe? Da qui posso osservare le persone che passano nel corridoio e fare un sorriso a Mery, la custode, che tutti i giorni sta in segreteria a sopportare qualche lamentela dei genitori. Dopo pochi minuti di lezione già mi annoio, così guardo fuori per vedere cosa sta combinando Mery, peccato che è coperta da un ragazzo. Non vedo bene chi è, perciò mi sporgo un po' sulla sedia, ma niente. Non so da dove mi sia uscita questa idea, ma decido di darmi un slancio per riuscire a vedere di chi si tratta e così cado a terra facendo il suono più spaccatimpani di sempre. Tra la sedia che fa un suono stridulo e il mio sedere che precipita a sacco di patate per terra, alzo gli occhi e tutti mi stanno fissando cercando di trattenere le risate. Anche il ragazzo alla segreteria si gira, e finalmente lo vedo in faccia, è quel poverello che all'entrata ho mandato a quel paese. Bè non può andare peggio di così. 

"Tutto bene Coco?" mi chiede la prof con espressione scocciata, come se fosse stata mia intenzione  cadere come un'idiota davanti a tutti. 

"Si scusi, ho perso l'equilibrio."

"Okay. Ora meglio se chiudiamo la porta." E così vedo la prof alzarsi altezzosamente per chiudere la porta, facendo scomparire il ragazzo che mi stava ancora guardando.       

"A33" scrivo su un foglietto a Sara appena suona la campanella, vuol dire 'alleluia è finito questo strazio'. La fisica è complicata, in più se a spiegarla ci metti una donna di cento anni che si veste sempre come un confetto, credo che la mia reazione sia inevitabile. Per fortuna è iniziata l'ora di letteratura, non che io sia brava scrivere, mi piace leggere si, ma fine della storia. Questa ora è semplicemente quella più interessante grazie alla prof più giovane e ingamba che io abbia mai avuto. 

"Ho un'idea! Un'idea fantastica direi!" Entra così in classe senza troppe smancerie. 

"Che ne dite se facessimo un lavoro a gruppi? Ah ma che dico, sono io la prof, decido io" dice ridendo, senza lasciarci il tempo di rispondere.

"Allora pensavo di organizzarla così: 4 gruppi da 5 ragazzi e ogni gruppo dovrà affrontare un argomento dell'Eneide che lo ha impressionato di più."

"Prof a dire il vero siamo 19 in classe, magari..." Bussano alla porta  e così ciò che ho detto perde completamente di significato. Un nuovo compagno, il ragazzo dell'entrata e della caduta? Proprio lui. Ora che lo vedo da così vicino mi sembra di conoscerlo, che strano, non riesco a capire dove lo abbia già visto. 

"Fantastico Coco, abbiamo trovato il nostro ventesimo! Chi sei?" dice la prof, divertita dalla coincidenza. 

"Sono Jo, Joele, mi ero trasferito in Svizzera per otto anni e ora sono tornato qui." No, non ci credo. Io ricordo Jo, il bambino che in terza elementare si era trasferito in Svizzera perché una delle madri aveva trovato lavoro lì. Ma ora è completamente diverso, non è solo cresciuto, è diverso diverso. Sara mi scrive '!!!' che non va tradotto, vuole solo dire '!!!' e io rispondo ':o' che vuol dire 'NON CI CREDO'.

La mia cittadina non è grande, infatti conosco tutti i miei compagni dall'infanzia, anche se non ci ho mai stretto amicizia sul serio. Qui tutti sanno i fatti di tutti, anche io sono sempre ben informata grazie alle amiche di nonna, che quasi tutti i pomeriggi vengono a casa per spettegolare sugli scandali più succulenti del giorno. Per fortuna mi accorgo di non essere l'unica a bocca aperta, tutta la classe lo aveva riconosciuto a malapena. Il più stupito però era decisamente Dani, ricordo una grande amicizia tra loro due ai vecchi tempi, prima che se ne andasse.

"Mmm, okay Jo siediti pure qui." dice la prof per cercare di sdrammatizzare la sorpresa di noi tutti. Ovviamente l'unico posto  libero è quello accanto al mio, il più odiato: prima fila, al centro della classe, con la faccia della prof troppo vicina anche solo per respirare. 

Si siede, appoggia lo zaino a terra e si sistema i capelli. Poi si gira verso di me e dice "Tu non ti chiamavi Sofia?"   

Il mio nome non è SofiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora