Louis

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POV.HARRY

Dopo una lunga discussione ho appurato che quel ragazzo non era un barbone che mi aveva rapito e che chiedeva un riscatto. Ero sceso per fare colazione e il mio occhio era caduto sul calendario. Quello che mi aveva detto era vero. Quindi non ero nella mia epoca. Ma perchè? Cosa avevo fatto il giorno prima di diverso? Mi sono seduto al tavolo e Louis mi ha portato la...colazione? Cipolle bollite con polenta? Mi ha guardato sorridendo e ho subito pensato che non fosse il caso di fare storie e ho mangiato in silenzio. Ho lanciato un'occhiata veloce alla casa e notai che era ceramente molto rustica. Qualsiasi cosa era fatta in pietra o in legno e di moderno non c'era nulla. Poi risi mentalmente: cosa potevo pretendere dall'anno 1832? Proprio nulla. Dovevo solo capire come ci ero finito li e poi ritornare indietro. Finii di mangiare e subito dopo i piatti si trovarono nel lavandino sotto le mani di Louis che li lavava. Gli ho lanciato un'ultima occhiata (Quel ragazzo non era davvero niente male) e poi salii in quella specie di stalla che era camera mia. Mi distesi su quello scomodissimo letto e pensai:''Cosa ci faccio io qui?'' Restai nei miei pensieri per un pò fino a quando non sentii bussare. Sbadigliai e dissi uno svogliato:''Avanti.'' Entrò Louis,che mi chiese timidamente:''Signore,è tutto a posto?'' Signore,ma perchè si ostina a chiamarmi signore e non Harry? Non è nemmeno difficile da pronunciare. Gli lanciai un'occhiata:''Si si,è tutto a posto,avevi bisogno di qualcosa?'' ''I suoi genitori non hanno fatto la spesa,e mi servirebbero alcune cose per preparare il pranzo da loro richiesto. Mi chiedevo se non potesse andare lei...'' Io anuii e saltai giù dal letto:''Grazie signore.'' Mi diressi verso l'uscita della camera ma prima di varcare completamente la soglia gli poggiai una mano sulla spalla,facendolo sussultare:''Louis,ho solo 16 anni,chiamami Harry.'' Lui scosse la testa:''Ma i tuoi genitori...'' Lo interruppi dicendo:''Se vuoi essere comandato,allora questo è un ordine chee ti do.'' Lui annuì e sono sicuro sicuro di averlo visto sorridere.

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Sono a questa specie di mercato per comprare quello che Louis mi aveva richiesto. Mi aveva dato delle monete e io le avevo osservate: ma cosa diamine erano? Ci sono dei segni stranissimi e parole incomprensibili. Andai alla prima bancarella,quella che vendeva delle teste di cavolo. Le osservai e arricciai il naso. Erano praticamente tutte marcie,ma in che paese ero finito? Presi quella che sembrava messa meglio e poi andai a cercare pesce e pomodori. Appena ebbi comprato tutto notai che mi erano rimaste 3 Gioly, nome della moneta,che avevo intuito sentendo parlare i mercanti. Decisi che le avrei spese per comprare un regalo a Louis. Da quando lo avevo conosciuto stamattina,non aveva fatto che lavorare,lavorare e lavorare ler non parlare del fatto che ogni volta che mi si rivolgeva sembrava agitato e sottopressione,come se avesse paura di sbagliare qualcosa. Questo mi portò a pensare che la maniera in cui veniva trattato non fosse delle migliori. Ma perchè era finito a fare il servo della mia famiglia? Era un ragazzo davvero giovanissimo,perchè si è ritrovato a fare questo lavoro...non saprei nemmeno come definirlo. Passai tra una bancarella e l'altra quando ne intravidi una che vendeva dei magnifici fiori rossi. Alla bancarella c'è un ragazzo biondo che subito mi sta in simpatia per la sa aria allegra:''Scusa,quanto viene uno di questi fiori?'' Lui sorride e risponde sempre allegro:''4 Gioly.'' Io mi rattristii,ne avevo solo tre ma volevo assolutamente prendergliene uno a Harry. Scossi la testa e feci per allontanarmi quando la sua voce mi fermò:''Quanto hai?'' ''Tre Gioly.'' Lui annuì e disse che andavano benissimo lo stesso,di quel tempo nessuno comprava più dei fiori,i soldi venivano risparmiati per il cibo. Presi il fiore sorridendo e ritornai a casa. Nascosi esso dietro la schiena Louis mi sorrise:''Hai trovato tutto?'' Io annuii e lui:''Tra un paio d'ore arrivano tua sorella e i tuoi genitori,ed è meglio che inizio a preparare qualcosa.'' Gli porsi il sacchetto di carta con tutto dentro e in mezzo alla mano infilai il fiore. Lui appena lo vide sgranò gli occhi:''Questo cos'è??'' ''È per te,per ringraziarti di quello che fai.'' Lui arrossì e poi mi disse:''Ti dispiacs tenerlo in camera tua? I tuoi genitori si arrabbierebbero.'' Io annuisco e lascio un bacio sulla guancia,prima di salire in camera mia. Trovo un bicchiere di legno lucidato,lo riempio d'acqua e ci metto il fiori. Poi qualcosa di luccicante sul mio comodino attira la mia attenzione. Era l'orologio che avevo comprato in quel negozio di Londra. Subito mi viene in mente che la sera prima avevo pasticciato con la rotellina,e adesso nel quadrante viene segnato l'anno 1832. Subito penso che se l'avessi cambiata sarei ritornato al mio tempo! Prendo a girare la rotellina ma vedo che la data non cambia. La giro ancora un pò ma mi accorgo che sta girando a vuoto. Ora che lo guardo bene anche le lancette sono ferme. Subito capisco: l'orologio si è rotto.

Old clock [LARRY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora