Shouta
Poso le chiavi nel cesto all'ingresso e butto la borsa a terra. Passare i sabato sera in biblioteca per molti potrà sembrare una noia, ma per me non è così male: sono nel mio elemento preferito e nessuno può disturbarmi. Ovviamente non posso fare quello che voglio certo, però ci si accontenta. Mi passo una mano tra i capelli, cercando di ricordarmi cosa devo fare e il mio occhio cade sul computer. Le consegne per lunedì, merda. "Ma perché ti complichi la vita da solo brutto idiota?" Mormorai sedendomi già sfinito alla scrivania. Aprii la casella postale e trovai le email mancanti. Ne avevo già lette almeno 15 mercoledì. Alcuni mi avevano stupito, altri quasi stranito, ma si sa, ogni persona è a sé. Mentre scorro i nomi per segnarli nella lista che avevo fatto, leggo la sua email. Ricevuta a mezzanotte e un quarto. Notturna anche lei vedo. Beh poco male, l'avrei letta per ultima anch'io. Passai le successive due ore a leggere e rileggere più o meno lo stesso concetto, spiegato in modi diversi. Adoravo le varie sfumature che rendevano ogni testo personale. Per esempio il testo di questo Kotaro: ha espresso il concetto esprimendo si, di essere d'accordo in generale, ma allo stesso tempo si legge un velato disappunto sulle vicende del romanzo, pieno di tradimenti e amanti. Insomma, Kotaro è un gran romanticone molto fedele. Sorrisi massaggiandomi le tempie. Quest'anno sarà divertente. Chiusi il suo lavoro e notai di essere arrivato all'ultima email: la sua. Bevvi un sorso di caffè e aprii. Leggendo notai due fasi: inizialmente la poca convinzione, che rendeva il testo comune a tutti gli altri; subito dopo, come se si fosse decisa, il testo mutò completamente forma e dettagli. Era molto dotata nella scrittura, non so che intenzioni avesse, ma avrebbe veramente potuto fare qualsiasi cosa nel campo letterario. In un seconda rilettura, captai anche dell'altro però, qualcosa che mi appesantì il petto. -vivere la propria esistenza al massimo, senza possibilità di avere rimpianti, può anche essere considerato un gesto di massimo amore verso se stessi, ma altri potrebbero vederlo come un gesto di egoismo puro- si precludeva per gli altri. Era come se non potesse volare troppo alto perché altrimenti avrebbe ferito qualcuno -sono dell'opinione che nella propria esistenza bisogna trovare il giusto equilibrio fra le cose: amare se stessi ed amare il prossimo per esempio. Non si può amare completamente se stessi senza
rischiare di ferire il prossimo- in quel momento, nella mia mente riaffiorarono delle immagini "e non puoi amare completamente il prossimo senza ferire te stesso" completai la frase senza neanche pensarci.------------------------------------------------------------
È domenica sera. Sono circa le 8 e un quarto. Dovrei essere sdraiato sul mio amato divano, o male che poteva andarmi alla scrivania. Invece, credo mi sia andata peggio. Ho scoperto troppo tardi che l'università dove sono stato assunto, organizza più party che lezioni all'aperto. Così eccomi qui, di nuovo, costretto con questa maschera che grida agli invitati quanto io sia felice di lavorare qui. Santo cielo ho la nausea. Mentre cammino per la sala noto un angolo ignorato da tutti gli altri. È la mia chance. Prendo un bicchiere e mi ci lancio come fosse l'ultima spiaggia. Sono salvo.
Ma mentre sorseggio il mio bicchiere un po più tranquillo, sentii una voce "perché diavolo ci incontriamo sempre così?" Mi voltai quasi terrorizzato da chi potesse essere. Diamine non volevo più sorridere a degli altezzosi del cavolo stasera. Ma quando mi girai quasi risi. Era lei "Buonasera anche a lei signorina Atsushi" la sua espressione santo cielo "ti prego, sono qui da un'ora, e mi hanno ripetuto questa frase tipo 100 volte. Te ne prego, graziami" e a quel punto risi di gusto "piuttosto, cosa ci fai qui? Anzi no, domanda scontata. Passo alla prossima. Una studentessa d'economia che frequenta letteratura giapponese? Lo trovo quasi sospetto..." ero dannatamente curioso a dire la verità. "sbaglio o siamo un po narcisisti? Se avessi saputo che mi sarei trovata te come docente di quella materia, avrei scelto quella inglese, stanne certo. È stato un caso. Assurdo, ma un caso" sapeva sempre come rispondere, non c'è che dire. Guardandola bere tutto d'un sorso il suo bicchiere mi uscii quasi spontaneo "a quanti bicchieri sei stasera?" "mh, credo 6, ma le dosi sono piccole" disse indicando il bicchiere "come vedi" e di nuovo, senza pensarci "al 10 cominci a perdere la realtà, quindi tieni il conto" cosa diamine avevo appena detto "hai tenuto il conto quella sera?" Mi massaggiai n mezzo agli occhi e scossi la testa. Oddio sono impazzito "non so dirti perché me lo ricordi. Giuro che non sono uno stalker o qualunque cosa si dica in questi casi. Dio, mi sono spaventato da solo" e allora rise di cuore. "Posso farti una domanda?" Mi guardò quasi stranita "in realtà volevo chiederti io cosa diavolo ti ho raccontato quella sera, ma va bene. Vai pure" quello non credo gliel'avrei detto facilmente. Il fatto che non se lo ricordasse lo rendeva come il mio segreto. Ma cancellai subito l'idea. Avevo un'altra domanda che mi attanagliava la testa "ho letto il tuo scritto. June, cosa ti perseguita così tanto?" La presi alla sprovvista. Non alzava lo sguardo e lei li ha sempre tenuti alti quegli occhi tanto fieri. Volevo rassicurarla, dirle che qualsiasi cosa era l'avrebbe risolta, ma non feci in tempo "June cara. Sei scomparsa senza dirmi nulla. Oh Buonasera, Fumio Atsushi. Il padre. Lei è?" Finalmente lo incontravo di persona. L'uomo che osannavano tutti. La somiglianza con June era quasi tutta nello sguardo "Shouta Aizawa. Un professore della Baxter e di sua figlia" "oh davvero, come sta andando la mia ragazza?" Era ora di ritornare il professore rispettabilissimo che ho sempre dimostrato di essere "Per ora abbiamo avuto solo una lezione, troppo presto per dirlo" "e che materia insegna?" E con fierezza dissi "letteratura giapponese". Ma appena parlai, la sua espressione cambiò. Fu impercettibile, quasi una folata di vento, ma credo di aver dato un'occhiata al vero Atsushi: acido e scontroso. Notai un movimento impercettibile da parte di June ma non ebbe il tempo di fare nulla "mia figlia fa economia. Non dovrebbe fare letteratura" poi intervenì "papà, è stato un mio capriccio. Ho chiesto al direttore-" "mi dispiace interrompere cosi la vostra conversazione, però ora dobbiamo continuare per la sala. È stato un piacere" ricevetti così due cose: prima una stretta di mano cosi falsa da far paura, e poi una piccola risposta alla domanda che le avevo fatto. Era da lui che scappava. Lei si voltò per un secondo e scosse la testa. L'aveva completamente ignorata, e chissà quante altre volte l'aveva fatto: mentre lei le diceva che voleva studiare altro forse.
Scossi la testa e finii il mio bicchiere. Per stasera ne avevo abbastanza di tutti.------------------------------------------------------------
Il giorno dopo ci fu la mia seconda lezione del semestre. Continuammo con il principe splendente e approfondii alcuni loro lavori. Ma non credo di esser stato completamente presente, no. Lei non c'era. Tornando a casa rimuginai sugli eventi di ieri sera. Ovviamente non erano affari miei e non pretendevo di essere informato, però, avevo quel fastidio che mi stava lentamente torturando. Volevo sapere cos'era successo maledizione.
Quando finivo una lezione avevo un'unica -tradizione- se cosi vogliamo chiamarla: dormire. Avevo bisogno di dormire. Perciò, mi sdraiai sul divano e Morfeo si prese cura di me.
Venni svegliato dal cellulare "maledizione... ma chi è?!" Guardai l'orario: le sette e mezza. Wow, avevo dormito per più di 3 ore, un record personale. Poi sbircia il numero: la biblioteca. Ok, adesso sono ancora più confuso. "Pronto?" "Signor Aizawa, buonasera. Mi dispiace disturbarla a quest'ora, però ho pensato di poter chiedere a lei sapendo che ha un doppione delle chiavi..." "che succede?" "Ho un impegno fra neanche un'ora, e una studentessa non ha intenzione di andarsene. Potrebbe farmi questo favore? la prego, sono veramente in difficoltà" sospirai sconfitto. Avrei recuperato le ore perse a dormire "va bene, 15 minuti e arrivo. Lei vada intanto" "grazie mille, non lo dimenticherò, veramente" e riattaccò. Ma perchè va sempre a finire così?!
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Insegnami a vivere
FanfictionUna serata fuori dal normale con uno sconosciuto. Cosa succederebbe se quello sconosciuto però, si rivelasse essere uno dei tuoi professori? E se la materia che insegnasse fosse l'ultima che avresti dovuto frequentare? June Atsushi ha 25 anni, e il...