La regola delle 10 P

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Credo di non averla mai vista così sciolta da quando la frequento. Effettivamente due settimane non sono molte per conoscere una persona ma sono dettagli.

Ha mandato giù un bel po' di birra e si regge ancora in piedi, al posto suo sarei già catafratto a vomitare in qualche cespuglio.

《Ti senti bene?》Grido cercando di sovrastare la musica con la voce.

Annuisce.

《È la prima volta che bevi?》

《È la prima volta che vado ad una festa in generale. Ma credo sarà l'ultima.》Risponde impassibile.

Rimango in silenzio e la fisso per un po'.
Cosa le starà passando per quella testa?

Vado verso la cucina per prendere da bere e preparo un bicchiere con della birra anche per lei.
Quando torno nel punto in cui l'avevo lasciata non la trovo.
Alzo le spalle e mi scolo entrambi i bicchieri.

Che saporaccio. Come fa a piacere la birra dico io?

Mi guardo intorno e vedo che molte persone si stanno spostando al piano di sopra per avere la loro intimità.

《Dove hai lasciato quella bomba con cui ballavi prima?》

Mi giro verso la persona che mi ha messo la mano sulla spalla un po' infastidito. Odio quelli che mi toccano quando gli parlo.

《Jason.》

Quarterback della squadra di football. Capitano. Ragazzo più figo del campus e re dell'ultimo ballo che hanno organizzato.
Lo conosco da una vita ma da quando siamo al college non ci frequentiamo più di tanto, ci incontriamo giusto alle feste che organizziamo. È piacevole fare due chiacchierate con lui anche se a volte è un po' burbero.

《Allora Re delle feste, ti hanno soffiato la regina?》Chiede divertito.

Alzo le spalle.

《Sai che sono il re delle feste in dormitorio perché per quanto riguarda le feste in confraternita... vincete voi di brutto.》Gli do un pugno amichevole sulla spalla.

《Sì ma almeno non vi interrompe la polizia. L'ultima volta ci hanno detto che c'era così tanto alcol che l'etilometro è impazzito solo analizzando l'aria intorno alla casa.》

Mi metto a ridere.

《Siete dei folli.》

Vedo Liz che mi si avvicina e mi mette un braccio sulla spalla.
Le puzza l'alito di alcol in un modo indescrivibile.

《È tornata da te.》 Dice sorridendo.

È stranamente amichevole. Ma non ci faccio troppo caso.

《Ho incontrato una ragazza con cui frequento alcuni corsi e mi ha portato a giocare a birra e ping pong.》

Sia io che Jason ci mettiamo a ridere.

《Beer-Pong, volevi dire.》La corregge lui.

《E io che ho detto?》

Alza gli occhi al cielo e la testa le va indietro. Le si chiudono le palpebre e crolla sulle sue gambe.
Faccio in tempo a prenderla prima che cada per terra.

《Oddio hai bevuto troppo.》

《Lascia che ti aiuti.》

Scuoto la testa.

《No faccio da solo, grazie. Bellissima festa, ci sarò anche la prossima volta.》

Lo lascio lì come una candela e mi carico Liz su una spalla per portarla alla macchina.

La metto in piedi vicino allo sportello aperto.

《Non preoccuparti per me io sto be...》

Non finisce la frase che mi vomita davanti sporcandomi le scarpe nuove.

《LIZ. CAZZO.》Grido.

Si mette a ridere.

《Non c'è da ridere mi hai appena vomitato sulle Jordan. CAZZO.》

Si siede sul sedile e mi guarda con lo sguardo perso.

《Te le ricompro, tranquillo.》

《Non c'è bisogno. Hai finito di vomitare?》

Annuisce poco convinta. Poi fa un verso strano.
Faccio in tempo a spostarmi di lato stavolta e vomita tutto per terra.

《Salvo.》

《Sono pronta.》

La prendo di peso e la aiuto a sedersi al posto del passeggero, le allaccio la cintura e chiudo la portiera mettendo la sicura.

《Dove abiti?》Le chiedo chiudendo il mio sportello. Metto in moto.

Scuote la testa.

《Non ne ho idea.》Risponde ridendo.

《Liz, ti prego collabora.》

《Non voglio tornare a casa.》

Fermo la macchina al lato della strada e mi allungo per prenderle i documenti. Leggo la via di casa sua sulla carta d'identità e metto in moto la macchina per partire.

《Non dovevi bere così tanto. La gente va in coma etilico per aver alzato troppo il gomito la prima volta.》

《Ti importa?》

《Certo che mi importa. Mi preoccupo per te.》

Sbuffa e appoggia la testa al finestrino.

《A nessuno importa di un estraneo.》

《Non sei un'estranea, siamo amici.》

《Mi stai sul cazzo tu.》

Alzo le sopracciglia.

《Beh grazie per la sincerità.》

《Sì perché fai sempre il saputello, il re delle feste, quello che sa come divertirsi, il ragazzo perfetto e amato da tutti. Ma vaffanculo.》

《E tu? Tu cosa sei? Invece di guardare me ti guardi allo specchio? Paragonata a me sei una noiosa macchietta grigia.》

Sto litigando con una perso a ubriaca. Ottimo lavoro.

《Vivi una vita fatta di cose superflue. Sei superficiale.》

Inchiodo la macchina.

《Almeno io vivo! Mi diverto, ho degli amici sinceri che mi vogliono bene, faccio cose che mi piacciono e coltivo le mie passioni. Tu invece cosa fai? Cerchi di passare inosservata e respingi sempre tutti come se avessi paura di vivere! È bella la tua vita fatta di noia e solitudine? È bello fare la comparsa o vivere da dietro le quinte?》Sbotto.

Mi guarda a bocca aperta con gli occhi pieni di dolore.

《Tu non sai nulla di me.》

Torna a guardare la strada.

《Liz... io... scusami.》

《Portami a casa.》ribatte fredda mentre guarda la strada illuminata dai lampioni e dai fari della macchina.

Non dovevo reagire così. Eppure non sono così impulsivo. Forse dovrei essere solo meno orgoglioso. Non riesco a sopportare quando mi dicono che sono una persona superficiale.

Sospiro mentre continuo a guidare.

《La dimentico sempre quando serve》 dico tra me e me ad alta voce.

Liz mi guarda incuriosita. Sembra avermi sentito.

《Cosa?》Dice rincoglionita.

《La regola delle 10 P.》Rispondo guardandola velocemente e tornando subito con gli occhi sulla strada.

Aggrotta le sopracciglia confusa.

《Prima Pensa Poi Parla: Parole Poco Pensate Portano Parecchie Puttanate.》

Sorride, ma poi si ricorda di essere arrabbiata e torna ad essere imbronciata.
Sarò anche superficiale ma lei al momento si comporta come una bambina.

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